Con Claudio Santin, direttore generale di PDA, abbiamo parlato di un progetto che ha preso forma nell’ultimo anno: un gruppo di acquisto nato per volontà di alcuni soci del consorzio, ma aperto anche a nuovi distributori, non necessariamente facenti parte del Consorzio PDA. PDIAM si sceglie il progetto, che vedrà presto l’ingresso di un marchio commerciale con un programma completo.
La pensa così Claudio Santin, già direttore generale di PDA e da qualche mese presidente della neonata PDIAM (acronimo di Piattaforma Distribuzione Indipendente After Market), la nuova realtà commerciale nata con l’obiettivo di “aiutare i piccoli a diventare grandi”. Con questa volontà, diversi mesi fa Santin iniziò a parlare insieme ai soci del consorzio PDA di una nuova piattaforma di distribuzione. E con questa volontà, lo scorso giugno, 8 soci hanno costituito una nuova compagine sociale, un gruppo di acquisto destinato a crescere nel tempo.
Oggi, infatti, PDIAM conta al suo interno già 9 membri ed altri sono pronti a farne parte. Come ci ha spiegato il suo presidente Claudio Santin in questa intervista: “Per garantire maggiore forza contrattuale ai soci distributori, abbiamo deciso di creare un'unica struttura in acquisto centralizzato, e per farlo sto lavorando per coinvolgere su questo progetto tutti i fornitori più importanti”. Un progetto in divenire, dunque, che ambisce a una copertura a livello nazionale e che, tra i prossimi step, come ci ha precisato Santin in questa intervista “prevede l’inserimento di un marchio privato”.
Come nasce l’idea di PDIAM?
Nel mondo aftermarket, tanto dinamico quanto cinico, il motto di De Coubertin “L’importante non è vincere ma partecipare” non trova credito. Il messaggio che voglio far arrivare ai soci è che non basta esserci, ma bisogna poter contare. E contare significa garantire alle nostre 400 officine e ai nostri 60 ricambisti condizioni favorevoli. Come? Attraverso la creazione di un gruppo di acquisto, cui abbiamo dato il nome di PDIAM, una piattaforma che operi in modo univoco sul territorio nazionale e internazionale e che ci garantisce una più incisiva forza contrattuale con i fornitori più importanti, operando sempre nel rispetto della filiera.
Quali sono gli obiettivi di questa nuova piattaforma commerciale?
Nella mia visione, PDIAM non è solo una società consortile, ma è anche un marchio commerciale. È ancora presto per parlarne, ma sarà il nostro prossimo obiettivo attorno al quale stiamo già lavorando. Questa doppia valenza sarà la nostra forza, che ci permetterà di crescere insieme. In pieno spirito consortile, non vogliamo lasciare indietro nessuno, anzi con PDIAM stiamo offrendo anche ai soci più piccoli la possibilità di essere protagonisti. Nonostante una iniziale reticenza, stanno cominciando a seguirci e ad apprezzare meglio il valore e la portata di questo progetto, fatto su misura per loro.
Il marchio privato sta quindi “vivendo una nuova primavera”?
Se la situazione di mercato continuerà ad evolvere in questa direzione, le case auto accresceranno il loro peso nel mercato aftermarket. Già oggi sono presenti e vendono il prodotto originale, l’aftermarket e il loro brand. Se noi vogliamo continuare a contare sul mercato, dobbiamo poter offrire i marchi top level ad un prezzo inferiore a quelli delle case e soprattutto dobbiamo avere un nostro marchio, che si distingua per qualità del prodotto e del servizio offerto. Ed è quello sul quale stiamo lavorando.
In questo gioco delle parti, la vostra appartenenza a un gruppo internazionale come Groupauto International ha un peso importante…
10 anni di esperienza come direttore del consorzio PDA mi hanno insegnato che appartenere a un gruppo internazionale non ha valore se non hai accesso e partecipi alle strategie future.
Con Groupauto Italia, con cui poco più di un anno fa abbiamo dato vita a Groupauto Italia Holding, stiamo lavorando molto bene, condividendo tutta una serie di problematiche. Questo progetto aggregativo è nato proprio con l’obiettivo di unire i migliori operatori del mercato IAM per condividere nuove strategie. Vista la proficua collaborazione, va da sé che anche la creazione di PDIAM ha visto il loro coinvolgimento, senza tuttavia vedere attuazione pratica per un rispetto dei ruoli e della filiera.
Tuttavia, da “cacciatore di teste” quale sono, sto prendendo contatti con altri distributori e presto PDIAM, che io considero un gioiellino commerciale, vedrà aumentare il numero dei soci. Bisogna solo aspettare, sarà il tempo a confermarlo.
I 9 soci di PDIAM Scarl
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