Articoli | 28 June 2019 | Autore: Alessandro Margiacchi

Parla Brecav, un percorso di emozioni

Antonio Braia, da 30 in azienda, racconta il suo percorso in Brecav: un’impresa familiare che ha saputo reinventarsi, riuscendo a capire su cosa puntare per continuare a restare sulla cresta dell’onda.

 

A colloquio con Antonio Braia, attuale amministratore delegato di Brecav, ci siamo trovati di fronte una persona affabile e disponibile, capace di esserlo nonostante il ruolo che oggi ricopre. Un ruolo guadagnato con tanti sacrifici, curiosità, tenacia, passione, continua formazione e forte umiltà, grazie al supporto e ai valori della propria famiglia, il vero motore dell’azienda di Matera.

Con la sua carica positiva, e con un velo di commozione, Antonio Braia, che festeggia quest’anno i suoi primi 30 anni in Brecav (fondata nel 1985) e che scherzosamente ama definirsi il “Peter Pan dell’automotive”, ci racconta la sua esperienza, le tappe che hanno portato Brecav a crescere e ad affermarsi sul mercato come una realtà dinamica e apprezzata prima in Italia e poi all’estero.
 

Il territorio e la famiglia

Brecav, in sintesi, può essere definita un’azienda fortemente innovativa che vive il presente pianificando il futuro, senza mai dimenticarsi il passato. Profondamente legata alle proprie radici, al proprio territorio, Matera, città patrimonio Unesco e oggi Capitale Europea della Cultura.

Un legame, quello con la “città dei sassi”, dove Brecav non si dedica semplicemente allo sviluppo, progettazione e produzione dei propri prodotti, ma costantemente lavora per trasmettere i suoi valori e filosofia al mercato nazionale e internazionale: passione, coerenza, determinazione e innovazione. 
Valori che il fondatore, Eustachio Braia, ha trasmesso ai suoi tre figli, che oltre ad essere legati dallo stesso sangue, sono riusciti insieme a scindere la sfera professionale da quella familiare: due aspetti che devono correre su due binari diversi.

“Non è semplice separare questi due ambiti, noi ce l’abbiamo fatta. Questo non vuol dire che non ci sia il legame affettivo, anzi. Il bene che voglio ai miei fratelli va ben oltre, senza di loro io non sarei qui. Ho piena fiducia in Paolo e Angelo Raffaele e nel loro operato, sono fiero di ciò che siamo riusciti a costruire e sono grato per la fiducia che entrambi ripongono nei miei confronti”. Insomma, un continuo percorso formativo e culturale orientato al riconoscere nell’altro la parte mancante, valorizzando le differenze.
 

Un tuffo nel passato

Il cavo candela, per Brecav, non è semplicemente un ricambio per l’aftermaket automotive, ma è una filosofia di vita. Un prodotto che ai tempi non veniva sostituito, ma che a Eustachio Braia non è passato inosservato. Tutto ha inizio da un giovane elettrauto che osservando il motore e i suoi componenti notava la totale indifferenza nel sostituire i cavi candela.

“Mio padre era un elettrauto, il meccatronico di oggi, ma era un autoriparatore evoluto. Oggi in molti immaginano ancora l’officina come un luogo disordinato, grigio, dove c’è un meccanico con le mani sporche. Lui, accoglieva i suoi clienti con il camice bianco, con la cravatta, facendoli sentire a casa propria in un ambiente pulito, professionale, accogliente e green”. Questo approccio lo porterà a realizzare una vera idea geniale partendo da una domanda: cosa ci guadagna il cliente nel sostituire i cavi candela? 

Eustachio Braia, quindi, ha fatto emergere una necessità perché “non bisogna agire per i propri bisogni, ma per soddisfare quelli degli altri”. Fino a quel momento, infatti, i cavi candela, nonostante fossero ben visibili, non venivano cambiati, il massimo che si poteva fare era mettere il nastro isolante. Nel 1978 nasce la prima azienda che produrrà cavi di accensione, grazie ad un vero lavoro di squadra: “Mio padre non ha aprì la sua attività da solo, ma coinvolse altri elettrauti, veri competitors”, ricorda Antonio Braia.

Un pioniere anche nel capire che la collaborazione è fondamentale per il successo e raggiungimento degli obiettivi. Dopo pochi anni riuscì a conquistare un ruolo di tutto rispetto nel mercato italiano, ma Eustachio decide di guardare oltre, di investire in nuove linee e nuovi mercati.
Siamo nel 1985, lascia la precedente aziende per far nascere Brecav, una nuova realtà imprenditoriale che vuole fare la differenza, essere un forte esempio di italianità, mettendo insieme competenze condividendo conoscenze. Negli anni successivi Brecav arriva a coprire capillarmente tutta l’intera penisola italiana, rivelandosi una di quelle realtà del sud di grandi capacità e professionalità valorizzando il proprio brand investendo sempre più sul capitale umano.
 

Antonio Braia: ecco la mia storia

Entrato in Brecav a 19 anni dopo la fine degli studi, Antonio Braia ricorda così la sua storia: “In famiglia siamo cresciuti a pane e cavi candela, nostro padre ci ha fatto vivere la sua passione, nella maniera più naturale possibile trasmettendoci i suoi valori e il suo sogno. Fin da piccolo con piacere seguivo mio padre nella sua fabbrichetta e solo la sera raggiungevo i miei amici. Ho capito molto presto che la mia strada sarebbe stata quella di continuare nel progetto di mio padre e mi sono dedicato con tutto me stesso all’attività di famiglia”.

Antonio Braia è il primo dei figli del fondatore a entrare a far parte dell’azienda, iniziando nel reparto produttivo perché “se non capisci come e cosa produciamo non potrai farti rispettare dai collaboratori e dal mercato, diceva mio padre”.
Momenti bellissimi erano anche quelli dedicati alla visita dei clienti, lo portava spesso con se così da fargli “assaggiare” il mercato, capirne le dinamiche e imparare a relazionarsi con le persone.

A 21 anni poi, grazie alla lungimiranza del fondatore Braia, il figlio Antonio parte per Milano per frequentare corsi di una importante scuola dove venivano formati manager e imprenditori. “E’ il vero inizio della mia crescita umana e professionale, consapevole sempre di più dell’importanza di investire nelle risorse umane, nella gestione dei processi di cambiamento della propria cultura aziendale, la formazione e la crescita delle persone, al fine di creare un sistema virtuoso finalizzato all’evoluzione sana della nostra impresa”.

Questo percorso, ancora oggi attivo, ha portato a una serie di successi: campagne pubblicitarie innovative per valorizzare il brand, nuove linee di cavi per mercati di nicchia (Tuning, Epoca, Gas-Metano-GPL, Gruppi Elettogeni, CoGeneratori), linea bobine di accensione, cataloghi evoluti, packaging e molto altro ancora.
Un percorso che porta il capitale umano, interno ed esterno, a costruire un vero brand con una propria identità e unicità, facendo sì che il mercato inizi a riconoscere non solo un prodotto di alta qualità, ma una vera esperienza. Una cultura d’impresa da sempre orientata all’innovazione a 360 gradi. Altro aspetto da sottolineare è la capacità di Brecav di avviare e consolidare importanti partnership, con il mondo della ricerca, dell’università e collaborando anche con alcuni competitors.
 

Il passaggio di testimone

Il passaggio generazionale, invece, è avvenuto in maniera del tutto naturale. “Dieci anni fa nostro padre si è manifestato con il solito garbo, dicendo: sono orgoglioso di voi, grazie”, ricorda Antonio Braia. “Se vuoi essere un’azienda di valori, devi saperli applicare, non devi mai smettere di imparare e di crescere ed è per questo che ancora oggi frequento percorsi manageriali”. Tutto questo senza mai dimenticare le persone e la loro importanza: “Il mio credo è quello di costruire sane e buone relazioni con le persone, da sempre. Mi piace lasciare esempi concreti, coerenti, essere credibile agli occhi degli altri così da realizzare un vero volano virtuoso per costruire fiducia, con obiettivo trasmettere tutto questo ai giovani”, spiega l’AD di Brecav.
 

Il cambio di passo: l’immagine

Grazie alle sollecitazioni acquisite durante i vari percorsi formativi presso la Business School di Milano e alle tante fiere internazionali visitate, Antonio Braia capisce l’importanza di costruire per Brecav una nuova immagine e lancia una rivoluzionaria campagna comunicativa sia sui prodotti sia sul packaging. Forte attenzione non solo al cosa comunicare, ma al come.

Questa politica sarà anche molto apprezzata dai mercati internazionali, grazie alle prime presenze di un proprio stand presso le più importanti fiere. Questo si è potuto realizzare grazie al coraggio di un genitore che ha sempre spinto l’attuare CEO a “respirare” l’aria dei mercati internazionali così da acquisire consapevolezza di cosa succede al di fuori del mercato Italia.

“Il packaging in scatola colorata, con forti immagini, in sostituzione della semplice busta in pvc, per esempio, nasce da un’esperienza vissuta come visitatore nel lontano 1992, presso la fiera internazionale di Las Vegas, fiera dove oggi esponiamo ancora. In questo viaggio, vidi che gli americani chiudevano i cavi dentro packaging colorati (impensabili in Italia) e promuovevano i loro prodotti e la loro azienda con brochure ricche e complete di informazioni”.

Nell’ottica di accompagnare i clienti verso un cambiamento inevitabile, quindi, Brecav inizia a presentare i suoi packaging ai clienti: all’inizio su 30 distributori, solo tre accettano la proposta, dovuta a difficoltà di stoccare negli scaffali le scatole, ma ancora una volta le premesse di avere immagine differente e protezione dei prodotti furono nel breve accolte da tutta la rete. Tanti i claim lanciati dal 1992 ad oggi: “Fatti per durare nel Tempo”, “Il cavo Candela è Vita”, “Persone legate dalla passione”, concludendo con l’attuale “Made in Italy, by Italians”.
 

L’ingresso di Paolo, Angelo Raffaele e Sergio Turra

È il momento poi di Paolo Braia, che entra nell’azienda di famiglia nel 1992, portando il suo contributo nel reparto produttivo, logistico e di assistenza al cliente, di cui oggi è il responsabile. Seguito dall’ultimo dei tre fratelli: Angelo Raffaele Braia. Siamo nel 1998 e Angelo Raffaele entra in Brecav portando con sè le sue competenze finanziarie, di analisi, di gestione e le sue passioni: i viaggi e le lingue straniere. È chiaro, quindi, che oggi sia l’export manager dell’azienda: Brecav infatti esporta in oltre 40 nazioni (nel 1998 erano 12) e conta a catalogo 1.300 codici di cavi candela e 500 di bobine di accensione.

“Grazie alla nostra unione, al confronto reciproco e alla tenacia sappiamo come essere vincenti. Portiamo avanti la linea della coerenza, Brecav non è solo Antonio Braia, Brecav è una squadra unita, valorizzata dal lavoro e l’impegno di tutti i nostri collaboratori”, dichiara l’amministratore delegato di Brecav. Un esempio è proprio quello di Sergio Turra che è oggi in azienda come nuovo responsabile vendite per l’IAM Italia e che grazie alle sue capacità è in grado di entrare in empatia con tutta la filiera, dal grossista ai ricambisti, per arrivare alle officine.
 

I brand e il claim

Oggi Brecav, mettendo a valore sempre di più l’ascolto del mercato si presenta con un catalogo completo di prodotti relativi all’accensione: cavi candela, bobine di accensione e sistemi di accensione per auto, moto, truck e bus.

Il tutto grazie alla disponibilità di una rete commerciale professionale e capillare tramite i quattro brand di proprietà: Brecav, ARP, Bream (distribuito in esclusiva da Rhiag) e BiParts. In particolare, ARP (acronimo di Antonio, Raffaele e Paolo) nasce nel 1995 quando Brecav raccoglie la richiesta di un distributore estero di realizzare un brand destinato non più solo al mercato elettrico, ma anche a quello meccanico. Altro esempio fra i tanti di come Brecav ha saputo trasformare la criticità in una nuova opportunità di business è quella relativa alla nascita, nell’anno 2000, della linea dedicata a motorizzazioni Metano-Gas, oggi anche per GPL denominata Golden Line.

Il tutto matura da un quantitativo di cavi resi arrivati da un consorzio di taxisti di Roma. Nasce quindi l’esigenza di capire quale fosse l’origine del difetto del cavo e dopo un’attenta analisi, grazie anche alla forte rete di competenze e professionalità esterne (Centri di ricerca, Università, partner) si è capito che questi motori necessitavano di cavi candela con specifiche caratteristiche tecniche. Nel 2004 altra grande intuizione, il lancio della linea dedicata alle bobine di accensione, binomio perfetto con i cavi candela, che poi porterà alla realizzazione di bobine a brand “Brecav, made in Germany”. Un altro momento importante per l’azienda è la nascita nel 2006 della propria Academy, chiamata Bi3, una vera Scuola di Management con l’obiettivo di “sviluppare cultura di impresa”.

E a proposito di valore, ricordiamo l’identità Brecav che è sintetizzata dal suo claim aziendale “Made in Italy, by Italians”, a sottolineare il legame con il territorio ma anche la qualità e la capacità creativa e di forte specializzazione delle imprese italiane, dove il brand sono le persone. Brecav, infatti, può a buon diritto affermare che i cavi candela, da sempre il core business aziendale, sono interamente realizzati nello stabilimento di Matera.

“Il lavoro da fare è ancora tanto, non vogliamo tirarci indietro, ultima sfida è il mercato dell’heavy duty con l’ingresso delle motorizzazioni a metano e gas liquido: andiamo avanti nel nostro processo di crescita, le persone saranno sempre al centro della nostra strategia e continueremo a dedicare un’attenzione particolare al digitale e ai social: c’è bisogno di intercettare i bisogni, nuovi bisogni. Così da preparare, perché no, un terreno nuovo per la terza generazione…”, conclude Antonio Braia.

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Tags: bobine brecav cavi candela

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