Approfondimenti | 01 September 2015 | Autore: Cristina Palumbo

Il filtro dell’olio: evoluzione e tendenze. In collaborazione con Sogefi

Una sintetica panoramica sull’evoluzione del filtro olio: dal modello spin-on ai moduli con cartuccia estraibile.


 

Il filtro olio ha un ruolo essenziale nel corretto funzionamento del motore, poiché purifica continuamente il fluido intercettando le impurità di origine sia esterna sia interna, come le particelle abrasive, prodotte dalla normale usura dei componenti, la polvere e i residui di combustione.

Negli anni, questo componente ha conosciuto una importante evoluzione, non solo per i materiali e le tecnologie impiegati, ma anche per le sue funzioni, che sono diventate sempre più articolate.

Si è passati dal “classico” filtro spin-on ai moduli con cartuccia filtrante interna, senza però che il secondo andasse a sostituire il primo. Se, infatti, il filtro a cartuccia interna è più “eco-sostenibile”, soprattutto in fase di smaltimento, non è detto che sia più economico. 

È importante sottolineare, perciò, che nelle tecnologie attualmente impiegate dai costruttori auto, a seconda degli spazi disponibili e delle economie di scala, vengono scelte di conseguenza entrambe le tipologie di filtro olio.

In molti casi la tolleranza è davvero minima: una differenza di pochi millimetri, ad esempio, può far sì che la scelta del costruttore vada verso il modello spin-on, che è senza coperchio, piuttosto che verso il modulo con cartuccia estraibile.

Le tendenze e le richieste dell’OE
In qualità di fornitore di primo impianto, Sogefi collabora direttamente con le case auto per realizzare soluzioni di filtrazione che rispettino le specifiche dei costruttori.

Nella progettazione e sviluppo di nuovi sistemi i dettami principali riguardano la riduzione degli spazi sottocofano e le prestazioni in termini di efficienza e durabilità.

In particolare, al filtro dell’olio si chiede di durare praticamente il doppio rispetto a una volta: stiamo parlando di un intervallo di manutenzione media attorno ai 20/25.000 km contro i 10.000 di pochi anni fa; di fatto, oggi si può dire che il filtro dell’olio duri fino all’esaurimento dell’olio stesso.

Aumenta anche la “personalizzazione” del prodotto, nel senso che proprio perché ogni sottocofano è diverso, le soluzioni sono molto diversificate, creando moduli e sistemi che appaiono molto differenti anche se le prestazioni sono le stesse.

La tendenza al downsizing del motore, così come alla riduzione dei pesi, infatti, costringe il produttore di filtri a ideare soluzioni spesso molto originali nelle forme e a impiegare materiali alternativi, in particolare a utilizzare plastiche speciali e leghe in alluminio, in grado di resistere a temperature e sollecitazioni anche estreme.

Un altro elemento da sottolineare è quello dei compiti richiesti al filtro: non più solo bloccare residui e sporcizia per mantenere pulito l’olio in circolo, ma anche integrare le funzioni di raffreddamento e monitoraggio della temperatura all’interno del modulo stesso.

Filtro olio: i materiali e la struttura
A fronte delle richieste espresse dai costruttori auto, dunque, il componentista ha raccolto tutte queste sfide e oggi il filtro olio presenta numerose innovazioni.

In particolare, il media filtrante ha conosciuto un’importante evoluzione con lo sviluppo di media a fibre sintetiche, che garantiscono un’efficienza maggiore sia in termini di durata del filtro, sia di resistenza con i nuovi carburanti.

In alcuni casi viene anche usato un media composito, come nel caso del filtro olio spin-on di Sogefi per la nuova VW Polo 1.4 L TDI BlueMotion (Tecnocar R1013, Purflux LS992, Coopers-Fiaam FT6134, Fram® PH11788), che utilizzando un mix di media riesce a garantire prestazioni premium ed è in grado di resistere per una durata di 30.000 km a cicli di 1 milione di pulsazioni di pressione.

L’olio infatti viene spinto dalla pressione della pompa (che genera le pulsazioni) e allo stesso tempo soffre della pressione generata dalle vibrazioni del motore. Per questo vengono studiate soluzioni diverse, a seconda delle forme dei moduli e dello spazio a disposizione, anche per i punti di fissaggio necessari e che permettano al filtro di resistere alle forti vibrazioni cui è sottoposto.

Proprio all’utilizzo dei materiali sia per il media sia per la struttura è dovuta la maggior economicità di smaltimento del filtro a cartuccia separabile. Infatti, sostituendo solo la cartuccia, non si ha a che fare con un insieme di materiali non separabili e metallici, come nello spin-on, e l’intero ricambio può essere incenerito.

Tra le innovazioni a livello di struttura del filtro, nate dall’esigenza di funzioni più articolate, segnaliamo la presenza di una valvola termostatica che gestisce il flusso dell’olio, aumentandolo o diminuendolo in base alle informazioni che arrivano dal motore stesso.

Nel caso del filtro della VW Polo citato prima, ad esempio, il filtro è dotato di un speciale diaframma “antisvuotamento” che si attiva in caso di ridotta contropressione.

Una soluzione brevettata da Sogefi è quella che prevede la presenza di una croce in plastica posizionata centralmente, al fine di attivare la valvola per la pulizia scarico. 

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