Un'azienda sempre in movimento, che ha approfittato della passata edizione di Automechanika per presentare molte novità. Ne abbiamo parlato con Lucia Veiga Moretti, presidente Delphi Product & Service Solutions.
Una lunga esperienza nell'OE e una presenza in aftermarket che, sebbene relativamente recente (l'inizio risale a 12 anni fa), è sicuramente di rilievo. Delphi Product & Service Solutions (la divisione aftermarket di Delphi) fornisce componenti, formazione e strumenti, con lo scopo di agevolare le officine e metterle in condizione di poter affrontare con competenza e sicurezza qualsiasi intervento di manutenzione e riparazione.Con una gamma in costante evoluzione ed espansione, l'azienda ha annunciato a Francoforte, in occasione dell'edizione appena conclusa di Automechanika, alcune novità. Di questo e altro abbiamo parlato con il presidente Lucia Veiga Moretti.
Come vede l'aftermarket in questo momento e come affrontate il mercato?
Sicuramente stiamo assistendo a un invecchiamento del parco circolante, dato il crollo delle vendite di nuove auto. Questa è certamente un'opportunità per l'aftermarket. La cosa più importante è preparare le officine ad avere la capacità di intervenire sui veicoli: oggi il 40% dei veicoli è dotato di elettronica a bordo, con circa 50-60 computer connessi tra loro. La riparazione sta diventando sempre più complessa, e questo è il motivo per cui abbiamo creato i Delphi Service Centre. Come azienda connessa all'OE abbiamo la responsabilità, anzi, il desiderio di rendere tutte le officine in grado di manutenere e riparare i nostri prodotti e i nostri sistemi. É fondamentale che i meccanici che si occuperanno del veicolo dopo il periodo di garanzia possano intervenire in modo appropriato e sicuro. Con i DSC noi aiutiamo le officine a raggiungere alti livelli di preparazione.
E abbiamo una novità: abbiamo appena lanciato un quinto modulo (che va ad aggiungersi a Diesel, gestione del motore benzina, climatizzazione e frenante, sterzo, sospensioni): è il modulo relativo alle emissioni, che sarà disponibile a fine anno per tutti paesi in cui è presente il DSC. Questo nuovo modulo consente ai tecnici di diagnosticare con precisione e riparare le tecnologie sensibili alle emissioni come i turbocompressori, i filtri antiparticolato Diesel, le valvole EGR, i sistemi SCR e i sensori. Le emissioni sono un argomento sempre più all'ordine del giorno, e il nostro nuovo modulo è stato specificamente progettato per aiutare i tecnici ad assicurarsi che i veicoli dei loro clienti soddisfino i più recenti standard in materia di emissioni. Una vasta gamma di specifici corsi di formazione è inoltre disponibile per DPF, SCR, EGR e la diagnostica turbocompressore.
Non è questa l'unica novità che avete lanciato ad Automechanika...
No, infatti. Siamo in costante movimento. Delphi è in aftermarket da 12 anni, quindi siamo relativamente “nuovi” e stiamo ancora sviluppando ed estendendo la nostra copertura, aggiungendo prodotti e sviluppando più applicazioni per gli articoli che già produciamo: negli ultimi due o tre anni abbiamo sviluppato tra i 6.000 e gli 8.000 nuovi pezzi. Per la produzione usiamo gli stabilimenti Delphi dedicati all'OE.
Penso che una delle cose che sono riuscita a fare è creare l'entusiasmo per questo business. Inoltre, quando i volumi dell'OE diminuiscono, l'aftermarket diventa chiaramente un'opportunità per tutta l'azienda.
Tra i nuovi prodotti abbiamo presentato un nuovo programma di turbocompressori e uno strumento diagnostico per le turbine, entrambi disponibili alla fine del 2012. Delphi Turbocharger Software è specifico per la diagnosi di specifici guasti del sistema di aspirazione e relativi componenti ed è stato progettato per individuare in quale parte del circuito dell'aria si è verificato il guasto, in quanto un codice di guasto del turbocompressore potrebbe anche essere innescato dal debimetro (MAF) difettoso, dalla valvola EGR o da perdite di aria. Abbiamo anche sviluppato un programma di formazione pratica per il suo utilizzo.
Siamo molto cresciuti anche nel campo dell'elettronica, ampliando l’offerta di prodotti di elettronica del veicolo di oltre il 400% rispetto al 2010. Si stima che le parti elettroniche rappresenteranno il 40% del valore globale dei veicoli nel 2015 e il 60% delle riparazioni in officina sono legate a problemi di elettronica. Questo si traduce in una proiezione di
6 miliardi di business potenziale per il mercato indipendente e per i veicoli nuovi fuori dal periodo di garanzia.
Con l'introduzione dei sensori ABS, sensori ossigeno, valvole EGR, valvole di flusso d'aria (MAF) e sensori pressione massa aria (MAP), bobine di accensione, pompe combustibile e iniettori, sensori albero a camme / albero motore e sensori di collisione, DP&SS copre attualmente più di 57 milioni di veicoli del parco auto in Europa, Medio Oriente e Africa. Questa è la base per un’espansione esponenziale nel 2013 con la continua introduzione di nuovi prodotti: sono in fase di sviluppo più di 300 nuovi codici che coprono le applicazioni più popolari europee, asiatiche e nordamericane.
L'elettronica ci porta a parlare del Connected Car Care Telematics, con cui avete vinto l'Automechanika Innovation Technology Award nella categoria Sistemi.
Che cos'è esattamente?
Si tratta di una soluzione telematica che integra computer, scanner diagnostico (o OBD scanner), GPS e telefono cellulare tutto in uno: è uno strumento di comunicazione wireless che consente alle aziende di "parlare" con i clienti attraverso un dispositivo installato sul veicolo, collegato al connettore diagnostico situato sotto il cruscotto.
È uno strumento molto importante per le officine, perché dà loro l'opportunità di instaurare un rapporto più stretto e trasparente con i clienti.
A livello pratico, il dispositivo segnala con e-mail o sms sia all'officina sia all'automobilista la presenza di guasti o anomalie.
In questo modo il meccanico può agire proattivamente, contattare il cliente e parlargli del problema, proponendogli delle soluzioni. In caso si dovesse intervenire con una sostituzione, l'officina potrà ordinare il ricambio necessario prima ancora che il cliente entri in officina, risparmiando così tempo e dimostrando all'automobilista la propria efficienza. I servizi che l'officina può offrire alla clientela grazie al Connected Car Care Telematics includono diagnostica del veicolo a distanza, assistenza stradale, promemoria di manutenzione, sorveglianza dello stato dei veicoli e gestione degli incidenti. Si tratta quindi di un potente strumento di fidelizzazione, dato che si instaura un filo di comunicazione diretta tra automobilista e meccanico. Può inoltre aumentare il giro d'affari, dato che è più probabile che un automobilista sia incentivato a effettuare una riparazione, una volta avvisato del problema. Se si conta che negli Stati Uniti le riparazioni necessarie ma non eseguite valgono 58 miliardi di dollari, si può ben capire quale sia il potenziale di questo strumento.
Già attivo negli Stati Uniti, in Europa sarà lanciato sul mercato nel 2013, disponibile in retrofit per veicoli prodotti dal 1996 in poi.
Come è organizzata la vostra distribuzione nei vari paesi?
Lavoriamo con i maggiori distributori nella maggior parte dei paesi, dal nord America all'Asia del Pacifico. Supportiamo il lavoro dei distributori (che Delphi reputa fondamentali e vuole avere come partner per dare un buon servizio) e siamo vicini alle officine a livello tecnico.
In alcuni paesi abbiamo una presenza diretta, come in Italia, in altri no.
In questo caso, lavoriamo direttamente con i distributori. Abbiamo un modulo per l'export e abbiamo i nostri magazzini, per esempio in Gran Bretagna, Polonia e Francia e da lì iniziamo a esportare verso i paesi in cui ci sono opportunità.
La cosa fondamentale, in ogni caso, è condividere con i nostri partner la visione del futuro del mercato e ciò che auspichiamo per l'aftermarket.
Pensa che la crisi economica porterà dei cambiamenti nella filiera distributiva?
Penso che una consolidazione nell'aftermarket sia una cosa naturale. Ma più importante di contare il numero di passaggi della filiera è fare in modo che tutti creino valore: è importante la qualità dei player coinvolti, qualcosa su cui Delphi punta molto.
Quando abbiamo creato i DSC, volevamo identificare il meglio: le officine disposte a investire in strumenti diagnostici, formazione e ricambi giusti con la qualità richiesta per fare manutenzione e riparazione. È un grande lavoro identificarle, formarle e assicurarsi che possano portare il logo Delphi, ma è qualcosa in cui crediamo. Oggi in Europa i DSC sono 1.177. Abbiamo recentemente aperto anche i primi centri in Arabia Saudita e Africa.
In molti settori i prezzi sono sotto pressione. È un fenomeno che avvertite anche voi?
Dipende dal mercato. Per come ci posizioniamo sul mercato, non competiamo sul prezzo. Abbiamo un'idea chiara di dove vogliamo competere e cosa rappresenta il marchio.
C'è pressione, naturalmente, ma c'è sempre un mercato che privilegia i premium brand e la qualità. I prodotti che Delphi immette sul mercato sono di qualità OE. Usiamo gli stessi stabilimenti della produzione per il primo equipaggiamento, gli stessi procedimenti, la stessa mentalità. Anzi, l'aftermarket è parte del business fin dall'inizio: ci assicuriamo i diritti AM nel momento in cui sigliamo un contratto OE.
Approfondimenti:
Il sito di Delphi
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