Il filtro abitacolo non è più un prodotto stagionale: oggi è spesso abbinato al tagliando auto e gli autoriparatori possono incidere su questo mercato sensibilizzando l’automobilista. Il mercato offre tanti buoni prodotti, basta saper scegliere.
Rispetto al passato, infatti, quando il prodotto aveva una sua precisa stagionalità, oggi il filtro abitacolo è di fatto entrato a far parte dei prodotti da sostituire in fase di tagliando. In pratica, potremmo dire che è un prodotto “facile”, perché si vende quando è necessario cambiarlo, senza che il cliente “si scandalizzi”.
Quali sono allora le criticità di questo prodotto? Fondamentalmente due, entrambe risolvibili grazie alla professionalità del produttore e dell’autoriparatore: la qualità del filtro e la sua ubicazione.
Filtro abitacolo: dove sei?
Il problema principale di questo componente è che i costruttori, per questioni di spazio e design, prevedono l’installazione del filtro abitacolo in posizioni molto diverse a seconda del modello di vettura; posizione anche alle volte faticose da raggiungere.
Ecco perché un “lavoretto” da poco rischia in alcuni casi di richiedere un tempo decisamente esagerato rispetto alla competenza tecnica richiesta. In alcuni veicoli, infatti, il filtro si trova all’esterno dell’abitacolo, nella parte in plastica compresa tra motore e parabrezza; in altri, è collocato all’interno dell’abitacolo, talvolta sotto al cassetto portaoggetti e in altri casi, addirittura all’interno di esso. Tra le vetture che più di tutte creano problemi c’è la Smart, che richiede un intervento davvero complicato: qui come in altri casi, infatti, una volta identificata la posizione, rimane poi da capire cosa e come smontare eventuali coperture per avere accesso al filtro da sostituire.
Il supporto dei produttori
Per ovviare a tutte queste difficoltà “strutturali”, l’autoriparatore può avvalersi di una serie di strumenti che le aziende produttrici mettono loro a disposizione. Di fatto possiamo dire che ogni filtro, indipendentemente dal produttore, si presenta accompagnato dalle istruzioni di montaggio.
Molte aziende, però, per rendere ancora più immediata la fruibilità dell’informazione, hanno attivato anche canali alternativi che sfruttano le nuove tecnologie.
Nei siti internet, ad esempio, si trovano le istruzioni per il montaggio in diversi formati: dal “classico” pdf ai video, che indicano passo a passo tutti i passaggi da seguire. Un’altra opzione è quella del QR code stampato sulla confezione: utilizzando uno smartphone si possono visualizzare i video dedicati al singolo modello di veicolo.
In altri casi, invece l’azienda ha preferito creare delle aree riservate alle istruzioni dove sono radunate tutte le schede tecniche o anche stampare dei veri e propri manuali di istruzioni.
In ogni caso, possiamo dire che, seppure con modalità diverse, per il filtro abitacolo tutti i produttori supportano ampiamente l’autoriparatore, creando quella sinergia di lavoro che è sempre auspicabile.
Particellari o carboni attivi?
Un’altra carta da giocare è quella della qualità del filtro e della sua tipologia e qui è fondamentale il ruolo dell’autoriparatore.
Tendenzialmente, infatti, il cliente ha come obiettivo principale quello di spendere il meno possibile. Ciò non toglie che possa essere convinto anche a fare una scelta diversa, sapendo spiegare la differenza tra un filtro e un altro. E qui, di nuovo, è fondamentale la sinergia tra i due esponenti a monte e a valle della filiera.
Innanzitutto si sa che oggi il mercato del filtro abitacolo è pieno di attori diversi: non solo componentisti e produttore aftermarket di prestigio e rinomata professionalità, ma anche di tanti che si sono “inventati” produttori di filtri senza averne le competenze e provano a spacciare per buoni filtri che, di fatto, non trattengono le impurità come dovrebbero.
È importante perciò che l’autoriparatore sappia spiegare e dimostrare al cliente che a seconda il tipo di filtro utilizzato si hanno risultati diversi. Un discorso che non riguarda solo la qualità, ma anche la tipologia e dunque la scelta tra un filtro particellare o ai carboni attivi.
In generale si tende a montare lo stesso tipo di filtro del primo impianto, anche se in alcuni casi il cliente chiede di risparmiare un po’ e di montare un particellare al posto di un carbone attivo.
In questo senso, oltre a sconsigliare un simile intervento, l’autoriparatore potrebbe invece spingere verso l’utilizzo di un filtro che oltre a fare da barriera allo smog abbia un’azione attiva sugli allergeni e i cattivi odori, così da rendere l’aria nell’abitacolo più “pura”, a protezione della salute.
Grazie anche a numerose campagna di sensibilizzazione sull’argomento, molti automobilisti potrebbero essere interessati all’argomento e vale la pena provare a spiegare loro quali alternative offre il mercato.
Perché cambiare il filtro abitacolo?
Oltre alla tradizionale azione “antipolline” e protezione da polveri e sporcizia, il filtro abitacolo contribuisce a mantenere pulita l’aria all’interno del veicolo. Ma non è tutto qui: un filtro efficiente aiuta a ottimizzare il flusso dell’aria, migliorando di conseguenza non solo l’efficienza del sistema clima (raffreddamento e riscaldamento), ma anche riducendone i consumi e aumentandone la vita.
Da qui si deduce quali siano i segnali che indicano che è ora di cambiare il filtro: ridotte prestazioni del sistema A/C (riscaldamento e raffreddamento), cattivi odori nell’abitacolo, appannamento dei vetri e sintomi allergici (irritazione e comparsa di reazioni allergiche causate da polvere, polline e altri inquinanti).
Tags: filtri filtri abitacolo