I tribunali svedesi hanno condannato Kia a cancellare immediatamente dai propri contratti d’acquisto la clausola che consente 7 anni di garanzia soltanto se ci si affida alla rete di assistenza ufficiale, e 3 anni se gli interventi in garanzia vengono effettuati dalle officine indipendenti: una clausola ritenuta in aperto contrasto con la BER 2010. A fine 2011, in Italia, l’Autorità garante per la Concorrenza e il Mercato aveva già condannato Kia a una multa perché la pubblicità della garanzia di 7 anni o 150 mila km, in realtà, non copriva tutta la componentistica, ma solo una parte
Sette anni di garanzia? Sì, ma solamente se gli interventi vengono eseguiti presso la rete di assistenza ufficiale della Casa. Una conditio sine qua non rilevata dai Tribunali svedesi in aperto contrasto con il regolamento UE 461/2010 (la nuova BER) e che ha portato alla condanna di Kia da parte delle Autorità svedesi per il Mercato.La decisione, giunta lo scorso dicembre e riportata in questi giorni da una nota di FIGIEFA (l’Associazione europea dei distributori dell’aftermarket automotive), ha stabilito che le clausole di esclusiva riguardo alla garanzia di 7 anni indicate da Kia nei contratti di acquisto violavano il regolamento europeo sulla concorrenza, e ha ordinato al Costruttore coreano di consentire ai clienti la possibilità di rivolgersi alle officine indipendenti per la fornitura di servizi di manutenzione e interventi di riparazione durante il periodo di garanzia.
I Tribunali svedesi, infatti, hanno rilevato che, per usufruire della garanzia di 7 anni, nei propri contratti d’acquisto Kia “obbligava” i clienti a rivolgersi esclusivamente presso i suoi centri di assistenza ufficiali presenti in Svezia; in caso contrario, la garanzia sarebbe stata di tre anni soltanto.
L’inchiesta ordinata dai giudici ha in effetti scoperto che le clausole vietate dalla nuova BER 2010 erano il risultato di un accordo illecito fra Kia e le sue officine autorizzate: in altre parole, una violazione del diritto alla concorrenza volta ad escludere altri riparatori dal mercato.
La sentenza del Tribunale si è basata sugli orientamenti della Commissione europea sull’applicazione del diritto alla concorrenza nel settore dell’autoriparazione, e ha ordinato a Kia la cancellazione immediata di questa clausola illegittima nei suoi contratti d’acquisto, oltre ad infliggere il pagamento delle spese di giudizio per 6,3 milioni di corone svedesi (728 mila euro). In caso contrario, il marchio coreano riceverà un’ammenda di 5 milioni di corone (580 mila euro).
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Non è la prima volta, negli ultimi mesi, che Kia si trova di fronte ai giudici, e sempre a causa della garanzia. A dicembre 2011, l’Autorità italiana garante della Concorrenza e del Mercato aveva condannato Kia al pagamento di una multa di 80 mila euro a causa di messaggi pubblicitari sui “famosi” 7 anni di garanzia, ritenuti ingannevoli.
In seguito a una segnalazione di Assoutenti, infatti, era stato rilevato come la supergaranzia di 7 anni o 150 mila km sbandierata da Kia sulla stampa nazionale dal 2009 a metà 2011, in realtà non coprisse tutta la componentistica powertrain, scocca, carrozzeria e impianto elettrico, elettronica e infotainment. Soltanto con l’accesso al sito Web Kia istituzionale si era scoperto come la batteria fosse coperta da garanzia per due anni; gli impianti audio – video e il sistema infotainment a 3 anni (o 100 mila km); 5 anni o 150 mila km (anziché 7 anni) per la verniciatura e soltanto 3 anni o 100 mila km per i modelli Kia bi-fuel (benzina e gas).
Un messaggio ingannevole, dunque; aggravato dalla mancanza di “diligenza professionale” per un marchio come Kia che vende decine di migliaia di unità all’anno (per riferirsi alla sola Italia), con un fatturato a nove cifre.
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Per la gamma Kia
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