Lente, ma inesorabili, le nuove tecnologie stanno entrando anche nei mercati che hanno più a lungo mantenuto le loro caratteristiche di filiera tradizionale.
Abbiamo visto come, nel caso della filiera del food, alcuni operatori siano praticamente scomparsi, lasciando spazio a realtà molto più grandi e strutturate di loro.
Il mercato della distribuzione di ricambi ha saputo reggere a questo impatto, trovando aggregazioni, network di distributori poi allargati ai ricambisti e successivamente alle autofficine, che hanno saputo concentrare fatturati sufficienti a mantenere e migliorare le condizioni di acquisto complessive degli stessi. Ancora oggi, coloro che sono rimasti isolati nella distribuzione, in particolare quelli a ridosso di regioni e città particolarmente popolate, si avvicinano ai gruppi per raccogliere i frutti di generosi accordi internazionali.
La maggiore pressione sui prezzi, dovuta anche a una nuova dinamicità da parte delle case auto nel tentativo di recuperare fatturato e risorse nella vendita di ricambi nell’aftermarket, ha destabilizzato il mercato della distribuzione, che ha sempre vissuto con un modello basato su una sostanziale divisione fra coloro che compravano ricambi solo dalle case e coloro che si rivolgevano alla distribuzione indipendente. Le autofficine autorizzate da una parte, con il dogma “della scatola” del costruttore, e i riparatori indipendenti dall'altra, con il ricambio “pirata”. Oggi queste strumentali differenze sono sparite ed è di dominio pubblico la consapevolezza che “nella scatola” del costruttore auto ci sono gli stessi ricambi che si trovano nei negozi dei ricambisti indipendenti, confezionati però “nella scatola” di chi li produce realmente e poi li vende alle case auto da una parte e al mercato della distribuzione dall’altra. Questa ritrovata permeabilità fra i due mercati ha convinto i costruttori ad affrontare con piglio e determinazione la vendita dei loro ricambi a entrambi gli operatori della riparazione, non distinguendoli più fra autorizzati e indipendenti. Per questo hanno investito sulla condivisione di una piattaforma di vendita di ricambi multi brand dei costruttori, lasciando che qualsiasi officina con le credenziali attive abbia la possibilità di accedere ai ricambi con la ricerca per telaio, portando la vendita dalla concessionaria alla realtà virtuale. Per non perdere la sfida di vendita di ricambi presso tutte le officine attraverso le nuove tecnologie, occorre mettere a disposizione del mercato della riparazione uno strumento altrettanto efficace e performante per acquistare i ricambi distribuiti dalla filiera tradizionale.
Per questo motivo la nostra casa editrice ha ideato il portale http://www.autofficinaautorizzata.com, di utilizzo gratuito per i riparatori (sia autorizzati sia indipendenti).
Abbiamo scelto per questa realizzazione una banca dati che gestisce informazioni dirette da parte dei costruttori per consentire alle autofficine di informarsi sui prezzi dei ricambi e di ricevere le condizioni personalizzate di acquisto a loro riservate qualora chiedano a un ricambista attivo nella piattaforma le sue condizioni di vendita attraverso il “coupon”. Saprà la distribuzione indipendente rinunciare al banco e sposare il web, prima che il web diventi territorio esclusivo di altri?
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