Approfondimenti | 10 May 2016 | Autore: a cura di Tekné Consulting

Manutenzione su veicoli ibridi ed elettrici

Per intervenire su un mezzo ibrido o elettrico è necessario prendere delle precauzioni, non solo per evitare danni al veicolo, ma anche per proteggere la persona. Proviamo a fare un po’ di chiarezza su questo argomento.


 

La mobilità ibrida ed elettrica rappresenta oggi una realtà che muove passi sempre più veloci verso un futuro ambizioso nel campo dei trasporti energeticamente sostenibili nel rispetto dell’ambiente urbano.
Un mercato in continua espansione, sospinto dalle scelte “ecosostenibili” operate da governi attenti alla qualità dell’ambiente e con un occhio al futuro, scelte che sono quindi orientate a ridurre la dipendenza della mobilità dal petrolio, con una conseguente riduzione delle emissioni climalteranti.
Questo contesto in continua evoluzione, sia tecnologica sia normativa, spinge gli operatori del settore a integrare le proprie competenze, per poter operare in totale sicurezza e nel rispetto delle normative vigenti.
 
Normative? Ecco quelle di riferimento
La necessità di trattare questo argomento nasce dalla consapevolezza che esistono nel mercato diverse informazioni non complete, tendenziose e pericolose per l’operatore che esegue i lavori di manutenzione e/o riparazione su veicoli a trazione ibrida ed elettrica.
In Italia non esiste una normativa che obbliga gli operatori del settore (autoriparatori, carrozzieri, soccorritori stradali, ecc.) a seguire un corso o ad ottenere una certificazione, ma nel caso in cui si verifichi un infortunio, e nell’eventuale successivo contenzioso, è prevista una verifica della conformità alla “regola d’arte”, riconosciuta dalla legge 186 del 1968 (alle normative CEI).
In altre parole, bisogna essere a conoscenza delle norme per gli impianti elettrici, prima di poter operare sulle vetture ibride-elettriche.
Le norme che devono essere seguite sono la CEI 11-27 IV Edizione “Lavori su impianti elettrici”, la CEI EN 50110-1 “Esercizio degli impianti elettrici”, oltre al già noto decreto legislativo 81/2008 “Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”.
La confusione che ancora aleggia intorno all’argomento deriva dal fatto che la norma CEI 11-27 IV Edizione “Lavori su impianti elettrici”, nasce per essere applicata alle operazioni d attività di lavoro sugli impianti elettrici a tensione inferiore a 1000 V, con esclusioni eccellenti, tra cui i veicoli (o la trazione elettrica in generale).
Ma in assenza di normative specifiche, regole e/o procedure sulla mobilità elettrica, i principi della normativa si applicano anche alle esclusioni.
La norma stabilisce i compiti del datore di lavoro e del preposto al Lavoro, di come eseguire i lavori in sicurezza e di come usare e scegliere i DPI (dispositivi di protezione individuale).
 
La formazione è obbligatoria
Nel complesso, le norme prima menzionate stabiliscono che per operare su di un veicolo ibrido ed elettrico, un manutentore deve essere stato opportunamente formato e informato sui rischi derivati da lavori su apparecchiature elettriche ovvero diventare un PES-PAV (qualifica di persona esperta – persona avvertita).
In assenza di tale qualifica del lavoratore dipendente, la stessa potrà essere attribuita dopo una partecipazione a un corso di formazione che prevede l’acquisizione delle competenze necessarie.
L’attribuzione della qualifica di PES-PAV e l’idoneità a operare sotto tensione in bassa tensione (livello 1A + 2A) può essere ottenuta dopo aver seguito corsi di durata minima di 14 ore effettive di corso, 10 ore per il livello 1A “Conoscenze teoriche” e 4 ore per il livello 2A “Conoscenze teoriche di base per lavori sotto tensione”.
Il datore di lavoro avrà quindi la facoltà di attribuire la qualifica PES/PAV all’operatore, attraverso la compilazione di un modulo, in doppia copia e firmato dalle due figure (datore di lavoro e/o preposto ai lavori) e solo a questo punto il personale con attribuzione PES/PAV potrà svolgere le attività di manutenzione nel rispetto delle istruzioni dettate dalla normativa vigente.
 
Vale anche l’autocertificazione
Il lavoratore autonomo o il datore di lavoro possono autocertificare la loro qualifica PES-PAV: questa deve essere esibita quando richiesta dagli organi di competenza e deve essere basata su conoscenze teorico-pratiche e delle normative vigenti, maturate attraverso percorsi formativi o esperienze lavorative pregresse sugli impianti trattati, opportunamente comprovate da un’idonea documentazione.
 
E le case auto cosa dicono?
Per poter operare quindi su di un veicolo ibrido ed elettrico, è necessaria una preparazione sui rischi dell’elettricità sul corpo umano, su quelle che sono le procedure da seguire e l’abbigliamento e la strumentazione da utilizzare per poter eseguire i lavori: in questo contesto sono da segnalare le diverse posizioni delle case costruttrici.
Ci sono infatti marchi che per poter operare su qualsiasi parte della vettura richiedono il sezionamento della vettura (messa in sicurezza del veicolo), attraverso un interruttore o sezionatore, che va ad interrompere il circuito di alta tensione; altre case costruttrici invece, prevedono il sezionamento dell’impianto solo per operare su determinati sistemi del veicolo, mentre per altri sistemi non è strettamente indispensabile.
Allo stato attuale, in un contesto non ancora standardizzato, l’unica cosa da fare è quella di seguire le indicazioni delle case madri ogni qualvolta ci si trovi ad operare su veicoli elettrici o ibridi; il compito del tecnico è di non farsi trovare impreparato…
 
 

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Tags: auto elettriche teknè

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