Sistemi di ricarica e sistemi di illuminazione: perchè parlare di due sistemi solo apparentemente così distanti?
I veicoli elettrici sono dotati di batterie che vanno ricaricate, così come i veicoli ibridi plug-in. Gli unici mezzi ibridi che non necessitano di ricarica esterna sono quelli privi del sistema di ricarica, ovvero gli ibridi non plug-in, semplicemente perché batterie, motore elettrico e motore termico rappresentano un complesso capace di sostenersi autonomamente nel tempo. L’energia primaria, ovviamente, in quest’ultimo caso, giunge esclusivamente dal motore endotermico.
Il futuro, però, è ancora abbastanza incerto, anche se la direzione intrapresa dai costruttori sembra ormai segnata, complici anche le attuali normative che spingono verso una mobilità sempre più sostenibile.
Tra i tanti aspetti che concorrono a segnare questo percorso, al momento non privo di difficoltà, ci sono i sistemi di ricarica e i sistemi di illuminazione di cui sono dotati questi veicoli. Perché parlare di due sistemi solo apparentemente così distanti?
Non ci sono dubbi ormai, e i modelli recentemente lanciati sul mercato lo dimostrano, di quanto il design e la presenza di numerosi sistemi di illuminazione interni ed esterni al veicolo siano diventati un fatto assodato. Le luci sono determinanti nel plasmare l’estetica, lo stile e, più in generale, il concetto formale di un’automobile.
Ma tutti questi sistemi di illuminazione assorbono energia e in un veicolo elettrico e ibrido il consumo di energia elettrica può fare veramente la differenza.
Qui entrano in gioco i sistemi di ricarica, o meglio, il nesso tra i due mondi, perché anche i più sofisticati impianti di illuminazione come i recenti LED, e i più sofisticati OLED, sono componenti che assorbono energia. Le batterie li alimentano, ma forniscono energia anche al motore, o ai motori elettrici nel caso in cui ce ne fosse più di uno. Esaurire l’autonomia di una batteria diventa quindi cosa semplice.
Questo è il motivo per cui i moderni sistemi di ricarica devono necessariamente crescere in termini di intelligenza propria, diventando più veloci e, allo stesso tempo, attenti a dialogare con i sistemi di ricarica montati a bordo del veicolo, per evitare il danneggiamento delle batterie e degli impianti di ricarica che equipaggiano il veicolo stesso.
La ricarica veloce e intelligente: c’è ancora molto da fare
Chi deve ricaricare un’auto elettrica non vuole perdere tempo: abituati ai cari e vecchi sistemi a benzina o gasolio, in cui il pieno si effettua in pochi minuti, pensare di rimanere fermi per ore, o anche per tempi inferiori all’ora, è una questione che impone cambiamenti nelle abitudini di vita, cambiamenti che spesso l’utente non è disposto a mettere in campo.L’automobilista, poi, vuole potersi rifornire senza dover chiedere particolari autorizzazioni e deve poter pagare velocemente il proprio rifornimento. Ricaricare un’auto, sia essa 100% elettrica o di tipo ibrida plug-in, impone come minimo la necessità di avere una App sul proprio telefono e una o più schede di accesso alle stazioni di ricarica.
Spesso risulta anche complicato e macchinoso capire il prezzo a cui stiamo acquistando energia elettrica per ricaricare la nostra auto, tanto che il futuro in questo senso non potrà che andare verso servizi sempre più mirati, in modo tale da dotare i possessori di auto a batteria di una sola App, che sia la più possibile versatile e che sappia anche interpretare i protocolli di differenti fornitori di energia elettrica. In altre parole, con una App sola ci si potrà rifornire presso le colonnine di gestori nazionali e internazionali, associando, per esempio, la propria carta di credito.
Parlavamo poi dei tempi di ricarica. La tecnologia potrà anche ridurre sensibilmente i tempi di approvvigionamento per la ricarica delle batterie, ma questo tipo di processo difficilmente raggiungerà l’immediatezza che conosciamo oggi con le auto dotate di motori endotermici.
Ecco perché fornire un sistema di ricarica significherà, in futuro, garantire tutta una serie di servizi: ricerca della stazione di ricarica più vicina e più adatta, possibilità di garantire all’utente, che deve aspettare, infrastrutture dove poter continuare eventualmente a lavorare o dove poter effettuare altri tipi di attività.
Insomma, il problema della ricarica dei veicoli elettrici proietta davanti a tutti noi un futuro in cui il processo stesso è una piccola goccia in un mare magnum di altri servizi e di altre tecnologie.
A tal proposito, aggiungiamo, e con questo concludiamo, che tra gli obiettivi che i diversi costruttori dovranno perseguire, ci sarà la necessità di stabilire accordi e partnership, anche a livello europeo, per offrire agli automobilisti un servizio di ricarica delle batterie che garantisca accessi adeguati. Gli accordi dovranno essere tali da mitigare l’elevata frammentarietà del mercato, soprattutto a livello europeo, per quanto attiene all’infrastruttura di ricarica.
Illuminazione: design, efficienza, sicurezza e riconoscimento del brand
Le luci di un’automobile sono il marchio distintivo di un costruttore, sono il DNA che permette di riconoscere l’appartenenza a un marchio piuttosto che a un altro. Ma sono anche sicurezza, perché devono illuminare efficacemente, ma devono essere parsimoniose in termini di consumi, perché devono fare dell’efficienza il loro credo.Quale sarà il futuro delle luci è qualcosa che iniziamo ad avere ben chiaro. Basta osservare l’indirizzo dei costruttori, per capire che il passaggio dai fari alogeni, a quelli allo Xenon, per finire ai LED e agli OLED, è una chiara testimonianza che le luci delle auto di domani saranno tra i componenti e i sistemi più raffinati e tecnologici presenti sul mercato.
I fari alogeni raggiunsero con le lampadine H7 un’intensità fino a 450 Lumen, con una temperatura del colore della luce di 3.200° K e un consumo di circa 55 Watt, considerando i soli anabbaglianti. Fu poi la volta dei bi-xeno, che riuscirono a superare gli 850 Lumen con consumi più bassi, rispetto ai fari allo xeno, consumi che vennero ridotti anche del 35%. Poi arrivarono i LED, che montati su un abbagliante medio produssero fino a 600 Lumen, con una temperatura del colore della luce prossima o superiore ai 5.000° K. Consumavano magicamente poco e avevano durate che andavano anche oltre le 10.000 ore, superando la vita utile del veicolo. Un abbagliante poteva consumare solo 20 W.
Con un percorso di innovazioni continue, a volte fatte di piccoli passi, talvolta di salti quantici, i fari di oggi sono arrivati alla tecnologia OLED, la più moderna e la più sofisticata. Gli OLED hanno permesso a designer e ingegneri di ottenere fari super efficienti, a bassissimo consumo ed estremamente versatili sotto il profilo tecnologico. Grazie a loro, infatti, è possibile ottenere forme particolarmente complesse, quelle forme che imprimono la personalità a un’auto, ma che soprattutto la rendono chiaramente riconoscibile come appartenente a un brand. E oggi, la scelta di un’auto in funzione del design sta assumendo proporzioni mai viste prime. Talvolta, con un pizzico di polemica, si potrebbe dire che, in alcuni casi, ci sono utenti per cui il contenitore è diventato molto più importante del contenuto. Ma questo è proprio ciò che gli ultimi anni stanno dimostrando: i sistemi di illuminazione sono diventati un elemento dirimente nella progettazione di un’auto e lo saranno sempre più.
Concludiamo questa analisi, ricordando che i sistemi di illuminazione occupano un ruolo importante non solo all’esterno dell’auto, ma anche all’interno. Gli abitacoli di oggi sono un concentrato di luci e profili luminosi che non potrebbero esistere se non fossero state introdotte le tecnologie LED e OLED. Il futuro dei sistemi di illuminazione, quindi, punterà su design, bassi consumi ed elevate capacità di luminosità. La tecnologia più accreditata per gli anni a venire rimarrà quindi quella dei fari a LED e, finché l’impiego non raggiungerà numeri importanti, quella dei più sofisticati OLED che al momento sono destinati alle sole vetture di segmento premium.