Johnson Controls presenta Ecosteps, un nuovo programma per il riciclaggio delle batterie. Siamo stati alla presentazione di questo progetto, che è solo l'ultima novità di un complesso percorso.
“Per un mondo più confortevole, sicuro e sostenibile”, è questo lo slogan che accompagna tutti i progetti di Johnson Controls. Un claim che è più una visione della vita e un modo di affrontare le sfide tecnologiche in ogni campo, con un occhio particolare all'automotive.Se, infatti, il marchio Varta è sinonimo di accumulatori per auto (ma anche di batterie di differenti formati per l'elettronica di consumo), Johnson Controls, il gruppo che sta “dietro” il marchio, è una multinazionale attiva su diversi fronti. Nata con l'invenzione dei termostati per la regolazione della temperatura negli edifici, questa azienda è divisa in tre settori principali: building efficiency, che negli anni si è specializzata in tutte le tecnologie per l'abbattimento dei consumi energetici delle abitazioni, power solutions e automotive experience, la business unit che si occupa del progetto e dello sviluppo di componentistica per l'auto: sedili, pannelli strumentazione/cockpit, portiere e sistemi sottotetto, interni integrati, elettronica e gestione dell’energia elettrica. Il tutto, sempre con un occhio all'efficienza dei mezzi, in modo da minimizzare i consumi.
Quando si pensa all'efficienza di un veicolo, però, l'attenzione dei più si concentra sempre sulle componenti del mezzo: una maggiore resa delle parti meccaniche e aerodinamiche, coadiuvate da un sempre maggiore utilizzo di elettronica di controllo (quando non anche di elettricità per la motricità del mezzo). In questo frangente, un ruolo da protagonista spetta anche alle batterie per auto, perché sempre più sarà richiesto loro di essere più performanti. Il tema chiave, attorno cui ruota tutto lo sviluppo delle auto del futuro, è infatti il rapporto tra motori elettrici e termici, dove i primi sono sicuramente destinati a essere i protagonisti, ma i secondi resteranno per parecchi anni sulla scena.
I prossimi step evolutivi dell'auto si chiamano, infatti, Start&Stop, mild-hybrid, full hybrid e, solo all'ultimo, con mille incognite, full electric. In tutti i casi, la batteria riveste un ruolo fondamentale nella corsa tecnologica verso le nuove soluzioni e gli impegni di Johnson Controls su ricerca e sviluppo di nuove soluzioni sono enormi.
Una ricerca e sviluppo che affronta tutto il processo produttivo delle batterie e che, oggi, non può esimersi da un aspetto divenuto fondamentale per chiunque abbia a cuore l'ambiente: lo smaltimento dell'esausto. Smaltire in maniera corretta gli accumulatori per uso automobilistico evita che sostanze tossiche si propaghino nell'ambiente e creino danni, spesso irreparabili. Uno dei limiti, però, a tutti i sistemi di “ecologizzazione” dei processi è che spesso i costi per tutta la filiera sono elevati. In questo caso, la differenza rispetto al “resto del mondo” è che smaltire le batterie fa bene all'ambiente ma anche al portafogli, vediamo perché.
Piombo: un metallo
oscillante
La ragione primaria per cui il progetto è economicamente conveniente è che il prezzo del piombo, inteso come materia prima di cui sono costituite praticamente tutte le batterie automotive (se si escludono quelle al litio o i generatori a celle a combustibile utilizzate perlopiù in progetti sperimentali) è soggetto alle speculazioni finanziarie e, come tutte le materie prime, subisce notevoli sbalzi di prezzo che rendono impossibile, per il produttore, stabilire quanto costerà produrre un accumulatore l'anno successivo (con tutte le problematiche di prezzo che si ripercuotono, prima o poi, su tutta la filiera). Di contro, il piombo è un metallo che si ricicla praticamente al 100%, il che permette di utilizzare sempre la stessa materia prima indipendentemente dal costo di mercato.
Grazie a queste due caratteristiche proprie degli accumulatori al piombo, Johnson Controls ha presentato il mese scorso il nuovo progetto di recupero delle batterie esauste.
Ecosteps: la seconda vita
della batteria
Si chiama Ecosteps ed è il nuovo progetto di recupero e riciclo di batterie presentato il 19 aprile scorso, che punta a semplificare la vita a tutti gli operatori della filiera aftermarket che trattano accumulatori al piombo-acido. Agli operatori del settore, infatti, il progetto Ecosteps offre il ritiro gratuito e certificato delle batterie esauste. Sul versante prezzo, inoltre, il ritiro certificato permette di scalare il contributo ambientale in funzione della quantità di batterie esauste restituite, senza la necessità di versare immediatamente il saldo.
Con questo progetto nessun attore della filiera deve più preoccuparsi di alcun passaggio durante il ciclo di vita della batteria. Johnson Controls, infatti, oltre a consegnare le batterie nuove al grossista, che le recapita ai ricambisti e quindi agli installatori, si occupa anche del ritiro dei contenitori pieni di accumulatori esausti con l'ausilio del consorzio Cobat, che a sua volta li invia ai centri di riciclaggio dove, alla fine del processo, si trasformano in prodotti nuovi. La novità introdotta da questo sistema, rispetto ai vari presenti oggi sul mercato, è che l'addizionale piombo non è più un importo fisso, ma è calcolato per differenza tra il peso acquistato e il peso restituito.
“Ad oggi -
dichiara Guido Borzoni, general manager Johnson Controls- riusciamo a riciclare il 65% delle batterie esauste in Italia, una percentuale che contiamo di aumentare e che, potenzialmente, potrebbe arrivare al 100%”. Questo perché, ci spiegano, in ogni punto di raccolta si possono portare batterie di tutte le marche. Non solo, oggi la legge è particolarmente confusa e, se da una parte gli autoriparatori sono
obbligati a ritirare e smaltire le batterie dei propri clienti, i supermercati e i centri brico, invece, sono addirittura interdetti da questa operazione, ragione per cui le quote di recupero sono più basse di quello che potrebbero essere.
Un mercato in salute
Proprio i supermercati sono stati l'argomento che ha permesso a Borzoni un breve excursus sulla situazione di mercato. La grande distribuzione, infatti, è destinata ad avere un ruolo sempre più marginale nella vendita delle batterie, a tutto vantaggio del mercato tradizionale di autoriparatori. Il motivo è da ricercarsi nella sempre maggiore complessità elettronica delle vetture che aumenterà ulteriormente con l'arrivo delle nuove tecnologie Start&Stop. Di contro, il mercato delle batterie si attesta intorno ai 7.000.000 di pezzi/anno sul nostro mercato, un volume che Johnson Controls intende gestire con una rete di oltre 14.000 punti di raccolta già attivi sul territorio.
Ecosteps sostiene il WWF
Per dare un maggiore impatto alla campagna di sensibilizzazione della raccolta di batterie Ecosteps, Johnson Controls devolverà una parte del ricavato delle operazioni di riciclaggio al WWF. Una campagna di sensibilizzazione che sarà anche comunicata su tutto il materiale e il merchandising destinato ai punti vendita che richiama l'attenzione dei clienti finali sull'importanza di contribuire al benessere dell'ambiente consegnando le batterie nei punti di raccolta.
Johnson Controls Power Solutions diventa partner di eXponentia
Dalla fine di maggio 2011 Johnson Controls è entrato a far parte di eXponentia, un consorzio europeo nato per favorire la formazione per i professionisti della distribuzione ricambi e riparazione automotive.
Grazie a eXponentia, le autofficine che operano nel mercato indipendente dei ricambi possono avvalersi del know-how di sette tra i maggiori componentisti OEM (Gates, Johnson Controls,
Kolbenschmidt Pierburg, SKF, Tenneco, TRW e Valeo) e tenersi al corrente degli sviluppi tecnologici nel settore automobilistico, grazie a una formazione sistematica improntata alla pratica.
La formazione è strutturata in moduli con un forte orientamento pratico e curata da professionisti di elevata competenza. Inoltre, è previsto un servizio di assistenza tecnica telefonica con operatori specializzati.
Johnson Controls ha optato per diventare partner con il marchio Varta allo scopo di supportare le autofficine indipendenti nella transizione dalla trazione tradizionale alla complessa tecnologia dei sistemi Stop&Start. Già oggi sono in circolazione 3 milioni di auto dotate di questo sistema.