Secondo Bruno Vianello, titolare di Texa, le aziende che hanno successo sono quelle che non smettono mai di pensare al futuro e di innovare, solo così si può diventare “perpetui”. Ecco come questo eclettico imprenditore italiano vede il futuro dell'autoriparazione e non solo.
Certi progetti, però, nascono da lontano. Non è un caso se, già nel 2008, quando cioè esplodeva il fenomeno facebook in Italia, Texa chiudeva un accordo di importanza storica con Google per l'analisi dei big data (altro termine di cui oggi tutti parlano ma che all'epoca era appannaggio di pochi), oppure se, nel 2009, alla presentazione di OBD Log (in un certo qual senso il "nonno" dell'attuale Texa CARe), Vianello avesse già visto le possibilità di sviluppo di questo tipo di prodotti. Oggi il presente si chiama auto connessa e diagnosi remota, ma la strada è stata lunga. Tuttavia parlare con Vianello del passato è un'impresa impossibile, perché il futuro è il suo unico punto di vista. Ecco allora che abbiamo deciso di incalzarlo proprio su questo, con uno sguardo al futuro prossimo e uno a quello venturo.
Lei è stato uno dei primi a credere nell'assistenza remota, oggi siete partiti in Italia con la commercializzazione del Texa CARe, il primo strumento che ha proprio questo fine; come pensa che questo tipo di attività cambierà il mondo dell'autoriparazione?
Credo si tratti di un cambio di mentalità fondamentale. Basti pensare che è il primo caso in cui l'aftermarket anticipa le logiche delle case auto stesse, ma anche le richieste dell'Europa, dove l'eCall sarà obbligatorio su tutte le auto solo nel 2018. Si tratta di uno strumento che pensiamo diventerà un riferimento per il mondo dell'autoriparazione, perché impatta su molti aspetti: dalla sicurezza del guidatore, a quella del veicolo stesso fino alla mentalità dell'autoriparatore, perché permetteremo di anticipare la chiamata del cliente. In sostanza, per l'autoriparatore cambia completamente l'approccio con il cliente, non più risolutore di un problema e un disagio che sta vivendo l'automobilista, ma un consulente in grado di intervenire prima ancora che il danno avvenga. Non si tratta quindi solo di un nuovo strumento di diagnosi, ma anche di un nuovo modo di interpretare il mercato, riassegnando un ruolo primario all'autoriparatore che oggi diventa “consulente” dell'automobilista.
Ma cosa permette di fare Texa CARe in concreto e che opportunità dà al riparatore?
Texa CARe è uno strumento completo. In primo luogo perché permette, già oggi, di svolgere tutte le funzioni proprie dell'e-Call, dove una centrale operativa interviene in caso di incidente. In questo caso, quando il sistema rileva una forte decelerazione, viene contattato il telefono dell'utente collegato per verificare la necessità di aiuto, mentre in caso di mancata risposta, la richiesta verrebbe comunque inviata. Ma per l'utente ci sono anche altri vantaggi, ad esempio la possibilità di contattare direttamente il proprio autoriparatore in caso di panne. Egli potrebbe così verificare in tempo reale e a distanza quali siano i codici errore riportati dalla centralina e trovare una soluzione assieme al cliente, dal soccorso a un altro autoriparatore del circuito Texa se la distanza dall'officina fosse notevole.
Certo, Texa CARe non è uno strumento di autodiagnosi completo, anche perché è installato sempre a bordo del veicolo e deve garantirne la sicurezza; ovvio quindi che molti controlli non può eseguirli perché rischierebbero di compromettere il corretto funzionamento dell'auto mentre marcia.
Per far capire di cosa stiamo parlando basti pensare a tutte le attivazioni che uno strumento di autodiagnosi fa durante l'analisi di un’auto: ovviamente mentre un veicolo marcia è impensabile effettuare questo tipo di test, per cui resterà comunque fondamentale il passaggio in officina. Detto questo, l'autoriparatore avrà indubbiamente due grandi vantaggi. In primo luogo un prodotto da vendere all'automobilista. Perché Texa CARe è un articolo con un grande appeal per l'automobilista, e fa leva su concetti importanti, come la sicurezza. Dall'altra, il vantaggio di mettere in rete l'auto con la sua officina, e quindi avere un controllo sull'auto del proprio cliente. L'installazione di Texa CARe, infatti, lega in un rapporto 1:1 l'automobilista con l'autofficina.
La rete è tuttavia anche un rischio: oggi già si parla di pirati informatici pronti a manomettere le vetture del futuro, non è "pericoloso"?
È una delle più grandi sfide che il mondo dell'auto e tutta la filiera connessa dovranno affrontare nel prossimo anno. Noi ci siamo mossi con molta cura su questo aspetto. Tutti i dati trasmessi tra Texa CARe e l'officina sono criptati con delle chiavi ad altissima complessità e in generale abbiamo reso il sistema veramente impermeabile a intrusioni esterne. Basti pensare che, per sviluppare questo prodotto, l'investimento maggiore è stata proprio la realizzazione di un software inattaccabile, perché ci rendiamo conto dei rischi insiti nella tecnologia. Oggi comunque ci sentiamo di garantire un'assoluta sicurezza su questo sistema.
Quanto potrà durare questo mercato se nel 2018 l'Europa imporrà l'e-call su tutte le auto?
Sicuramente almeno 10 anni. Bisogna infatti pensare che l'eCall avrà l'unica funzione di chiamata per le emergenze, mentre la diagnosi remota è un argomento che va ancora gestito a livello europeo. Ovvio, se un cliente sceglie il proprio punto di assistenza non c'è e non ci saranno mai problemi, il rischio è che le case auto vogliano imporre il loro sistema di default sulle auto, ma si tratta di scenari ancora futuri e su cui l'Europa si sta già muovendo per lasciare libertà di scelta al cittadino.
In ogni caso non bisogna mai smettere di pensare al futuro, perché quello che stiamo vivendo adesso è un periodo di continui cambiamenti e bisogna muoversi in anticipo per non restare indietro. Noi stiamo già investendo in maniera importante su quelle che riteniamo le prossime sfide e che, a mio parere, riguarderanno le auto elettriche e quelle a guida autonoma, su cui c'è ancora un mondo da inventare e scoprire.
L'auto diventerà sempre più complessa da riparare o più alla portata di tutti grazie alla tecnologia?
Né l'uno né l'altro, l'auto sta cambiando perché cambiano le necessità: un tempo quando si cucinava in casa si partiva dalle materie prime e gli unici attrezzi erano un mattarello, una pentola e un mestolo; oggi si va al supermercato e si comprano prodotti già prefiniti e la cucina è il tempio della tecnologia. Nell'auto è uguale: un tempo si riparavano i componenti e gli strumenti di lavoro erano il tornio e la fresa, che erano presenti praticamente in ogni officina. Oggi si comprano i ricambi e si utilizzano strumenti di autodiagnosi per gestire la parte elettronica. La complicazione per me non esiste, esiste solo la professionalità: se si è professionali si sa come risolvere i problemi, altrimenti no. Quello che conta è solo se il piatto è buono o no, non come lo si è preparato.
Texa CARe: automobilista in palmo di mano
Texa CARe è un dispositivo miniaturizzato multimarca che va installato nella presa di diagnosi OBD dell’automobile. Una volta collegato e configurato dialoga con le centraline elettroniche del veicolo, non solo a livello base OBD, ma anche con quelle di diagnosi specifica del costruttore. Oltre a essere un potente strumento di telediagnosi, è un accessorio indispensabile per la sicurezza durante la guida, poiché il conducente, tramite una app, utilizzerà il proprio telefono come interfaccia di visualizzazione e di comunicazione verso l’officina e, in caso di incidente o malore, anche verso la centrale operativa Texa attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Le officine che installano Texa CARe possono disporre via internet di un software gestionale che visualizza in tempo reale lo stato delle vetture dei clienti e la presenza di guasti o le scadenze di manutenzione.
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