Articoli | 26 May 2022 | Autore: Alessandro Margiacchi

​L’aftermarket in trasformazione: i big player della distribuzione ricambi

La Top 5 dei big player della distribuzione ricambi e la trasformazione del mercato aftermarket: facciamo il punto.


Sono ormai stati resi noti i bilanci ufficiali relativi al 2021, un’informazione questa che ci ha permesso di vedere, numeri alla mano, chi sono i più grandi player nel mondo della distribuzione ricambi. Stiamo parlando di quelle società che raggiungono un fatturato di almeno 1 miliardo di euro all’anno, gruppi o singole aziende che da qualche tempo si sono consolidate nel mercato europeo grazie a fusioni e acquisizioni, che hanno cambiato gli equilibri del nostro mercato.

Questi colossi, grazie alla loro potenza economica, hanno portato avanti una serie di attività e progetti che hanno impattato tutto il settore, toccando tutti gli anelli della filiera distributiva con una progettualità che guarda al futuro del settore.
Strategie che spesso però sono vissute come eventi lontani da ricambisti e autoriparatori, ma che invece hanno un impatto importante, più o meno evidente, anche nel lavoro quotidiano dei professionisti del settore. Basti pensare a tutte quelle attività che riguardano la gestione dell’officina e la possibilità di aggiornamento e formazione sia tecnico sia commerciale che possono mettere a disposizione degli autoriparatori, lo sviluppo dei network e gli accordi di canalizzazione per portare traffico in officina.

Oppure pensiamo a quelle attività rivolte più al ricambista per la promozione di brand e prodotti, le attività di comunicazione e trasferimento di know-how che possono implementare, affiancando tanto il componentista quanto il ricambista.
Tenere d’occhio il mercato e le sue trasformazioni, dunque, è sicuramente importante, non solo per capire chi distribuisce un determinato prodotto e a che prezzo, ma anche per orientarsi meglio, per capire le dinamiche di questo mercato in continua trasformazione e per non subire il cambiamento in atto, gestendo la propria attività con lungimiranza.

È bene, dunque, imparare a conoscere le realtà dei grandi distributori europei, soprattutto di chi si è già affacciato nel nostro mercato, perché possono indicare gli sviluppi e le tendenze che la distribuzione si troverà ad affrontare.
Facciamo due esempi molto concreti: il dibattito sulla filiera lunga o corta e i private label.
In entrambi i casi, guardare a come si sono mossi i big player in Europa, permette di cogliere opportunità e affrontare eventuali problematiche, che potrebbero entrare a gamba tesa nel nostro mercato.

Fotografiamo, quindi, questi macro trend e vediamo come potrebbero influenzare il mercato. 

Un mercato che cambia

Il mercato della distribuzione ricambi sia in Italia sia all’estero sta cambiando secondo modalità e velocità dettate dalle peculiarità di ciascuna nazione.
A livello di distribuzione europea, ci sono fondamentalmente due modelli di business: c’è, infatti, chi si muove nel rispetto della filiera distributiva tradizionale (dal componentista al distributore, ricambista e officina, dove ogni realtà è un’azienda a se stante) e chi invece tenta altre strade per saltare almeno un anello della catena distributiva, con una piattaforma logistica centralizzata e la vendita diretta all’officina attraverso dei punti vendita di proprietà o come nel caso di Mobivia Groupe in franchising. In questo caso, infatti, Mobivia ha un controllo diretto sull’officina e attraverso i suoi centri, come la rete Norauto, propone la vendita e l’installazione dei prodotti direttamente all’utente finale.

In Italia è predominante la filiera lunga (tre step) dove il ricambista svolge un ruolo fondamentale di raccordo, difficilmente sostituibile, per via delle peculiarità del mercato, ma anche del territorio stesso. Il ricambista, infatti, è quella figura capace di interpretare e rilanciare i segnali del mercato, diventando il necessario canale di comunicazione fra chi è a monte della filiera e chi è a valle.
Ricambisti e autoriparatori, come abbiamo visto, fanno dunque parte della partita e hanno senz’altro voce in capitolo, non solo a livello commerciale, ma anche nella richiesta di servizi commisurati alle loro esigenze. 

Private label: un trend del futuro?

Uno dei temi caldi della distribuzione è quello del private label, una tendenza che anche in Italia sta diventando sempre più forte. In Europa, come in America, esistono dei brand proprietari molto forti, che hanno condizionato la distribuzione. L’intento non è sempre o solo quello di dare un’alternativa più economica del premium brand, ma spesso c’è una strategia di fidelizzazione molto avanzata.

Citiamo ad esempio Genuine Parts Company (GPC) con il suo brand NAPA, acronimo di National Automotive Parts Association, che è partito in America dove è diventato dominante e che è poi sbarcato anche in Gran Bretagna, anche se in modo diverso, dando una scossa al mercato locale. Solo i clienti di GPC possono avere a disposizione i prodotti NAPA e questo ha portato la gamma a crescere in maniera esponenziale, ma anche a coinvolgere sempre più retailer nel network.
Visto il successo americano, l’idea di GPC è quella di portare il brand anche negli altri paesi in cui opera (l’Italia non rientra tra questi, attualmente) grazie anche a una forte ed efficace campagna di comunicazione. Se in America la presenza dei private brand è davvero estremamente diffusa, anche per il tipo di modello di business con punti vendita di proprietà, non di meno laddove esiste una forte fidelizzazione o una filiera corta, il private label può giocare un ruolo fondamentale.

In Italia ci sono aziende che lavorano esclusivamente con dei marchi di proprietà, distribuiti attraverso la filiera tradizionale, così come gli attori della distribuzione che hanno un loro marchio che propongono in alternativa ai premium brand dei componentisti.
Qui la funzione del private label è dunque più rivolta alla fidelizzazione del cliente, che può contare su un prodotto di qualità in base alla fiducia accordata al proprietario del marchio, e alla possibilità del venditore di avere un prodotto “in esclusiva” sul territorio.
Ad oggi in Italia, tra chi offre prodotti a marchio proprio, troviamo i grandi distributori nazionali, ma anche alcuni importanti gruppi di ricambisti e realtà distributive che riuniscono più società.

Ma quali prodotti troviamo sul mercato? In generale i ricambi più semplici da trattare sono quelli definiti fast movers come batterie, lampadine, spazzole tergi, seguiti dai ricambi per il tagliando (filtri e lubrificanti).
La capacità di proporre un private label e una gamma completa di prodotti non è alla portata di tutti, perché richiede ingenti investimenti in termini di sviluppo di gamma, capillarità e capacità di comunicazione e fidelizzazione. Per questo sono soprattutto i big player o i gruppi che hanno una determinata solidità finanziaria e che muovono volumi importanti a proporre questo tipo di soluzione commerciale.

Per concludere, dunque, i private label sono destinati a diventare un’opportunità sempre più interessante per il mercato e conoscere le strategie internazionali messe in atto dai big player porta a fare diverse ipotesi sulla trasformazione del mercato e sulle leve economiche e non solo di queste macro tendenze. 

La distribuzione ricambi in Europa: gli ultimi aggiornamenti

Nonostante la pandemia, il rallentamento provocato dalla crisi dei componenti, l’impennata dei costi delle materie prime e l’aumento dei costi logistici, i big player hanno continuato a consolidarsi nel mercato europeo tramite acquisizioni e attraverso importanti investimenti, che anche nei periodi più difficili non si sono mai fermati e sono riusciti a chiudere l’ultimo anno fiscale con numeri in crescita, anche oltre le aspettative.

Facciamo, dunque, il punto di quanto è successo tra il 2020 e il 2021, vediamo più in dettaglio i fatturati raggiunti dalle prime cinque realtà internazionali nell’ultimo anno fiscale e quali sono state le ultime mosse della distribuzione nel Vecchio Continente.
 
LKQ Corporation
Il distributore americano LKQ Corporation, che è parte di ATR International, nel 2021 ha raggiunto un fatturato a livello globale per il settore automotive pari a 11,53 miliardi di euro.
Con LKQ Europe, la filiale europea di cui fa parte Rhiag Group, l’azienda ha raggiunto nel Vecchio Continente un turnover di 5,3 miliardi di euro.

Sebbene nel 2021 il gruppo non abbia provveduto a ulteriori acquisizioni, il colosso americano ha dimostrato di voler continuare a crescere nel mercato europeo anche attraverso investimenti strutturali, come ad esempio il nuovo centro logistico di Rotterdam nei Paesi Bassi (aperto a febbraio 2021) e l’Innovation and Service Center di Katowice, in Polonia, inaugurato ufficialmente a luglio 2021. Ricordiamo, infine, che lo sbarco in Europa di LKQ risale al 2011 con l’acquisizione del distributore britannico Euro Car Parts (ECP).

 

Genuine Parts Company (GPC) – Alliance Automotive Group (AAG)
L’americana Genuine Parts Company (GPC), che fa parte di Groupauto International, nel 2021 ha raggiunto un fatturato a livello globale per il settore automotive pari a 11 miliardi di euro. Il fatturato europeo, invece, come risultata dai dati del distributore Alliance Automotive Group (acquisito nel 2017 da GPC), nel 2021 è pari a 2,6 miliardi di euro.

Tra il 2020 e il 2021, il gruppo ha proseguito nella sua politica di espansione e consolidamento attraverso numerose acquisizioni, tanto nel Regno Unito quanto nel resto dei paesi in cui opera.
In particolare, segnaliamo l’ingresso nel mercato iberico tramite la partecipazione nel capitale di Groupauto Unión Iberico (GAUIb) nel novembre del 2020.
A questa operazione si aggiunge ad agosto 2021 l’acquisizione in Francia del distributore Rapid’Auto e il lancio nel 2020 del servizio di riparazione e sostituzione cristalli con le insegne Preci’glass e Topglass.

Per il 2021, inoltre, ricordiamo l’acquisizione a marzo del distributore inglese EBC Motor Factors, che conta due filiali e un fatturato di circa 1 milione di sterline, e l’acquisizione del portale di ricambi olandese Winparts a luglio dello stesso anno.
La campagna acquisti si è poi conclusa nel 2021 con l’acquisizione da parte di Alliance Automotive Group Benelux (AAGB) del distributore indipendente Gebr. Ferwerda, storica realtà fondata nel 1931 a Dokkum e che conta nove filiali. Grazie a questa operazione, da gennaio 2022 tutti i distributori facenti capo ad AAGB operano sul territorio sotto un’unica insegna: Parts Point.

 
Parts Holding Europe (PHE)
Nel 2021 Parts Holding Europe (PHE), che fa parte di AD International, ha chiuso l’anno con un fatturato stimato di circa 2 miliardi di euro. In particolare, questo risultato è stato raggiunto anche grazie a una serie di acquisizioni sul territorio europeo.

Ricordiamo nel 2020 l’operazione conclusa in Benelux da Doyen Auto che ha acquisito due distributori: Autovak di Anversa e AD Autoparts di Limburgo (in tutto quattro punti vendita e 10 milioni di fatturato).
A luglio 2021, invece, in Spagna, attraverso AD Parts Intergroup, PHE ha comprato il 75% delle quote di due noti distributori: AD Marina e Regenauto.
Da ricordare, infine, che in Italia, nel 2021, sono entrati a far parte del gruppo 2G Padauto e CIDA Auto Components.

 
Inter Cars
Il 2021 per Inter Cars è stato un anno di consolidamento. Il distributore polacco, che è parte di ATR International, ha registrato nel 2021 un fatturato di circa 1,86 miliardi di euro. In particolare, in Italia il fatturato si aggira sui 18,6 milioni di euro.

Lo scorso anno l’azienda ha messo in atto una serie di misure volte a ottimizzare i processi. In Polonia, ad esempio, ha introdotto il suo nuovo catalogo online, Inter Cars e-Catalog, e ha perfezionato le competenze per gestire il servizio clienti in modo produttivo, affiancando all’assistenza telefonica altri nuovi canali di comunicazione.

 
Swiss Automotive Group (SAG)
Il fatturato per il 2021 di Swiss Automotive Group (SAG), che è parte di ATR International, è pari circa a 1 miliardo di euro grazie anche a importanti manovre di espansione.

Tra le operazioni più significative portate avanti dal gruppo segnaliamo nel 2020 l’acquisizione di due distributori da LKQ in Repubblica Ceca, APM Automotive e Stahlgruber CZ, che dopo un’importante operazione di rebranding, si presentano oggi al mercato come SAG CZ e che indossano perciò i colori del distributore svizzero.
In Germania, invece, ha portato avanti l’acquisto del portale tedesco ATP (fondato nel 2002).

Nel 2021, infine, il distributore rumeno Autonet Group Holding, che è parte di SAG, ha rilevato il 51% delle quote del distributore Augsburg International, realizzando così una alleanza che permette al gruppo SAG di scalare la classifica dei big player europei.

 

Il caso global one automotive

Segnaliamo poi il caso del gruppo tedesco global one automotive, che è stato fondato nel 2016 dalla tedesca WM (Wessels+ Mueller e Trost) insieme alla statunitense SSF Imported Auto parts. A livello globale, il gruppo nel 2021 ha raggiunto un turnover aggregato pari a 3,5 miliardi di euro, ma non è disponibile il dato relativo al fatturato europeo.
global one automotive è presente anche in Italia dal 2018 come Go Automotive; ricordiamo che da gennaio 2022 è effettiva l’uscita dalla compagine sociale del distributore Cati. Rimangono, dunque, in Go Automotive due società italiane: Demauto e AZ Group.


 

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Tags: distribuzione ricambi lkq SAG Alliance Automotive Group Inter Cars genuine parts company global one parts holding europe

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