L'ultima conferma, in ordine di tempo, arriva da un'inchiesta, pubblicata su Altro Consumo a giugno di quest'anno: sono poche le officine che propongono parti di ricambio non marchiate dalle case. La rivista dell'associazione consumatori ha visitato 98 officine tra Milano, Roma e Napoli, portando tre autovetture (una Fiat Panda e una Renault Clio più un'altra auto di una marca differente per ogni città) alle quali era stato rotto il fanale posteriore sinistro. Le visite hanno coinvolto “officine di marca” (che l'intervistatore precisa essere le officine indipendenti affiliate a una rete almeno nazionale), autofficine autorizzate (con uno o più punti vendita), autoricambi, carrozzerie ed elettrauto.
Dall'inchiesta emerge come, al di là delle tariffe applicate, molto differenti a seconda dell'officina, il consumatore abbia una scarsa possibilità di poter scegliere tra i ricambi a marchio della casa e quelli con il marchio del produttore. A Napoli solo il 43% delle officine intervistate ha offerto sia l'opzione di un ricambio marchiato dalla casa sia quella del mercato indipendente ed è stato il capoluogo con la percentuale più alta. A Roma la possibilità di scelta è stata offerta dal 22% delle autofficine intervistate e a Milano da un misero 10%.
L'inchiesta presenta molte criticità. Ad esempio non è chiaro come fosse composto il campione di riferimento: è evidente che le concessionarie e le officine autorizzate privilegino i ricambi marchiati dalla casa auto. Anche il tipo di ricambio, il fanale posteriore, non appartiene alla categoria dei fast mover della meccanica (dove si gioca la vera battaglia sul mercato).
C'è poi da tener conto della preparazione dell'autore sull'argomento: si confondono i ricambi originali (cioè quelli prodotti dal costruttore OE) con quelli marchiati dalla casa (non necessariamente provenienti dalla stessa linea destinata al primo equipaggiamento) e si citano “produttori nazionali noti” come “Bosch”, che è notoriamente tedesca.
Resta il fatto che, su un prodotto come un fanale posteriore, 80 officine su 98 hanno offerto un solo tipo di prodotto (quasi sempre quello marchiato dalla casa).
Un fenomeno che va nella direzione opposta alle ultime tendenze di mercato. Secondo uno studio effettuato nel 2012 da ICDP, infatti, tre autoriparatori su quattro sostengono che i propri clienti vogliono più scelta nei ricambi. Scendendo nel dettaglio, la stessa indagine effettuata su oltre 300 autoriparatori ha segnalato che, secondo il 47% dei meccanici, gli automobilisti gradirebbero più possibilità nella scelta dei pneumatici, il 37% in quella dei lubrificanti, il 35% filtri, il 30% pastiglie e il 24% gli altri ricambi (batterie, ammortizzatori, cinghie, alternatori eccetera).
In sostanza, secondo gli stessi autoriparatori, c'è una forte richiesta di componenti meccanici alternativi a quelli marchiati dalle case, perché allora non metterli in condizione di soddisfare i propri clienti proponendo loro gli alternativi?