News | 18 March 2013 | Autore: Francesco Giorgi

Gli accordi fra assicuratori e carrozzieri sono anticoncorrenziali

Lo stabilisce una sentenza emanata in questi giorni dalla Corte di Giustizia europea. La causa: una segnalazione dei tribunali ungheresi. L’automobilista – danneggiato ha il diritto di scegliersi il carrozziere che preferisce: no agli accordi fra Compagnie e carrozzieri convenzionati

L’automobilista che subisce un sinistro alla propria vettura ha il diritto di scegliersi il carrozziere che preferisce. E’, in estrema sintesi, il succo della sentenza emanata in questi giorni dalla Corte di Giustizia europea, che di fatto “boccia”, in quanto contrari alle norme sulla concorrenza, gli accordi fra assicuratori e carrozzerie convenzionate (il cosiddetto “risarcimento diretto”).

La decisione della Corte di Giustizia europea non nasce a caso, ma è conseguenza di una causa legale avviata a fine 2010, in Ungheria, fra Allianz Hungaria Biztosito Zrt e Gazdasagi Versenyhivatal.

Nella sentenza, fra l’altro, viene evidenziato, a tutela degli automobilisti assicurati RC auto e danneggiati, che gli accordi sulle tariffe di riparazione da applicare ai veicoli assicurati (accordi conclusi fra le Compagnie assicurative e le carrozzerie) sono di natura “Anticoncorrenziale”. Nel caso dell’Ungheria preso in esame dalla Corte di Giustizia europea, gli assicuratori magiari concordano all’inizio dell’anno, insieme a concessionari auto o con l’Associazione nazionale di rappresentanza, condizioni e tariffe da applicare per le riparazioni a copertura dell’assicurato – danneggiato: tariffe che l’assicuratore, come si sa, deve rifondere. Ne consegue che, in caso di intervento, le officine delle concessionarie sono legate agli assicuratori.

Ecco, più nel dettaglio, il fulcro della sentenza (reso noto da un lancio Ansa).
 ''L'articolo 101, paragrafo 1, TFUE deve essere interpretato nel senso che degli accordi, mediante i quali alcune società di assicurazioni del ramo automobilistico pattuiscano bilateralmente - o con concessionari automobilistici operanti quali officine di riparazione, o con un'associazione di rappresentanza di tali concessionari - la tariffa oraria dovuta dalla società assicurativa per la riparazione di veicoli assicurati presso di essa, prevedendo che tale tariffa dipenda, tra l'altro, dal numero e dalla percentuale di contratti di assicurazione commercializzati dal concessionario quale intermediario di detta società, possono essere considerati come una restrizione della concorrenza 'per oggetto' ai sensi della disposizione sopra citata, qualora, a seguito di un esame individuale e concreto del contenuto e dell'obiettivo di tali accordi nonché del contesto economico e giuridico nel quale essi si collocano, risulti che gli stessi sono, per loro propria natura, dannosi al buon funzionamento del gioco normale della concorrenza su uno dei due mercati interessati''.

Secondo i portavoce dello “Sportello dei Diritti”, questa pratica – e il risarcimento diretto che viene impiegato in Italia – provoca un danno agli assicurati – danneggiati (che non solo non vedono diminuirsi il premio da pagare, ma spesso non riescono a ricevere gli interventi professionali nella stessa misura di come li riceverebbero dal carrozziere di fiducia), e alla categoria professionale dei liquidatori.

Gli accordi assicurazioni – carrozzerie sono dunque vietati, perché dannosi alla leale concorrenza.  E’ chiaro, a questo punto, che un’eventuale introduzione completa di queste pratiche in Italia potrebbe comportare dei rischi.
Davide Galli, presidente di Federcarrozzieri, sottolinea come “La nostra Associazione si impegna da sempre contro le imposizioni delle Compagnie di assicurazione, che vorrebbero vietare agli automobilisti la libertà di farsi riparare l’auto dal carrozziere di fiducia. Adesso aspettiamo che anche in Italia l’Antitrust si attivi per evitare che le imprese di assicurazione possano controllare il mercato dell’autoriparazione attraverso clausole dubbie, a scapito della qualità del nostro lavoro e a danno degli automobilisti”.
 
>> Approfondimenti

Per un riassunto della sentenza della Corte di Giustizia europea

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