General Ricambi racconta la sua storia, la sua evoluzione, il suo tornare alla mission di sempre: rigenerare componenti automotive.

 
Quella che vi vogliamo raccontare è una storia di rigeneratori che attraverso il rinnovamento del proprio marchio, rigenerano se stessi ritornando alle origini.
Il bivio dinanzi a noi era chiaro, per lo meno per alcune categorie di prodotti. Trasformarci in commercianti di sfavillanti scatole dal contenuto accettabile e un prezzo aggressivo o tornare alla nostra identità di rigeneratori, accettando il rischio che il mercato non ne fosse ancora pronto?

Tutto ciò accadeva prima di quel famoso 21 febbraio 2020, in cui tornammo ancora a essere i primi. I primi ad affrontare il Covid, i primi a fermare le produzioni. Una volta ancora i primi; come negli anni Settanta, quando i fondatori della General Ricambi, con un altro nome, probabilmente furono i primi a iniziare a revisionare i semiassi. Si, già da allora bruciarono le tappe. Non furono mai né riverniciatori né riassemblatori, iniziarono dalla revisione per diventare presto rigeneratori.

È in quel contesto, ignari che il mondo sarebbe inesorabilmente cambiato, che decidemmo di ripensarci semplicemente come eravamo già stati.
Abbiamo sempre creduto nell’economia circolare, intrinseca nel nostro lavoro e nella sostenibilità ambientale del nostro prodotto e delle nostre produzioni. Da oltre dieci anni produciamo parte dell’energia che ci serve con pannelli fotovoltaici posti sul tetto dell’insediamento produttivo, trattiamo i nostri fluidi di processo in modo da allungarne la vita, usiamo vernici ad acqua sui nostri prodotti e avviciniamo gli stock ai nostri clienti per ridurre anche l’impatto dei trasporti.

È in quel contesto che stilammo un piano di rilancio di cinque punti, in cui il primo era trasmettere tutti i nostri valori nel marchio. 

Il logo che unisce passato e futuro con l’economia circolare

Per il logo abbiamo osato. Ispirati da Mc Escher, abbiamo preso la G di General Ricambi e unendone una all’altra abbiamo creato un solido, in rotazione continua, che non ha un inizio e una fine; a rappresentare l’economia circolare, a cui molti ammiccano e che noi facciamo da cinquanta anni.
Per il marchio General Ricambi siamo tornati ai colori storici della nostra azienda: il grigio e il rosso. Abbiamo riportato la scritta “General” al passato, usando un carattere storico come il Bauhaus, e proiettato la scritta “Ricambi” verso il futuro, con il carattere Hybrid. Per non rinnegare quello che eravamo e trasmettere il messaggio che siamo proiettati al futuro.

Certamente, abbiamo messo i colori della bandiera nel marchio; orgogliosi di esserlo e di poterlo fare.
La nostra identità: il “GREENGENEERING”. Un vocabolo nuovo, che non esiste, coniato da noi in azienda che racchiude tutte le nostre idee attraverso la fusione di più parole.
La parola “GREEN”, per ricordaci sempre che lasciare un mondo migliore di come lo abbiamo trovato è un nostro obbiettivo. Anche quando gli esperti ci consigliavano di abbandonare la gestione della carcassa a causa dell’enorme immobilizzo finanziario d i competitor lo usavano commercialmente a nostro favore per l’onere del ritiro da parte del cliente.
Il “Reenginering”: dobbiamo sempre adoperarci per trovare soluzioni nuove per rigenerare pezzi usati e approcciare le nuove tecnologie.

“EngEneering”: scritto con la “E” il posto della “I”, per ricordare ai noi stessi prima che agli altri che è fatto dalla GENeral Ricambi.
E per concludere la parola “ring” finale a ricordarci sempre l’economia circolare.
Ad oltre tre anni da quel famoso febbraio, dopo aver visto saltare le catene logistiche globali, dopo aver visto perdere attrattività dei prodotti asiatici verso l’utilizzatore finale e vedendo aumentare la sensibilità di tutti per l’impronta verde che lasciamo pensiamo di aver fatto la cosa giusta. Per i nostri clienti prima ancora per noi stessi.

Per gli altri punti… dovrete attendere le prossime uscite, continueremo ad emozionarci e a stupirvi.