Dalla produzione al riciclo delle batterie, il Parlamento Europeo ha la sua da dire riguardo alle batterie, ecco perché e quali sono le indicazioni che arrivano da Bruxelles.
Complice il forte input dato all’elettrificazione del circolante proprio dal Parlamento Europeo, diventa sempre più importante fornire un quadro normativo di riferimento per affrontare le questioni ambientali, etiche e sociali che riguardano il mercato delle batterie.
L’obiettivo è quello di avere batterie sempre più “sostenibili ed etiche” come le definisce un articolo pubblicato recentemente sul sito del Parlamento Europeo, perché è chiaro che questo prodotto necessita di trattamenti particolari a fine vita e la normativa al vaglio degli organi legislativi europei si pone come finalità quella di “garantire che al termine del loro ciclo di vita, le batterie possano essere riutilizzate o riciclate”.
Come spiega la nota del Parlamento EU: “la relazione sulle batterie e sui rifiuti di batterie a cura del relatore Achille Variati (rappresentante italiano del Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo) è stata adottata dal Parlamento il 10 marzo 2022. Tale relazione si propone di regolamentare l'intero ciclo di vita del prodotto, partendo dalla fase di progettazione e finendo al riciclo in nuovi prodotti. Questa proposta si ricollega al piano d'azione UE per l'economia circolare e alla strategia industriale dell'UE.
Il 9 dicembre il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio per rivedere le norme sulle batterie per tener conto degli sviluppi tecnologici e delle sfide future. Una volta approvate formalmente da entrambe le istituzioni, le nuove regole entreranno direttamente in vigore. Questo dovrebbe rendere le batterie più sostenibili, performanti e durevoli”.
Batterie: un mercato strategico da regolamentare
Secondo le previsioni del Parlamento Europeo e quanto citato nella comunicazione redatta dalla Commissione Europea a fine 2020, l’aumento dei veicoli elettrici porterà nel 2030 ad avere un parco circolante di circa 30 milioni di auto elettriche e 80.000 autocarri a emissioni zero sulle strade d’Europa. Ma come evidenziato nel documento sulle “Nuove regole dell’EU per batterie più sostenibile ed etiche”, l’aumentare dei veicoli elettrici comporta anche “uno svantaggio competitivo a livello ambientale: le batterie”.Da qui la necessità di aggiornare le normative precedenti e creare nuove categorie di riferimento, tenendo conto degli sviluppi tecnologici del settore. Le questioni sul tavolo sono molte e riguardano il settore dei trasporti (e non solo) a tutto tondo, sia per quanto riguarda i passeggeri sia le merci; per questo la Commissione Europea stabilisce una serie di tappe entro le quali non solo provvedere ad adeguare le normative, ma effettuare tutto ciò che serve per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.
Tornando a focalizzarci sul problema delle batterie, ad esempio, gli eurodeputati chiedono una ridefinizione o meglio l’introduzione di una nuova categoria di batterie che si va ad aggiungere a quelle per autoveicoli e agli accumulatori industriali: le batterie per mezzi di trasporto leggeri, cioè biciclette, scooter e monopattini elettrici, che stanno diventando sempre più diffusi non solo in Italia, grazie anche alla “modalità condivisa” ampiamente utilizzata nelle grandi città.
Perché la richiesta di questa ulteriore suddivisione? Fondamentalmente perché non era prevista nella direttiva 2006/66/CE, dove si parlava solo di “pile portatili, pile industriali e batterie per autoveicoli” e considerato lo sviluppo tecnologico del settore e la diffusione sul mercato di questi prodotti, per poterne adeguatamente regolarizzare il fine vita devono innanzitutto essere “categorizzati”.
Tenendo dunque presenti tutte queste trasformazioni, gli enti europei ritengono che “entro il 2030, la domanda globale di batterie potrebbe aumentare di 14 volte e che il fabbisogno per l'UE potrebbe rappresentare il 17% della domanda totale.
Tale fenomeno – prosegue il comunicato - trova la sua principale spiegazione in una molteplicità di fattori: l'ascesa dell'economia digitale, lo sviluppo delle energie rinnovabili e l'avvento della mobilità a basse emissioni di carbonio. Il crescente aumento di veicoli elettrici alimentati a batteria, renderà questo mercato strategico a livello globale”.
La crescita di questo mercato, dunque sembra preoccupare la Comunità Europea, in quanto avrà un impatto notevole non solo a livello economico ma anche di tutela ambientale.
Gli elementi da tener presenti sono diversi: a partire dalla reperibilità delle materie prima e dalla loro commercializzazione, fino alla realizzazione del prodotto finale, del suo utilizzo e del suo fine vita.
Come recita ad esempio la richiesta di emendamento all’articolo 10 bis: “L'obiettivo principale del presente regolamento è aggiornare la legislazione dell'Unione in materia di gestione dei rifiuti di batterie, da un lato, per garantire il funzionamento del mercato interno e, dall'altro, per stabilire misure finalizzate alla tutela dell'ambiente e della salute umana attraverso la prevenzione o la riduzione degli effetti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti, la riduzione dell'impatto dell'uso delle risorse e il miglioramento dell'efficienza energetica.
Un miglioramento dell'efficienza delle risorse può contribuire a ridurre la dipendenza dell'Unione dalle importazioni di materie prime e agevolare la transizione a un'economia circolare.
Detta transizione dovrebbe contribuire al conseguimento degli obiettivi climatici dell'Unione, in particolare quello della neutralità climatica al più tardi entro il 2050, al contempo creando importanti opportunità economiche, aumentando le sinergie fra l'economia circolare e le politiche energetiche, climatiche, industriali e in materia di trasporti e ricerca, nonché tutelando l'ambiente e riducendo le emissioni di gas a effetto serra”.
Solo guardando a quanto scritto in questa proposta di emendamento (che è un documento di 128 pagine) si capisce quali e quanti siano i temi e i settori coinvolti e quanto strategico sia dunque non solo questo mercato nel senso più ampio, ma anche quanto sia importante avere una legislazione adeguata rispetto alle nuove tecnologie in essere e future.
Batterie e sostenibilità economica e sociale
Quando si inizia a guardare al settore delle batterie, il primo punto al vaglio è la reperibilità delle materie prime necessarie per produrle.In particolare, sono necessari una serie di elementi che hanno una diffusione territoriale molto disomogenea e ciò comporta un disequilibrio a livello di concentrazione dei giacimenti e dei paesi fornitori.
Un approvvigionamento sostenibile, in particolar modo di materie prime quali cobalto, litio, nichel e manganese, deve tener conto che stiamo parlando di metalli con un impatto ambientale e sociale molto elevato.
“Per contrastare la violazione dei diritti umani connessi ai processi produttivi e garantire batterie più etiche – scrive il comunicato -, gli eurodeputati sostengono l'introduzione di un obbligo di diligenza per i produttori. Secondo il testo, i produttori dovrebbero essere tenuti a rispettare standard di gestione dei rischi sociali e ambientali, legati all'approvvigionamento, alla lavorazione e al commercio di materie prime e materie prime secondarie. Tutti gli operatori economici che immettono batterie sul mercato dell'UE, ad eccezione delle PMI, saranno tenuti a sviluppare e attuare questa politica di dovuta diligenza”.
Batterie e sostenibilità ambientale
La questione riguardante la tutela ambientale è da considerare sotto due punti di vista: da una parte la cosiddetta “carbon footprint” (impronta carbonica o di CO2) delle batterie e dall’altra il loro riciclaggio.Per quanto riguarda il primo aspetto, ricordiamo che l’impronta di carbonio rappresenta l’unità di misura della domanda di risorse naturali da parte dell’umanità, cioè l’impronta sul pianeta in termini di emissioni di anidride carbonica; un parametro utilizzato per stimare le emissioni di gas serra e generalmente espresso in tonnellate di CO2.
Per evidenziare l’impatto della produzione della batteria sull’ambiente, secondo quanto richiesto dal Parlamento Europeo, le batterie “dovranno disporre di un'etichetta indicante la propria impronta di CO2. Questo indicatore servirebbe a rendere più trasparente l'impatto ambientale di ogni batteria e sarà obbligatorio per le batterie dei veicoli elettrici (EV), le batterie dei mezzi di trasporto leggeri (LMT) e le batterie industriali ricaricabili con una capacità superiore a 2kWh. Servirà inoltre a regolamentare l'intero ciclo di vita delle batterie e al tempo stesso a garantire che le nuove batterie contengano livelli minimi di determinate materie prime”.
Ed eccoci al fronte della necessità di riciclare le batterie e trovare soluzioni che possano aumentarne il tasso di riciclo.
Secondo i dati presentati dall’Unione Europea (fonte Eurostat 2021), nel 2019, il 51% delle batterie portatili vendute nell'UE è stato raccolto per essere riciclato. A causa della presenza di diversi metalli e composti utilizzati in fase di produzione, i relativi processi di riciclo possono variare a seconda del tipo di batteria.
Con le nuove regole per le batterie portatili verranno inseriti obiettivi più stringenti per la loro raccolta (45% entro il 2023, 63% entro il 2027 e 73% entro il 2030) e per le batterie dei mezzi di trasporto leggeri (51% entro il 2028, 61% entro il 2031).
Il nuovo quadro normativo prescrive inoltre l'obbligo di raccolta gratuita per gli utenti finali di tutti i rifiuti prodotti da mezzi di trasporto leggeri, batterie per autoveicoli, veicoli industriali e veicoli elettrici, indipendentemente dalla loro natura, composizione chimica, condizione, marca o origine.
Secondo le nuove regole, i livelli minimi di cobalto recuperato (16%), piombo (85%), litio (6%) e nichel (6%) dai rifiuti di produzione e di consumo devono essere riutilizzati nelle nuove batterie.
Aftermarket: semplificare la sostituzione delle batterie
Infine, una nota che riguarda direttamente il nostro settore, in quanto la nuova normative arriva anche ad occuparsi dell’intervento di sostituzione delle batterie, indipendentemente dal loro ambito di utilizzo.Le nuove norme, infatti, prescrivono una più facile rimozione o sostituzione delle batterie, in grado di fornire migliori informazioni ai consumatori (aggiungiamo noi professionisti e non).
Le batterie portatili negli apparecchi dovrebbero essere progettate in modo tale che gli utenti possano rimuoverle e sostituirle facilmente. “Questo requisito – sottolinea il comunicato - il diventerà obbligatorio tre anni e mezzo dopo l'entrata in vigore delle norme”. Verranno fornite maggiori informazioni sulla capacità, le prestazioni, la durata, la composizione chimica, nonché il simbolo di “raccolta differenziata” delle batterie.