Approfondimenti | 23 January 2023 | Autore: Cristina Palumbo

Ammortizzatori: controllo e sicurezza

La sostituzione degli ammortizzatori è un’attività che in termini di business offre ancora ampi spazi di miglioramento. Ecco come spiegare a un automobilista la necessità di questo intervento.


Non è una novità che fra gli interventi meno richiesti da un automobilista ci sia la sostituzione degli ammortizzatori, a meno che l’esigenza non nasca da un incidente o da una evidente rottura del componente.
I produttori di questo importante componente da anni sottolineano la necessità di sensibilizzare i proprietari di veicoli sul binomio ammortizzatori e sicurezza.

Eppure a quanto pare questo concetto ancora fatica a farsi strada. Proviamo quindi in questo articolo a metterci nei panni di un meccanico che voglia spiegare al cliente le ragioni di questo intervento, cercando di fornire spunti utili per la vendita di questo servizio. 

Le domande da fare all’automobilista

Quando il cliente porta l’auto in officina, indipendentemente dal motivo per cui lo fa (intervento di manutenzione ordinaria o straordinaria) e anche se non segnala spontaneamente problematiche legate alla rottura dell’ammortizzatore, sarebbe opportuno chiedere informazioni generiche rispetto al tipo di percorsi effettuati e allo stile di guida.
È importante infatti capire che l’ammortizzatore scarico è una condizione che l’automobilista solitamente non avverte perché l’usura è lenta e progressiva e il chilometraggio percorso è solo uno dei parametri che vanno considerati in una diagnosi sullo stato degli ammortizzatori.

Viaggiare su strade sconnesse, con carichi pesanti, avere una guida più veloce e scattante, guidare soprattutto in autostrada piuttosto che in città sono tutte condizioni che incidono sull’usura di tutti i componenti del sottoscocca, ammortizzatori e sospensioni inclusi.
Una volta stabilito come guida il cliente e su che tipo di strade è possibile fare una valutazione in base al chilometraggio e all’anzianità del veicolo.

I parametri standard del chilometraggio sono fondamentalmente tre: una ispezione diagnostica ogni 20.000 km, il suggerimento di cambiarli quando si raggiungono gli 80.000 km e se arrivati a 100.000 km non si è ancora intervenuto è bene segnalare al cliente il pericolo e la necessità di procedere quanto prima con la sostituzione. 

I primi segnali di usura a misura di automobilista

Alcuni segnali importanti per capire se ci si trova di fronte ad ammortizzatori anche solo parzialmente scarichi possono facilmente essere fatti notare all’automobilista, spiegandogli bene il nesso tra un ammortizzatore scarico e la sicurezza su strada.
Ma partiamo dai tre “campanelli d’allarme” più facili da vedere e comprendere anche per un automobilista che non si intende di queste cose: pneumatici, luci e tenuta di strada.

Controllare non solo lo stato di usura dei pneumatici ma il modo in cui il battistrada è usurato può essere un segnale di qualcosa che non va anche per gli ammortizzatori. Pensiamo semplicemente alla suola delle scarpe: a seconda di come si appoggia il piede quando si cammina una parte della suola e del tacco può essere più rovinata del resto. Lo stesso vale per il pneumatico: se un lato del battistrada presenta delle anomalie rispetto al resto o al pneumatico delle altre ruote, può essere indice del fatto che i quattro pneumatici non entrano in contatto con il suolo alla stessa maniera e dunque il veicolo non è in assetto corretto.

Le cause possono essere diverse: dal gonfiaggio (o meglio sgonfiaggio) del pneumatico stesso alla dimensione scorretta del pneumatico rispetto alla vettura, a una campanatura o una convergenza errata o a un malfunzionamento dei freni, ma anche a problemi legati al sistema delle sospensioni, di cui il complesso ammortizzatore molla sono una parte fondamentale.

L’ispezione del battistrada dunque permette di far vedere concretamente le conseguenze di un ammortizzatore scarico: se questo causa un’usura anomala del battistrada, diminuisce la superficie di contatto del veicolo con la strada e ciò comporta un maggior rischio nella tenuta di strada e quindi possibilità di incidenti.
 
Veniamo ora alle luci: se l’automobilista ha la percezione di luci che illuminano in maniera non uniforme, la prima cosa che si controlla è il loro allineamento. Non è detto però che il problema sia tutto lì. Se infatti il disallineamento dei fari si ripete può essere dovuto al fatto che le vibrazioni dovute al manto stradale si ripercuotano troppo sui fari, il che significa che qualcosa nel sistema sospensioni non funziona.

Un’altra informazione utile sullo stato degli ammortizzatori che può essere ricavata oltre che dalla prova su strada anche solo da una chiacchierata con il cliente riguarda il controllo e la tenuta su strada. Se si indaga sul comportamento dell’auto, infatti, può essere segnalata una sensazione di eccessivo ondeggiamento della vettura, piuttosto che di sbandamento in curva o in presenza di pozzanghere.
Se infatti gli ammortizzatori e/o i componenti delle sospensioni sono usurati, contribuiscono a ridurre la precisione dello sterzo e la stabilità del veicolo, aumentando il rischio di perdita di controllo, slittamento e il fenomeno dell’aquaplaning.

Ulteriori segnali di ammortizzatori scarichi che si possono rilevare indagando con il cliente sono ad esempio un comportamento anomalo del volante, che tende a produrre vibrazioni, una maggiore instabilità e sbandamento della vettura in caso di folate di vento anche moderate o un deciso abbassamento del muso dell’auto in caso di frenata improvvisa. 

Attenzione all’allungamento dello spazio di frenata

Fondamentale è dunque far capire agli automobilisti che portano la propria vettura in officina quanto sia determinante il ruolo degli ammortizzatori nella sicurezza su strada.
Oltre a quanto già spiegato sopra, infatti, è bene evidenziare il rapporto esistente fra gli ammortizzatori e lo spazio di frenata.
Una frenata “lunga” può essere dovuta a diversi fattori, dalle condizioni del sistema frenante in primis, fino alle condizioni climatiche, passando per lo stato di usura dei pneumatici, le condizioni del manto stradale e la pendenza della strada, ma anche dallo stato degli ammortizzatori.

Test effettuati su ammortizzatori scarichi o solo parzialmente efficienti hanno dimostrato come più gli ammortizzatori sono scarichi, maggiore è la distanza percorsa dal veicolo prima di riuscire a fermarsi, anche se l’impianto frenante è in piena efficienza.
Lo spazio di frenata può aumentare fino al 20% a seconda della velocità, dei sistemi installati sul veicolo e del manto stradale. Un vecchio studio (ma ancora attuale) di Monroe aveva dimostrato che con ammortizzatori scarichi del 50% a una velocità di 50 km/h lo spazio di frenata aumenta di 2,6 metri.
Stiamo parlando di metri dunque: uno distanza che fa la differenza fra investire una persona o urtare un altro veicolo.

Non solo: anche i sistemi elettronici di ausilio alla frenata, come ad esempio l’ABS (sistema antibloccaggio dei freni) e l’EPS (sistema di controllo elettronico della stabilità) non rispondono più in maniera ottimale e corretta se gli ammortizzatori sono scarichi.
 

Ammortizzatori e sospensioni: sinergie per il comfort e la tenuta di strada
Spesso utilizzati come sinonimi, ammortizzatori e sospensioni sono due diversi elementi del sottoscocca e svolgono compiti differenti.
Le sospensioni sono formate da diversi componenti elastici: ammortizzatori, molle, bracci e tutti quegli elementi mobili che concorrono a sostenere il veicolo. Il compito delle sospensioni è quello di collegare la ruota al telaio del veicolo e assorbire le sollecitazioni causate da un terreno sconnesso (dossi, buche, avvallamenti e strade non asfaltate), così che il veicolo non subisca movimenti troppo bruschi e perda in stabilità.
L’ammortizzatore, che è parte del sistema sospensioni, si occupa di smorzare i colpi e attenuando e rallentando il movimento delle sospensioni, in modo che dopo una qualsiasi sollecitazione dovuta al manto stradale irregolare, le sospensioni possano ritornare senza movimenti troppo bruschi e secchi alla loro condizione inziale. In pratica rendono più fluido il movimento e per questo vengono spesso identificati con il comfort di guida. Il loro compito però è anche quello di contribuire alla tenuta di strada e alla stabilità del veicolo.
Quando ad esempio si percorre una strada sconnessa o si prende una buca, le ruote si abbassano e si sollevano in maniera anomala e diversa fra la loro e le sospensioni si allungano e si ritirano per compensare questo movimento. Gli ammortizzatori fanno sì che le sospensioni non tornino troppo velocemente alla loro posizione iniziale, assorbendo di fatto urti e oscillazioni. Se in questo caso immaginassimo un veicolo senza ammortizzatori, l’auto subirebbe degli scossoni molto forti, che ne comprometterebbero la tenuta di strada.

 

Le regole d’oro per un intervento a regola d’arte
La prima regola è quella della coppia: sostituire sempre gli ammortizzatori in coppia, anche nel caso che uno solo sia danneggiato, in quanto è necessario mantenere un equilibrio nelle prestazioni che può essere garantito solo da ammortizzatori di pari efficienza.
In secondo luogo, quando si interviene sugli ammortizzatori, è bene fare un check completo dei vari elementi delle sospensioni, in particolare di boccole, molle, tamponi di fine corsa ecc. Questo perché montare ammortizzatori nuovi e lasciare montati molle o altri componenti potenzialmente usurati, comprometterebbe l’efficienza dell’intero sistema.

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Tags: ammortizzatori sospensioni

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