Alla convention di Milano Marittima abbiamo incontrato Stefano Bonaita per capire cosa e come sta cambiando Nexus.
Act local, trade global (agisci localmente e fai trade a livello globale): è questo uno dei claim presentati presso l’hotel Palace di Milano Marittima alla convention Nexus dello scorso 14 ottobre che meglio definisce la strategia del gruppo.
A dare qualche numero dell’ultimo nato tra i grandi gruppi internazionali della distribuzione è Bas Donders, Co-Founder di Nexus Brand e Communication Director, che è sceso appositamente in Italia per far conoscere ai soci e agli associati l’evoluzione futura di Nexus: “lo scorso settembre, per la prima volta nella storia, Nexus ha raggiunto i 30 miliardi di fatturato” spiega Donders, che sottolinea anche come il fatturato aggregato sia cresciuto costantemente nel tempo, passando dai 10 miliardi di euro del 2016 ai 20 del 2019.
Oggi il gruppo d’acquisto conta 171 soci in 138 paesi del mondo, che si traducono in un network di circa 2.000 distributori tra auto e mezzo pesante. La differenza è dovuta al fatto che paesi come l’Italia risultino di fatto come socio unico – come ad esempio Nexus Italia - anche se al suo interno partecipano più aziende; una situazione che si verifica in vari stati, senza contare le filiali che hanno molti soci (per fare un esempio gli Stati Uniti generano un fatturato di 12 miliardi con solo quattro soci, che sono a loro volta dei gruppi di distribuzione).
Per chiudere la parentesi numerica del gruppo vale la pena menzionare anche il numero di fornitori a pannello, che oggi ha toccato quota 88 di cui ben 77 hanno un contratto globale con Nexus.
Per capire come è strutturata Nexus in Italia e quali sono i progetti che impatteranno sul nostro paese abbiamo intervistato Stefano Bonaita, Direttore Commerciale di Nexus Italia da maggio del 2021, che farà da raccordo tra i progetti internazionali e il nostro paese e non a caso ha fortemente voluto e ottenuto proprio la presenza di uno dei tre fondatori di Nexus International al meeting in Italia.
Oggi Nexus International è presente direttamente nella convention italiana, è un segnale che qualcosa sta cambiando?
Direi certamente di sì. Ci tenevamo molto ad avere uno dei fondatori di Nexus International in Italia, proprio per far capire a tutti i soci e affiliati che oggi il progetto Nexus è pronto a una svolta positiva. Negli ultimi tempi, infatti, a livello internazionale, il gruppo ha presentato una serie di nuovi progetti che vogliamo implementare anche in Italia.
Ricordiamo che Nexus Italia nasce nel 2014 e i soci fondatori sono il Gruppo GSG, il gruppo IBG, PI.VI e Trione. Nel 2020 e 2021 Pascoli, Cramer, Movidis e Gds entrano a far parte di Nexus Italia. Voglio pertanto ringraziare Roberto Oliviero (presidente di Nexus Italia n.d.r.) perché senza il suo lavoro sarebbe stato impensabile arrivare dove siamo oggi.
Ha parlato di progetti, cosa “bolle” in pentola?
La cosa più visibile che nei prossimi mesi farà sicuramente “parlare” il mercato è il progetto officine, che si declina in Nexus Auto e Nexus Truck, cioè le officine per auto e quelle per mezzi pesanti.
Abbiamo lanciato il progetto da pochissimo tempo, ma già abbiamo ottenuto ottimi risultati nel truck; mentre nel settore auto, dove c’è una maggiore concorrenza, stiamo cominciando a targare le prime officine.
Come Nexus crediamo che il “vendere ricambi” sarà, infatti, solo una parte del lavoro che andrà fatto verso le officine, anche perché le sfide del futuro sono sempre più complesse e solo un gruppo internazionale strutturato potrà sostenere la crescita degli autoriparatori.
Parlando di officine auto, cosa offrite in concreto?
In primo luogo una progettualità di lungo periodo. Come Nexus International, e credo che sia un unicum nel mercato della distribuzione, abbiamo un team di 50 persone nel mondo dedicate solo ed esclusivamente allo studio delle nuove progettualità. Un gruppo di persone che ha già prodotto alcuni programmi che reputo molto utili per tutta la filiera.
Il primo è sicuramente N! Accademy, un progetto di formazione che opera a tutti i livelli aziendali, non solo tecnici. Abbiamo poi quello che forse è uno dei più importanti programmi di Private Label, cioè i ricambi a marchio Drive+, che saranno un’esclusiva delle nostre officine e dei nostri ricambisti soci e affiliati.
Infine Connect, la nostra piattaforma digitale, che permette a tutti i partner di essere interconnessi, garantendo quindi benefici anche alle officine.
Questi sono solo alcuni dei progetti che offre oggi Nexus, ma è evidente che abbiamo anche altre attività che sono in fase di valutazione, ma di cui forse è un po’ prematuro parlare. Di certo non siamo fermi e nei prossimi mesi ci saranno parecchie novità.
Ha parlato del Private Label Drive+, cosa rappresenta questo progetto e in che modo questo brand si inserisce all’interno di un distributore che rappresenta anche altri marchi?
A differenza di molti progetti di Private Label, Drive+ è un vero e proprio marchio completo. Oggi infatti molti attori della distribuzione propongono un proprio brand, ma spesso si tratta di pochi articoli e generalmente esclusivamente di fast moving.
Il nostro vantaggio è quello di essere un gruppo presente in tutto il mondo e quindi con la capacità di selezionare i migliori fornitori a livello internazionale per realizzare una gamma di prodotti che sia al tempo stesso di qualità e a un prezzo competitivo.
Da un punto di vista strategico è ovvio che, da quando la distribuzione si è allargata con il crollo delle esclusive, avere un proprio brand rappresenta un valore aggiunto. Tuttavia anche in questo Nexus è leggermente differente: il marchio Drive+, infatti, viene trattato come tutti gli altri da un punto di vista commerciale, anche se, ovviamente per le officine e i ricambisti trattare un brand distintivo può essere un vantaggio.
Un’ultima domanda: Nexus Italia vede partecipare soggetti con dimensioni molto disomogenee, dai distributori ai ricambisti, come si conciliano le esigenze di ognuno?
Con la condivisione delle progettualità. Oggi voglio sottolineare come qui in Italia sia sceso appositamente Bas Donders per presentare a soci e affiliati le progettualità del gruppo.
Il contatto con Nexus International e con le loro strategie è fondamentale per rendere tutti consapevoli di cosa significhi far parte di un gruppo veramente internazionale, anzi intercontinentale, perché Nexus è un gruppo presente realmente in tutto il mondo in maniera strutturata.
Questo non significa solo far parte di un gruppo di acquisto. Quello che voglio dire è che spesso si aderisce a questi progetti per un ritorno economico immediato, il che è vero anche per noi, ma se uno riesce a comprendere a fondo cosa c’è dietro al progetto Nexus, diventa molto più semplice capire perché aderire a questo gruppo vuol dire garantirsi un futuro.