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Il mercato revisioni è in recessione da settembre 2016 e ne uscirà dopo 5 anni esatti ma in modo esplosivo.
Sei mesi fa avevamo scritto che il mercato era entrato in recessione e ci aspettavano “sette anni di vacche magre”.Avevamo semplicemente confermato una previsione di diversi anni fa che, se ascoltata, avrebbe permesso agli imprenditori più attenti e alle istituzioni di “giocare d’anticipo”, predisponendo strategie (i primi) e controlli (le seconde) per contrastare in modo efficace quanto sarebbe inevitabilmente avvenuto con l’acuirsi della crisi.
Non era infatti difficile immaginare che la normale concorrenza sarebbe rapidamente sfociata in forme di iper-competitività sempre più scorrette con punte in molti casi al limite dell’illecito, così come poi è avvenuto.
Una guerra di prezzi era facile da predire, ma non lo era l’escalation che è in atto oggi nel mercato: dopo i primi buoni benzina da 5 euro, siamo arrivati a omaggi da 20 euro e, in alcune zone vi sono centri che scontano direttamente sulla tariffa ministeriale l’IVA, i diritti e il bollettino, cioè 21,88€.
Questi folli oggi devono fare 195 revisioni per fatturare quanto facevano prima con 100.
Quando lo sconto non basta più il passo verso l’illegalità è breve: i recenti fatti di cronaca di Albenga e di Lodi Vecchio hanno confermato i nostri timori di un ritorno “alla grande” dei centri disonesti.
Purtroppo, tutto ciò che avevamo detto e predetto è rimasto inascoltato.
Cosa succederà nel 2021?
Oggi facciamo una nuova previsione: da settembre 2021 il mercato tornerà a crescere e lo farà col botto.
Come possiamo affermarlo con tanta sicurezza?
Grazie all’analisi delle due componenti principali che influenzano le revisioni: le immatricolazioni e le radiazioni Il grafico 1 mostra l’andamento delle immatricolazioni (linea blu) e delle radiazioni (linea gialla) da dicembre 2000 a oggi.
Per anni le curve hanno viaggiato parallele: il mercato era “drogato” da incentivi minori come l’esenzione dal bollo e si vendevano in media 2.500.000 autoveicoli ogni anno e se ne radiavano circa 2.000.000.
Poi sono arrivati gli eco-incentivi dei governi Prodi e Berlusconi che però non hanno aiutato più di tanto un mercato già ipersaturo, come si vede dai trend discendenti delle curve.
Nel 2008 c’è stata la crisi americana dei derivati che ha contagiato il resto del mondo. Da allora le vendite del nuovo hanno iniziato a calare, seguite dalle radiazioni. Sino a settembre 2011 quando, all’improvviso, il rapporto tra radiato e immatricolato ha cambiato brutalmente verso.
La fase acuta si è avuta un anno dopo, a settembre 2012 ed è durata sino ad agosto 2014, con le radiazioni sistematicamente maggiori delle immatricolazioni, sino a un picco di 200.000 radiati in più.
Per capire meglio il fenomeno ricorriamo a un secondo grafico, che mostra il tasso di sostituzione.
Questo indice ci dice quanti veicoli vengono radiati per ogni immatricolato. In passato il rapporto è stato a lungo compreso tra 0,70 e 0,80, cioè ogni 100 veicoli nuovi ne venivano ritirati dal mercato tra 70 e 80.
Gli ecoincentivi hanno fatto balzare il rapporto a 0,90 ma è solo con la crisi che toccano valori mai visti: ogni 100 nuovi, sparivano 113 veicoli vecchi.
Se le immatricolazioni si ripercuotono sulle revisioni quattro anni dopo, le radiazioni influenzano da subito i volumi ma poi i due fattori si sommano tra loro e si accumulano nel tempo, come una lunga onda.
Si spiegano così venti anni di crescita e la fase recessiva attuale: il punto critico che toccheremo nel 2018 nasce tra il 2012 e il 2014.
Veniamo quindi alle previsioni per il 2021.
Oggi il mercato del nuovo è in forte ripresa e molti analisti prevedono che si tornerà presto a 2,3 milioni di immatricolazioni annue. La curva blu del grafico precedente mostra l’impennata degli ultimi anni.
Per contro la curva gialla sta andando trasversale e il tasso di sostituzione è ora a 0,71 e tende a scendere.
Si sta creando una “sacca” di oltre 600.000 veicoli che sarà pronta a esplodere dalla seconda metà del 2021.
Previsioni? Se il tasso di sostituzione resterà attorno a 0,70, aspettiamoci pure 14.900.000 revisioni tra 5 anni.
Il punto chiave è organizzarsi per resistere ed essere pronti ad attaccare al tempo giusto.
Scommettiamo però che anche questa previsione cadrà nel vuoto?
L’analisi completa è disponibile su www.osservatoriorevisioneveicoli.com
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