Aftermarket e digitalizzazione: inaugurato a settembre, il nuovo centro di innovazione e servizi di LKQ in Polonia.
Il mondo dell’aftermarket dovrà affrontare molte sfide nei prossimi anni, ma la maggiore sarà quella della digitalizzazione. Anche se non lo dice esplicitamente, Arnd Franz, CEO di LKQ Europe, lascia intendere che gli investimenti messi in atto da LKQ saranno la chiave di volta per essere competitivi domani, con uno sguardo che non si limita solo al core business aziendale, ma scandaglia ogni opportunità di business legato alla mobilità.
Un compito non semplice e non banale, che però potrà contare su un supporto nuovo per il gruppo: un nuovo centro di innovazione e sviluppo di soluzioni digitali inaugurato ufficialmente a settembre di quest’anno a Katowice.
Già questa potrebbe essere una notizia. Nonostante il gruppo stia investendo notevolmente in Europa, con acquisizioni e aperture, è piuttosto raro vedere aziende internazionali puntare così decisamente sull’Europa per l’innovazione digitale. Non solo.
LKQ ha già un centro di sviluppo in India (a Bangalore), dove lavorano quasi 900 persone. È quindi una scelta precisa, quella messa in atto dal colosso americano di puntare sull’Europa per lo sviluppo di soluzioni innovative per il settore.
Non solo ricambi
Ma di cosa si occuperà precisamente il centro? Arnd Franz, nel discorso tenuto in occasione dell'inaugurazione, parte da un’analisi più ampia: “l’automotive aftermarket dovrà affrontare molte sfide nel prossimo futuro. I sistemi ADAS sono sempre più presenti e questo comporterà una graduale ma significativa riduzione degli incidenti, che tuttavia vedranno, proprio per via dei sistemi di assistenza alla guida, aumentare considerevolmente il valore della riparazione.Bisogna poi considerare che il parco circolante europeo sta invecchiando notevolmente e, secondo le nostre analisi, continuerà a invecchiare per i prossimi sei o sette anni. In compenso, crescono fenomeni come la sharing mobility, ma anche il noleggio delle vetture da parte dei privati: da una parte auto sempre più vecchie, dunque, dall’altro sempre più nuove.
Ma la sfida più grande sarà quella di lavorare con i consumatori. La digitalizzazione è un fenomeno che modifica le abitudini delle persone, ma nella nostra visione pensiamo che tra 10 anni nessuno vorrà più utilizzare mille applicazioni sul telefono per accedere a servizi in qualche modo simili o complementari, come per esempio avviene oggi per la mobilità.
Probabilmente in futuro avremo una sola app che ci permetterà di gestire l’auto e non solo. Ecco, a nostro avviso la sfida sarà essere i creatori di quell’app oppure poter essere presenti al suo interno attraverso partnership con altri attori che operano nello stesso contesto, come assicurazioni, flotte o chiunque avrà la capacità di cogliere questa opportunità”.
Obiettivi sfidanti
Ma la visione di Franz, in realtà, guarda anche oltre e osserva i cambiamenti della società con lo sguardo di chi cerca i segnali del futuro. Molte delle problematiche relative al mondo dei ricambi non nascono dall’arretratezza digitale del settore, ma da problematiche insite nella stessa catena di produzione delle auto e delle parti dedicate all’assistenza.“Oggi uno dei principali problemi del nostro settore è la mancanza di dati” spiega Arnd Franz, puntando il dito direttamente verso le case auto, colpevoli di non condividere con il mercato le informazioni relative ai ricambi. Una partita che LKQ sta giocando sui tavoli della Commissione Europea per fare in modo che l’accesso alle informazioni per la corretta identificazione del veicolo non siano monopolio dei produttori dell’auto, ma non solo. “Serve un’azione importante della comunità per chiarire come e dove saranno conservate le informazioni del veicolo”.
Il problema, secondo LKQ, è che oggi, qualunque informazione relativa al mezzo trasmessa via etere, finisce nei server delle case auto, e non in uno spazio neutro e accessibile a tutti: secondo LKQ, l’accesso alle informazioni dovrà essere un diritto del proprietario del mezzo, così come la possibilità di decidere chi farvi accedere.
Il web e la sfida dell’e-commerce
Guardando poi a 360 gradi, l’amministratore di LKQ Europe non può non notare come, sul web, il mondo dei professionisti abbia accumulato un notevole ritardo nella vendita dei ricambi ai consumatori finali.Oggi i colossi del ricambio si chiamano eBay, Amazon, ma anche Autodoc, il che, secondo Franz, è quasi “un’eresia”. Secondo Arnd Franz il web rappresenta una delle maggiori sfide del futuro su cui il gruppo investirà in maniera importante, tanto da affermare che l’obiettivo è posizionarsi tra i leader europei nel b2c entro il 2025. Per farlo le strategie saranno molte e dalle parole di Franz traspare anche il fatto che probabilmente non bisognerà pensare alle vendite ai consumatori solo in ottica di un sito web proprio, perché il manager, non a caso, parla di “vendite omnichannel”. In sostanza, LKQ non si limiterà ad avere esclusivamente un proprio portale b2c, ma sfrutterà ogni occasione, probabilmente anche quella offerta dai marketplace, per raggiungere i consumatori con le proprie offerte.
Ma se il consumatore è sempre più negli obiettivi del gruppo americano, non bisogna dimenticare che, ancora oggi, nel mondo dell’autoriparazione l’e-commerce è prevalentemente b2b.
Ed è in questo settore che il neonato ufficio di ricerca europeo dovrà iniziare da subito a confrontarsi, perché le banche dati, a detta di LKQ, non garantiscono ancora un livello di affidabilità adeguato, ma si lavora ancora poco a livello di analisi dei dati per migliorare le informazioni. Anche in questo caso per LKQ l’obiettivo temporale è il 2025, anno entro il quale l’azienda vuole fornire al mercato lo strumento b2b più performante del settore, integrato con le migliori soluzioni disponibili e maggiormente efficiente nel rispondere alle necessità di autoriparatori che ogni giorno si confrontano con vetture sempre più complesse.
Una città a servizio del digitale Il centro di innovazione e sviluppo polacco del gruppo conta oggi 30 persone (la maggior parte ingegneri informatici), ma l’obiettivo, secondo Yanik Cantieni, CFO di LKQ Europe, è quello di arrivare a 240 entro il 2024. Ma come è possibile trovare tanto personale specializzato quando, ad esempio in Italia, trovare un informatico è quasi impossibile? Per comprenderlo bisogna fare un passo indietro, a quando LKQ ha deciso che, sebbene un centro indiano (con 900 dipendenti) sia un’ottima realtà, la progettazione e lo sviluppo dei processi dovesse essere un’attività “core” da tenere in Europa. Inizialmente l’unica indicazione del management è stata quella di trovare il luogo maggiormente adatto, possibilmente con un occhio al contenimento dei costi e quindi preferibilmente in un paese dell’Est. Ed è qui che entra in gioco la Polonia e in particolare la città di Katowice. È infatti il sindaco stesso della città, Marcin Krupa, a spiegare come questa città da poco meno di 300.000 abitanti, si sia trasformata da industriale a digitale. Una trasformazione pensata e programmata perché i segnali del declino industriale erano già evidenti, così come la necessità di trasformare la propria economia. L’area, infatti, gode di una zona economica speciale, che consente di effettuare investimenti in nuove tecnologie con importanti sgravi fiscali, tanto che la stessa Fiat, nel suo stabilimento di Tychy (sempre nella zona), produrrà la nuova 500 elettrica. |
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