Alla guida di Inter Cars Italia, Robert Antončić ci racconta la nuova strategia dell’azienda sul mercato italiano. La realtà italiana della società polacca guarda al futuro e riorganizza la propria attività.
Era il mese di settembre del 2015 quando Inter Cars inaugurava la sua prima filiale in Italia, precisamente a San Donà di Piave (VE). Con il suo approccio al mercato poi, il distributore polacco si è fatto sempre più spazio anche nel Belpaese aprendo ben sei filiali, coerente con l’obiettivo di crescere e svilupparsi ulteriormente, sia come presenza sul territorio, sia come profondità e livello di servizio.
Oggi, invece, Inter Cars cambia rotta ed è pronta ad affrontare il futuro con una nuova configurazione tutta votata al cliente e alle nuove sfide nel mondo automotive.
È quindi Robert Antončić, alla guida delle operazioni in Italia, che ci racconta in questa intervista come mai l’azienda ha deciso di chiudere in Italia quattro delle sei filiali e la nuova strategia aziendale, che punta a mettere al centro il ricambista.
Lei è il nuovo responsabile Inter Cars per il mercato italiano, ci racconta brevemente il suo background professionale? Opererà direttamente dall’Italia o continuerà a seguire il mercato dall’estero?
Il mio nome è Robert Antončić, ho 44 anni, e sono nato a Zagabria in Croazia. Ho fondato la filiale di Inter Cars Croazia nel 2005, ma lavoro nel mercato post-vendita dal 2001. In Inter Cars sono responsabile del mercato italiano dal 2015.
Dopo i recenti cambiamenti avvenuti in azienda, vivo in Italia e dirigo direttamente in loco le attività di Inter Cars Italia come amministratore unico.
Negli ultimi anni Inter Cars ha puntato molto sul mercato italiano con l’apertura di nuove filiali, oggi alcuni depositi stanno chiudendo: l’Italia rimane ancora un mercato di riferimento? Cosa non ha funzionato?
Anche se le nostre filiali hanno dimostrato e stavano dimostrando un trend positivo, abbiamo deciso di interrompere il nostro attuale modello di cooperazione in quanto, dopo quattro anni di sviluppo, le filiali non avevano raggiunto la dovuta redditività.
Abbiamo pertanto proposto un nuovo modello di cooperazione ai nostri partner, che si basa sulla distribuzione classica, cioè continuare a operare sul mercato come una sorta di “ricambista”. Al momento stiamo ancora negoziando con alcuni dei nostri partner per attuare questa trasformazione, quindi non sono in grado di fornirvi maggiori dettagli sulla natura di questa futura collaborazione. Il nostro obiettivo è quello di continuare a cooperare con loro, ma con differenti modalità.
Dopo le trattative con i nostri partner di filiale, abbiamo concordato di chiudere quattro dei sei punti vendita esistenti; a tal riguardo forniremo al più presto maggiori dettagli al mercato sui termini delle condizioni della futura cooperazione. Nel breve periodo potrebbe intravedersi un lieve calo nel livello del servizio offerto, ma se consideriamo il lungo periodo sicuramente il nostro obiettivo è quello di offrire il miglior portfolio di prodotti abbinato a un miglior livello di servizio, che in termini di business mira a sostenere e incrementare i risultati dei nostri partner.
Il nostro problema con le filiali non è mai stato correlato al mercato. Abbiamo tra l’altro con successo trovato degli imprenditori che hanno saputo non solo riconoscere i vantaggi dati dal nostro modello, accettando le differenze rispetto alle solite pratiche radicate sul mercato italiano, ma sono stati anche in grado di superare le sfide di una start-up pesantemente dipendente da una forte leadership, con prestazioni personali, responsabilità finanziaria e gestione delle operazioni quotidiane necessarie per raggiungere risultati mirati.
Quindi, quello che possiamo annunciare è che sicuramente l’Italia rimane un mercato importante per noi e proprio per questo motivo in futuro concentreremo tutta la nostra attenzione sui clienti ricambisti e faremo di tutto per individuare, insieme a loro, il miglior compromesso, al fine di continuare e incrementare le vendite di pezzi di ricambio, in modo più redditizio e proiettati al futuro.
Da sempre Inter Cars vende all’officina tramite ricambisti partner e/o filiali di proprietà e la velocità di consegna è sempre stato un vostro punto di forza. Come pensate di organizzarvi in Italia d’ora in avanti? Ci sarà un cambio di strategia?
Quello che possiamo annunciare è che nel prossimo futuro concentreremo tutta la nostra attenzione sui clienti ricambisti.
Solo il tempo ci potrà dare delle risposte, ma sicuramente non chiuderemo mai le porte a nessun tipo di cooperazione, soprattutto se questo potrà in qualche modo garantire un miglior supporto alle officine in modo che anche l’utente finale (proprietari di auto o flotte) possa trarne benefici in termini di prezzi di acquisto più vantaggiosi e prodotti qualitativamente più performanti.
Sappiamo che Lei segue anche altri mercati nell’Est europeo: quali sono le differenze rispetto al mercato italiano?
Ogni mercato è a modo suo diverso, questo non significa però che le differenze operative tra i diversi mercati in Europa siano cruciali per il successo dell'azienda. Alla fine tutti noi lavoriamo per avere un profitto.
In base alla mia esperienza, quanto ho notato è che ci sono differenze tra il mercato italiano e il resto d’Europa, dove ho sviluppato maggiormente la mia esperienza diretta. Per quanto riguarda l'Italia, a mio parere, c’è un basso livello di consolidamento del mercato e in parallelo si denota anche uno scarso livello di integrazione nel mercato.
Un’ultima domanda: come vede il futuro del mercato aftermarket?
Avendo in mente quanto già espresso, a mio parere il mercato in Italia dovrà consolidarsi ulteriormente laddove gli operatori di piccole e medie dimensioni dovranno scegliere il loro partner per lo sviluppo futuro. Solo con sforzi congiunti le aziende saranno in grado di crescere e di diventare sempre più forti.
Tutti dovranno diventare più flessibili, aperti ai cambiamenti e ai compromessi. Il vincitore sul mercato sarà il giocatore capace di attrarre il maggior numero di clienti grazie ai molteplici servizi offerti. Noi come i nostri concorrenti vendiamo prodotti molto simili o addirittura gli stessi, ma sarà cruciale per il futuro il modo in cui riusciremo a vendere i prodotti presenti nel nostro portfolio, quindi non dovremo solo essere focalizzati su cosa si vende, ma anche e soprattutto su come si vende.
In seguito ai recenti cambiamenti, nelle prossime settimane prevediamo di introdurre molte novità nelle nostre attività in Italia, relative ad esempio alla nostra strategia di vendita, ai processi operativi, al livello di servizio offerto, alla gamma di prodotti subito disponibili e agli strumenti che utilizzeremo nella nostra comunicazione con i clienti. Tutto ciò ci aiuterà a presentare i vantaggi della nostra proposta di business in modo significativamente migliore rispetto a quanto fatto finora, facendo del nostro meglio nel supportare i nostri clienti in maniera più attenta durante la fase di trasformazione, dalla semplice distribuzione di merce al più ampio concetto di fornitura di soluzioni per un business di successo.
Il mio nome è Robert Antončić, ho 44 anni, e sono nato a Zagabria in Croazia. Ho fondato la filiale di Inter Cars Croazia nel 2005, ma lavoro nel mercato post-vendita dal 2001. In Inter Cars sono responsabile del mercato italiano dal 2015.
Dopo i recenti cambiamenti avvenuti in azienda, vivo in Italia e dirigo direttamente in loco le attività di Inter Cars Italia come amministratore unico.
Negli ultimi anni Inter Cars ha puntato molto sul mercato italiano con l’apertura di nuove filiali, oggi alcuni depositi stanno chiudendo: l’Italia rimane ancora un mercato di riferimento? Cosa non ha funzionato?
Anche se le nostre filiali hanno dimostrato e stavano dimostrando un trend positivo, abbiamo deciso di interrompere il nostro attuale modello di cooperazione in quanto, dopo quattro anni di sviluppo, le filiali non avevano raggiunto la dovuta redditività.
Abbiamo pertanto proposto un nuovo modello di cooperazione ai nostri partner, che si basa sulla distribuzione classica, cioè continuare a operare sul mercato come una sorta di “ricambista”. Al momento stiamo ancora negoziando con alcuni dei nostri partner per attuare questa trasformazione, quindi non sono in grado di fornirvi maggiori dettagli sulla natura di questa futura collaborazione. Il nostro obiettivo è quello di continuare a cooperare con loro, ma con differenti modalità.
Dopo le trattative con i nostri partner di filiale, abbiamo concordato di chiudere quattro dei sei punti vendita esistenti; a tal riguardo forniremo al più presto maggiori dettagli al mercato sui termini delle condizioni della futura cooperazione. Nel breve periodo potrebbe intravedersi un lieve calo nel livello del servizio offerto, ma se consideriamo il lungo periodo sicuramente il nostro obiettivo è quello di offrire il miglior portfolio di prodotti abbinato a un miglior livello di servizio, che in termini di business mira a sostenere e incrementare i risultati dei nostri partner.
Il nostro problema con le filiali non è mai stato correlato al mercato. Abbiamo tra l’altro con successo trovato degli imprenditori che hanno saputo non solo riconoscere i vantaggi dati dal nostro modello, accettando le differenze rispetto alle solite pratiche radicate sul mercato italiano, ma sono stati anche in grado di superare le sfide di una start-up pesantemente dipendente da una forte leadership, con prestazioni personali, responsabilità finanziaria e gestione delle operazioni quotidiane necessarie per raggiungere risultati mirati.
Quindi, quello che possiamo annunciare è che sicuramente l’Italia rimane un mercato importante per noi e proprio per questo motivo in futuro concentreremo tutta la nostra attenzione sui clienti ricambisti e faremo di tutto per individuare, insieme a loro, il miglior compromesso, al fine di continuare e incrementare le vendite di pezzi di ricambio, in modo più redditizio e proiettati al futuro.
Da sempre Inter Cars vende all’officina tramite ricambisti partner e/o filiali di proprietà e la velocità di consegna è sempre stato un vostro punto di forza. Come pensate di organizzarvi in Italia d’ora in avanti? Ci sarà un cambio di strategia?
Quello che possiamo annunciare è che nel prossimo futuro concentreremo tutta la nostra attenzione sui clienti ricambisti.
Solo il tempo ci potrà dare delle risposte, ma sicuramente non chiuderemo mai le porte a nessun tipo di cooperazione, soprattutto se questo potrà in qualche modo garantire un miglior supporto alle officine in modo che anche l’utente finale (proprietari di auto o flotte) possa trarne benefici in termini di prezzi di acquisto più vantaggiosi e prodotti qualitativamente più performanti.
Sappiamo che Lei segue anche altri mercati nell’Est europeo: quali sono le differenze rispetto al mercato italiano?
Ogni mercato è a modo suo diverso, questo non significa però che le differenze operative tra i diversi mercati in Europa siano cruciali per il successo dell'azienda. Alla fine tutti noi lavoriamo per avere un profitto.
In base alla mia esperienza, quanto ho notato è che ci sono differenze tra il mercato italiano e il resto d’Europa, dove ho sviluppato maggiormente la mia esperienza diretta. Per quanto riguarda l'Italia, a mio parere, c’è un basso livello di consolidamento del mercato e in parallelo si denota anche uno scarso livello di integrazione nel mercato.
Un’ultima domanda: come vede il futuro del mercato aftermarket?
Avendo in mente quanto già espresso, a mio parere il mercato in Italia dovrà consolidarsi ulteriormente laddove gli operatori di piccole e medie dimensioni dovranno scegliere il loro partner per lo sviluppo futuro. Solo con sforzi congiunti le aziende saranno in grado di crescere e di diventare sempre più forti.
Tutti dovranno diventare più flessibili, aperti ai cambiamenti e ai compromessi. Il vincitore sul mercato sarà il giocatore capace di attrarre il maggior numero di clienti grazie ai molteplici servizi offerti. Noi come i nostri concorrenti vendiamo prodotti molto simili o addirittura gli stessi, ma sarà cruciale per il futuro il modo in cui riusciremo a vendere i prodotti presenti nel nostro portfolio, quindi non dovremo solo essere focalizzati su cosa si vende, ma anche e soprattutto su come si vende.
In seguito ai recenti cambiamenti, nelle prossime settimane prevediamo di introdurre molte novità nelle nostre attività in Italia, relative ad esempio alla nostra strategia di vendita, ai processi operativi, al livello di servizio offerto, alla gamma di prodotti subito disponibili e agli strumenti che utilizzeremo nella nostra comunicazione con i clienti. Tutto ciò ci aiuterà a presentare i vantaggi della nostra proposta di business in modo significativamente migliore rispetto a quanto fatto finora, facendo del nostro meglio nel supportare i nostri clienti in maniera più attenta durante la fase di trasformazione, dalla semplice distribuzione di merce al più ampio concetto di fornitura di soluzioni per un business di successo.
Il nuovo assetto di Inter Cars in Italia A partire dall’1 luglio 2019, le filiali Inter Cars in Italia sono organizzate nel modo seguente:
|
Tags: Inter Cars