Esiste il fluido dell’eterna giovinezza? Le opinioni, anche divergenti, di tecnici e costruttori. Più o meno concordi su un punto: ogni dispositivo vuole il suo ATF.
L’auto s’impone tuttavia come un mezzo dotato di servizi (per di più multimediali), che stimolano la persona a svolgere altre attività, grazie anche a indispensabili strumentazioni che favoriscono una guida meno nervosa e causa di pericolosi stress. Mani sempre salde sul volante dunque, ma proprio per lasciare a chi guida la possibilità di condurre altre esperienze, come il semplice osservare un bel panorama, ascoltare buona musica via Mp3, piuttosto che per aumentare il livello di attenzione sul traffico congestionato.
Un componente essenziale è la presenza nella vettura del cambio automatico, la cui domanda sta crescendo in Italia sull’onda, nell’interpretazione degli analisti, del proliferare, tra chi guida, delle donne e di persone non più giovanissime, come conseguenza dell’invecchiamento della popolazione.
Le ragioni dell’inchiesta
Ma se del cambio automatico sono sempre più evidenti i pregi, ciò non significa che il sofisticato dispositivo può essere abbandonato a se stesso, ignorato nella manutenzione, anche se chi l’ha voluto gradirebbe saperlo lì vicino trascurandone ogni bisogno.
Almeno l’olio andrebbe cambiato suggeriscono gli esperti, nonostante la sostituzione di un Automatic transmission fluid (ATF) sia prevista in genere dopo una notevole quantità di chilometri percorsi. Il punto è che non tutti concordano sul momento in cui effettuare l’operazione, necessaria soprattutto per i dispositivi sul mercato da qualche tempo, perché su quelli di ultima generazione pare sia inutile, come se fosse stato scoperto un fluido dall’eterna giovinezza (si veda il box). Per saperne di più abbiamo interpellato tecnici della manutenzione e costruttori.
Tanti sperano
nella buona sorte
Alla FTS di Alba (CN) si trovano autorevoli esperti del cambio automatico, capaci di mettere le mani dove altri alzano le proprie. “Lavorare su questi componenti si fa sempre più complicato - osserva Marco Biscia - ragion per cui i meccanici che devono risolvere alcuni inconvenienti preferiscono affidare a noi il lavoro piuttosto che rischiare di farlo senza le indispensabili istruzioni tecniche per la revisione del cambio e un banco prova per il collaudo. E tra le incombenze c’è anche la sostituzione dell’olio, un’operazione delicata, un po’ costosa per alcuni e che di conseguenza si preferisce talvolta non affrontare, con l’approvazione più o meno tacita dei proprietari delle auto, che spesso preferiscono affidarsi alla buona sorte anziché tirar fuori 200-250 euro”.
Ignorando o fingendo di ignorare, in questi casi, le conseguenze negative che la mancata sostituzione di un olio vecchio nel cambio automatico può determinare, dall’aumento dei consumi all’usura anomala del dispositivo. Quando farlo è però difficile da stabilire con certezza, perché molto dipende dall’uso che si fa del veicolo, in città o in autostrada. In sostanza, dipende da quanto lo stesso cambio automatico è sollecitato a lavorare. Più “cambia”, più attriti si generano tra le parti metalliche, pur alleviati dal lubrificante, il quale tende a deteriorarsi diventando denso, viscoso, perdendo in sostanza parte delle sue qualità.
“Sono determinanti, per decidere come procedere, la collaborazione del costruttore e la chiarezza delle indicazioni che fornisce” aggiunge Biscia che, con gli altri tecnici FTS, si è specializzato sui cambi ZF. “Effettuare diagnosi sui malfunzionamenti dei moderni dispositivi è complesso. Direi anzi che è impossibile farlo se non si entra in piena sintonia con chi li costruisce. Bisogna disporre di apparecchiature molto sofisticate, non adatte per tutte le marche, gelose dei propri prodotti. Abbiamo di conseguenza deciso di approfondire le nostre conoscenze sui cambi ZF, costruttore leader di cambi automatici di cui siamo officina autorizzata, lasciando che altri si dedichino a marche diverse”.
Meglio conoscere il passato del veicolo
Risultano fondamentali, quando si sostituisce l’olio, le sue caratteristiche. Insiste Biscia: “ZF/FTS propone il lubrificante ottimale per ogni cambio e fornisce le corrette raccomandazioni di manutenzione e procedure di riempimento”.
Le tipologie dei lubrificanti ammessi vengono fornite dal costruttore della vettura e dal costruttore del cambio.
ZF dispone di tabelle comparative sempre aggiornate, complete della classe del lubrificante ammesso, specificando il produttore dell’olio e la denominazione del prodotto.
Avverte ancora il “supertecnico” FTS: “Attenzione, quando si cambia l’olio al cambio automatico è bene sostituire anche il filtro e, in caso di cambio dotato di differenziale, va cambiato anche il suo fluido, in quanto si tratta di un organo integrato ma con lubrificazione separata e con diverse specifiche”. Tra le sue raccomandazioni FTS ne aggiunge una relativa a eventuali aggiunte: mai miscelare un olio vecchio ed esausto con uno nuovo; è sempre opportuno lavare accuratamente lo scambiatore di calore e le relative tubazioni.
Il cliente tipo di FTS è il meccanico e/o la concessionaria non specializzata in cambi automatici alla quale s’è rivolto l’automobilista per l’ordinaria manutenzione o per la soluzione di problemi insorti all’improvviso: “Sapere che cosa è accaduto e come è stato utilizzato il veicolo sarebbe di estrema importanza, ma non è facile avere informazioni attendibili e obiettive. Il meccanico, quando si presenta da noi, riferisce notizie di seconda mano, quelle che ha ricevuto dal suo cliente, che non è detto la racconti giusta e che magari ha acquistato l’auto usata, cosa che non aiuta certo a ricostruire vita e prestazioni dei componenti”.
Una questione da non sottovalutare
Luciano Dozza, capo tecnico della Pro-tec, specializzata nella manutenzione professionale dei veicoli, si esprime con la precisione di chi se ne intende sugli effetti della mancata sostituzione dell’olio in un cambio automatico: “Non deve necessariamente avvenire a un chilometraggio preciso - spiega - la scelta del momento in cui effettuare l’operazione dipende dal tipo di guida individuale e dagli itinerari che si è soliti affrontare. Più lo si sollecita, maggiore è l’usura alla quale è sottoposto, con conseguente deterioramento delle parti meccaniche che sono molto sofisticate e che, con il passare del tempo, rilasciano impurità che rendono il fluido meno efficace”.
Dai 60.000 agli 80.000 km percorsi il cambio dell’olio è tuttavia sempre consigliabile. Continua Dozza: “Che l’olio motore a un certo punto vada sostituito è dato ormai per scontato, ma quando si parla del cambio automatico, che si sta diffondendo sempre più, automobilisti e meccanici restano spesso stupiti. E sia gli uni sia gli altri tendono a sottovalutare la questione. I primi perché il costo non è indifferente, i secondi perché, pur ricavandone un compenso, sono di frequente dubbiosi sull’operazione che, se non effettuata con una certa frequenza e da tecnici specializzati, può riservare sorprese. La procedura corretta consiste, dopo aver riempito il cambio con lubrificante ATF nuovo, nell’effettuare un giro di spurgo del cambio, seguito dal posizionamento in piano della vettura con la leva in P e motore al minimo, in maniera tale da ripristinare perfettamente il livello dell’olio”.
Condiziona il lavoro
del convertitore di coppia
A confronto, il normale fluido motore subisce un deterioramento inferiore a quello del cambio automatico. Ancora Dozza: “Nel primo caso, dalla coppa il lubrificante va a ridurre gli attriti di parti meccaniche meno sollecitate di quelle che stanno all’interno di un cambio automatico, per il quale la qualità dell’olio è, invece, il fattore principe dal quale dipendono le caratteristiche prestazionali. Un componente fondamentale del cambio automatico è il convertitore di coppia. Esso infatti determina la motricità, che è tuttavia condizionata dalla qualità del lubrificante e dalla sua pulizia. Se è sporco, per via dell’impiego eccessivo, la sua capacità di ridurre gli attriti viene meno. Ne consegue una perdita di potenza della pompa del convertitore, che trasmette il movimento alla turbina e da qui allo statore, il quale quando risulta frenato causa strappi evidenti in accelerazione. Per questo motivo la cambiata avviene a un numero di giri di molto superiore al dovuto, con conseguente incremento dei consumi di carburante”.
C’è comunque un indicatore molto utile per comprendere lo stato d’usura in cui si trova il lubrificante del cambio automatico: il suo peso specifico, “che deve mantenersi tra 0,850 e 0,880”, precisa Dozza, secondo il quale è opportuno, una volta presa la decisione di sostituirlo, aggiungere specifici additivi che ne migliorano le caratteristiche di resistenza alle alte temperature di esercizio, tra i 97 e i 103°C: “In commercio ve ne sono capaci di migliorare il flash point del lubrificante e di diminuire l’attrito tra gli aggregati abbassando la temperatura all’interno del cambio automatico, evitando di conseguenza quello che viene definito schiumaggio”.
Che ne pensa, dell’eventuale sostituzione dell’olio nei cambi automatici, chi costruisce i veicoli? Notiziario Motoristico ha interpellato tre case auto che fanno ampio utilizzo del dispositivo: il gruppo Audi-VW,
Mercedes-Benz e Renault, che così hanno risposto.
I costruttori auto
“Per le nostre marche - riferiscono da
Audi-VW - le indicazioni sono le seguenti: i vecchi cambi automatici (Multitronic e DSG a 6 rapporti) avevano necessità di cambio olio ai 60.000 km e le istruzioni erano inserite nel libretto d’uso e manutenzione. Oggi, con i nuovi cambi ciò non è più necessario”. Una posizione che spiega perché, nel promuovere la gamma Exeo di Seat (costruita su una linea produttiva di un vecchio modello Audi smontata dalla Germania e rimontata in Spagna), i modelli con cambio automatico vengono offerti allo stesso prezzo di quelli con cambio manuale.
“Nei cambi automatici CVT per trazione anteriore - dichiara invece Mercedes-Benz - la sostituzione del lubrificante va effettuata ogni 50.000 km, mentre in quelli montati su auto a trazione posteriore, cioè i cambi della serie 7G Tronic, l’operazione va eseguita ogni 125.000 km. Entrambi gli intervalli sono evidenziati ai clienti sul libretto d’uso e manutenzione in dotazione al veicolo”.
Precisa ancora la Casa della Stella: “Il chilometraggio di sostituzione viene stabilito in funzione della tipologia di costruzione del cambio, dei materiali usati, delle tolleranze di lavorazione, della complessità di funzionamento e via di seguito. La diversa tipologia di costruzione del cambio CVT (due pulegge che "bloccano" una cinghia rispetto al classico cambio automatico a freni e frizioni), prevede ad esempio un maggiore "stress" dell'olio e per questo motivo la sostituzione deve avvenire con maggiore frequenza”.
“In genere - aggiunge infine Mercedes-Benz - con la sostituzione dell'olio a intervalli regolari si influisce positivamente sia sulla qualità di inserimento della marcia sia sul tempo d’innesto. Si hanno di conseguenza cambiate più morbide e impercettibili, con tempi di inserimento della marcia costanti nel tempo.
Ciò non elimina la possibilità, in caso di utilizzo particolarmente gravoso del veicolo, che può dipendere dalle condizioni delle strade abitualmente percorse, dal traino di rimorchi o altro, che gli intervalli di sostituzione possano abbreviarsi”.
Sembra però che qualcuno abbia scoperto l’olio dell’eterna giovinezza.
Tranchant, infatti, la posizione fornitaci da Renault a proposito delle sue auto: “L’olio del cambio automatico non deve essere sostituito a titolo di manutenzione e per tale motivo non viene comunicato niente ai clienti”.
I costruttori di cambi automatici
Ma che ne pensa chi i cambi automatici li costruisce?
La risposta di ZF: “Bisogna valutare la manutenzione in base al tipo di cambio automatico, di lubrificante e delle relative caratteristiche/prescrizioni. In genere i lubrificanti ATF semisintetici seguono la vita del cambio, mentre i dispositivi che possono utilizzare lubrificanti ATF minerali devono sostituire l'olio secondo le indicazione del costruttore del veicolo. Comunque, anche per i cambi automatici che utilizzano ATF semisintetici viene consigliato il cambio dell'olio qualora ci fosse un utilizzo abbastanza gravoso e/o intensivo”.
Un lavoro per professionisti
Se cambiare l'olio dei cambi automatici è necessario o comunque consigliato, è importante che il lavoro sia svolto da personale adeguatamente formato. Questo è il consiglio di chi si occupa di formazione e aggiornamento degli autoriparatori e che offre un'assistenza al lavoro quotidiano in officina.
Due le cose da tener presente per la sostituzione completa: occorre utilizzare un'attrezzatura specifica ed essere addestrati a farlo.
L'attrezzatura è sostanzialmente costituita da una pompa speciale che permette di aspirare l'olio vecchio e immettere quello nuovo. Dal modello base manuale a quello più sofisticato e automatico ha un prezzo variabile dai 2.000 ai 5.000 euro circa. Per utilizzare questa attrezzature è necessario seguire un breve addestramento. I produttori, infatti, generalmente si occupano della formazione del tecnico che poi eseguirà l'intervento.
Nulla di troppo complicato, ma è necessario non “inventare” nulla. Per questo motivo, nel prossimo numero di Notiziario Motoristico affronteremo l'argomento dal punto di vista tecnico, con un articolo dedicato alla procedura dell'intervento e un approfondimento sull'attrezzatura necessaria.
Nel frattempo, chi si diletta di internet, può visitare un blog di autoriparatori, serio, professionale e ben moderato, riservato a chi vuole parlare e imparare di tecnica automotive: www.riparando.it. Sfogliando le pagine di questo sito già si trovano alcuni interessanti articoli che riguardano l'argomento e dei video che mostrano l'intervento.
(http://www.riparando.it/auto/la-manutenzione-del-cambio-automatico/2010/06/)