Quale sarà il futuro dei filtri? Con le auto elettriche scompariranno i filtri? La risposta è no, ma vediamo perché.
Nel novero delle operazioni cosiddette da tagliando, dove il cambio dei filtri aria, olio e carburante sono sempre contemplati, si sono aggiunti negli anni anche il cambio del filtro abitacolo e più recentemente il filtro dell’olio del cambio automatico.
Pensando all’evoluzione dei veicoli e alle trasformazioni in atto a livello di mobilità, ci si domanda spesso se e cosa cambierà negli interventi di ordinaria manutenzione dei veicoli e sicuramente una parte dei cambiamenti riguarderà l’usura di alcuni componenti meccanici e la “sparizione” dalle operazioni di routine di altri elementi. La filtrazione è sicuramente uno di questi elementi.
Il compito del filtro, da sempre, è quello di proteggere i diversi organi dalle impurità che possono sopraggiungere a causa dello stesso funzionamento del veicolo, vuoi perché arrivano dall’esterno, vuoi per la fisiologica usura della parti. Il filtro dunque, a seconda del sistema di cui fa parte, ha la responsabilità di bloccare le particelle e che potrebbero creare un malfunzionamento del circuito.
Se si ipotizza un futuro con l’auto elettrica, dunque, il filtro motore e il filtro carburante tenderanno a scomparire con la sostituzione del motore a combustione a favore del motore elettrico, ma lo stesso non si può dire per i filtri che proteggono gli ingranaggi della trasmissione o il filtro abitacolo. Non di meno, i motori a combustione benzina o diesel avranno ancora vita lunga e dunque il tagliando filtri manterrà ancora per diversi anni la sua attuale configurazione.
Vale la pena, dunque, cominciare a conoscere meglio gli interventi di manutenzione ordinaria che riguardano il cambio automatico, che è sempre più presente sulle moderne vetture, anche grazie alla sempre maggior diffusione di veicoli ibridi.
Filtri e codici: un’annosa questione
Ad oggi la problematica principale che riguarda gli interventi legati al tagliando filtri è relativa alla proliferazione dei codici dei ricambi. In sintesi, il problema che si trovano a fronteggiare tutti gli attori della filiera è quello dei codici relativi a uno stesso motore.In pratica, le case auto utilizzano uno stesso propulsore su diversi modelli e brand di veicoli, ma quando si deve identificare il ricambio ci si trova a dover scegliere tra diversi codici. Il problema nasce infatti dal fatto che i modelli auto possono avere una scocca diversa e per esigenze costruttive, le case auto, in fase di progettazione, utilizzano lo stesso filtro in posizioni diverse, oppure filtri differenti con attacchi e dimensioni differenti, creando di fatto più codici di filtri per ogni modello di vettura e motorizzazione. A questo si aggiunge anche la consuetudine dei costruttori di procedere a continue ricodifiche (che spesso sono create solo per motivi “commerciali”), andando così a creare una maggior confusione a livello degli operatori d’aftermarket.
Se pensiamo, ad esempio, a chi ha in giacenza una certa scorta di prodotti, decisa sulla base della diffusione di un determinato motore, il rischio è che la variazione delle tabelle di cross-reference faccia sembrare obsolete delle giacenze che in realtà non lo sono. Allo stesso modo, può sembrare che una referenza non sia quella corretta perché è variato il codice, anche se il prodotto è sempre lo stesso. A motore uguale, dunque, non sempre corrisponde uno stesso codice del filtro del ricambio e le possibilità di ordinare il filtro sbagliato aumentano in maniera esponenziale.
Sicuramente, ciò che emerge esaminando i trend dei produttori, è che il filtro è un elemento sempre meno standardizzato e sviluppato ad hoc per ciascun veicolo, con tutto ciò che questo comporta in termini di benefici per quanto riguarda l’elevato livello di prestazioni, ma anche di svantaggi quando si parla di aftermarket.
Il filtro abitacolo
Il filtro abitacolo negli anni è diventato un elemento sempre più presente sui veicoli grazie alla diffusione dei sistemi di climatizzazione. Se in passato era spesso ignorato o sottovalutato dagli stessi automobilisti, oggi, complice anche la risonanza mediatica sul ruolo del filtro come “purificatore” anche in ambiti non automotive (pensiamo ad esempio a come viene evidenziata l’importanza di un filtro in un elettrodomestico comune come l’aspirapolvere), il filtro abitacolo ha guadagnato importanza e considerazione.Fondamentale rimane l’opera di sensibilizzazione da parte degli autoriparatori nei confronti dei loro clienti, semplicemente mostrando come è ridotto un filtro dopo i canonici 15.000 km di vita media.
Ad ogni modo, con il diffondersi di allergie e malattie respiratorie, l’importanza di avere un buon filtro abitacolo a bordo è diventata oramai una esigenza comune. Le opzioni a disposizione sono diverse e tutte prevedono la costruzione del filtro con più strati e diversi elementi capaci di fare da barriera all’ingresso di elementi dannosi alla nostra salute.
Corrente senza filtri? Secondo molti, il filtro sarà uno dei primi ricambi destinato a scomparire nelle vetture elettriche e sicuramente in futuro non avremo più, tra i ricambi ad alto tasso di sostituzione, quelli che oggi sono i “filtri motore”. Eppure, pensare che con le auto elettriche spariranno completamente i filtri è un errore. È indubbio, infatti, che il filtro abitacolo rivestirà un ruolo sempre più fondamentale nella filtrazione, con tassi di sostituzione analoghi o superiori a quelli attuali. Per fare un esempio, Tesla, monta in primo equipaggiamento un filtro Hepa, cioè uno dei massimi standard filtranti dell’aria. Ma se il filtro abitacolo continuerà a esistere, meno intuitivo è pensare che anche un’auto elettrica ha bisogno di trasmettere il moto dal motore alle ruote. Un processo che avviene per mezzo di organi meccanici che hanno bisogno di essere lubrificati. Ovviamente, ovunque c’è un fluido e componenti meccanici soggetti ad usura c’è anche un filtro. Per restare sull’esempio della Tesla, non bisogna stupirsi se, messa l’auto sul ponte, sull’assale posteriore fa bella mostra di sé un classicissimo filtro a cartuccia (in alcuni casi sono addirittura due). Questo perché la trasmissione è ancora oggi lubrificata a olio. Certo, in questo caso la sostituzione è indicata dal produttore ogni 100.000 miglia (quasi 160.000 chilometri) il che rende questo componente longevo quasi quanto l’auto. Bisogna però tenere presente che ancora oggi l’elettrico è una tecnologia giovane. Man mano che avanzerà, infatti, la filtrazione non soccomberà: dall’impianto AC fino alla filtrazione dell’aria dei sistemi di raffreddamento. Se l’elettrico sarà il futuro, sicuramente si cambieranno meno filtri, ma certamente non spariranno completamente. |