Articoli | 19 June 2023 | Autore: Alessandro Margiacchi – Tommaso Caravani

​FAEG Ricambi Auto: 40 anni di storia e non sentirli

Quali sono le strategie che hanno portato il ricambista FAEG a raggiungere risultati così importanti alle porte della città di Verona? Passione, sinergie con i partner e dedizione: tutti valori che mettono al centro le persone. Ecco i primi 40 anni di FAEG Ricambi Auto.

 
Un ricambista storico, nato il 2 maggio 1983, che ha dalla sua un forte e stretto legame con il territorio. Così si definisce oggi la FAEG Ricambi, un’azienda che affronta quotidianamente l’evoluzione e la trasformazione del mercato a testa alta, puntando sulla formazione e sulla collaborazione con fornitori e officine, creando con entrambi sinergie sempre più profonde e fruttuose.

La storia di questo ricambista di Arbizzano (VR) è iniziata perciò 40 anni fa come piccola realtà locale e nel giro di quattro decenni si è trasformata in una società composita, dentro la quale troviamo una squadra forte e coesa, che non ha paura di affrontare i rapidi cambiamenti tecnologici e gli scenari futuri dell’aftermarket, con sempre più entusiasmo e intraprendenza. 
Un approccio al mercato, quello di FAEG, basato sulle sinergie con la filiera; un approccio che va oltre il business, dove si condividono perciò valori e progetti. È in questo che crede Federico Ferrari, socio fondatore di FAEG, che in questi anni è riuscito a costruire una vera realtà imprenditoriale, che da sempre è alla ricerca della soluzione migliore da offrire alle officine.

Una chiacchierata con lui ci ha aiutato a capire meglio cosa è cambiato nel tempo, proprio a livello di gestione quotidiana del lavoro e di rapporto con il mercato, e quali sono i progetti per il futuro. 

Per vedere la videointervista a Federico Ferrari clicca qui.

1983 – 2023: 40 anni nel mondo dei ricambi auto

Non è facile riuscire a riassumere in poche righe una storia densa di passaggi, come quella di FAEG, ma ciò che possiamo fare è cercare di ripercorrere le tappe fondamentali che hanno portato questo ricambista a crescere nel tempo, diventando di fatto un punto di riferimento unico per l’officina multiservice.

“In 40 anni è cambiato veramente tanto, forse tutto”, esordisce così Federico Ferrari. “FAEG è nata nel 1983 grazie all’incontro di due persone, che volevano essere due veri ricambisti. Queste due persone eravamo io e Adelino Fondelli. Per prima cosa abbiamo chiesto a Giancarlo Dal Negro, ancora oggi socio, e ad Ermes Ambrosi (socio uscito nel 2009 n.d.r.) di entrare a far parte del progetto.  Quando abbiamo deciso di mettere in piedi l’attività, la prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di analizzare il territorio. È bene precisare che negli anni 70 a Verona c’erano fondamentalmente tre grandi ricambisti, che trattavano principalmente ricambi Fiat, da cui si servivano tutti gli autoriparatori della provincia, che per raggiungerli impiegavano molto tempo”.

Lì nasce l’idea, l’intuizione: perché non aprire un negozio di ricambi in provincia, sulla cintura di Verona? “Iniziano così a sorgere i primi piccoli negozi e tra questi nasce, in una zona particolarmente strategica, a Parona di Valpolicella, la FAEG. Parona, infatti, si trova tra due strade a elevata percorrenza e il fiume Adige e proprio per questa sorta di “imbuto” è considerata la porta della Valpolicella da dove si deve passare per raggiungere la città di Verona. La scelta è stata azzeccata, direi oculata, perché da quel momento i meccanici iniziarono a fermarsi da noi, risparmiando un’ora di tempo tra andare a Verona e tornare”, racconta Federico Ferrari.

Ma va da sé, ogni storia è unica e se oggi FAEG può contare su un ampio magazzino e un altrettanto vasto bacino di clienti, lo deve principalmente alla capacità imprenditoriale dei soci, che fin dall’inizio hanno puntato sulla carta del servizio, scommettendo sul territorio: “Abbiamo voluto creare subito un magazzino orizzontale, con l’obiettivo di offrire un ricco ventaglio di servizi. Col tempo, poi, abbiamo capito che dovevamo curare il nostro territorio e concentrarci solo sulla nostra area di competenza: siamo sempre voluti rimanere qui con chi ci ha aiutato a diventare grandi, con le nostre officine clienti, ed è per questo che non siamo andati fuori provincia o addirittura fuori regione”.

Agli inizi degli anni 90 è poi venuto a mancare Adelino Fondelli e con grande tenacia e dedizione l’azienda è riuscita a colmare questa mancanza. Nonostante l’accaduto, infatti, la voglia di rialzarsi e di reagire è stata tanta e anche grazie all’ingresso in azienda di Fernanda Fondelli, la FAEG ha ritrovato un nuovo slancio, scovando nuove opportunità.
“Negli anni 90 la crisi dell’auto ha un po’ rivoluzionato il settore, ma anche l’arrivo dell’iniezione ha cambiato gli equilibri sul mercato, perché ha fatto sparire tutta una serie di specialisti e tutta una parte di ricambi. Questo, però, non ci ha spaventato, anzi ci ha spinto a organizzare i nostri primi corsi di formazione per i meccanici, per dare loro l’opportunità di imparare nuove tecniche di riparazione e che, fin da subito, hanno riscosso grande interesse.
Sul finire degli anni 90 poi, ci siamo resi conto che la sede di Parona iniziava a non essere più idonea e così, dopo pochi anni, ci siamo trasferiti dove siamo oggi, ad Arbizzano”.


Allo stesso tempo, FAEG è sempre stata attenta alle evoluzioni di mercato, afferma Federico Ferrari: “Agli inizi del 2000 abbiamo aderito al progetto Point Service di Vittorio Amura, che, a mio parere, rimane ancora oggi il miglior progetto aftermarket per la strategia di formazione e di immagine per le officine indipendenti.
Nel 2002, poi, se da un lato l’entrata in vigore della BER ha portato le officine indipendenti a esplorare nuovi orizzonti, dall’altro lato gli autoriparatori sono stati un po’ messi in crisi dalle auto che arrivavano in officina, che erano molto più moderne e difficili da riparare, e richiedevano perciò ancora più corsi di formazione. Abbiamo raccolto questa esigenza, organizzando sempre più training. Per noi, infatti, il meccanico non è un semplice installatore, ma il garante della sicurezza dell’automobilista e quindi deve essere formato e preparato, non solo sui veicoli più datati, ma anche su quelli più moderni ed è anche per questo che nel 2014 abbiamo inaugurato una sala corsi (con trenta posti a sedere) all’interno del nostro magazzino. Il ricambista è legato all’officina, il nostro fatturato dipende da loro e perciò noi dobbiamo essere capaci di soddisfare ogni loro esigenza”
, prosegue Federico Ferrari.
 

Il sodalizio con CATI e il futuro del ricambista

Nella visione di FAEG, quindi, il ruolo del ricambista è quello di fornire i ricambi nel minor tempo possibile; quello dell’officina è di fare bene il lavoro, di valorizzare la sua attività e di investire in attrezzature; quello del distributore, infine, di rendere la merce disponibile al ricambista, con una efficienza nel servizio di consegna molto forte, e un’ampia offerta di servizi (banche dati, gestionali, assistenza telefonica, corsi di formazione, supporto marketing eccetera).

Oggi, dunque, FAEG ha trovato in CATI un partner affidabile, che risponde a ogni sua richiesta, e con il distributore piemontese ha siglato un accordo ben preciso: “Siamo sempre riusciti a costruire un rapporto di fiducia e di confronto con i nostri partner e di CATI abbiamo apprezzato fin da subito il modo di lavorare e il progetto officine (AreaAuto n.d.r). Ci ha convinto il fatto che sia un’azienda solida, che porta avanti iniziative con l’obiettivo di offrire a ricambisti e officine un servizio e un supporto completo, creando così un fil rouge tra componentisti e autoriparatori a beneficio di tutti gli anelli della supply chain”.
“Dal canto nostro – prosegue Ferrari - il servizio all’officina è fondamentale e in questo senso è importante avere i ricambi a magazzino e poterli consegnare velocemente. È una cosa in cui abbiamo sempre investito, tanto che fin dai primi anni di attività garantivamo due consegne al giorno. Oggi però ci sono troppe pressioni in questo servizio. Personalmente ritengo che due consegne al giorno siano più che sufficienti e vorrei che lo capissero anche le officine. Ci sono ricambisti che consegnano cinque volte al giorno, ma io credo che non ne valga la pena, sia per il costo del carburante oggi ancora troppo alto, sia perché non è sostenibile dal punto di vista aziendale e organizzativo. Stiamo pensando di appoggiarci a dei corrieri esterni, ma stiamo ancora valutando, perché non credo che questo sia il futuro. Noi comunque ci adeguiamo al mercato, ma ripeto, due consegne al giorno sarebbero sufficienti per coprire le esigenze, ma è fondamentale che le officine lo accettino: è un cambiamento di mentalità che deve venire da loro e sarebbe più conveniente per tutti”.

Alla domanda su come vede la FAEG e il ruolo del ricambista nei prossimi anni, Federico Ferrari risponde così: “Il ricambista, per definizione, è l’anello fondamentale della catena distributiva e rimarrà così per molto tempo: non è sostituibile. Il nostro settore è molto frammentato e devo dire che c’è molta confusione. Non ho la sfera di cristallo e non so dire cosa succederà esattamente nei prossimi anni, ma posso dire quello che ho visto in questi anni. Abbiamo visto, infatti, grandi distributori stranieri arrivare in Italia e ritirarsi dopo poco tempo, altri player italiani che hanno sconfinato entrando in nuovi territori con grandi progetti, ma con poco successo. Queste realtà hanno fatto un errore: non hanno considerato noi ricambisti più piccoli, che lottiamo per ciò in cui crediamo. Noi sappiamo quello che dobbiamo fare oggi e quello che dovremo fare domani: arrivare in officina in tempo, creare ricchezza e difendere il nostro territorio con i denti: noi ‘piccolini’ siamo agguerriti”.
 

L’officina del futuro e il problema del cambio generazionale

Vivendo il territorio, FAEG segue le officine della zona, che a suo avviso saranno chiamate, nei prossimi tempi, a rivedere il proprio modo di lavorare: “Le officine sono un elemento fondamentale nella filiera automotive: sono loro, infatti, il punto di contatto con gli automobilisti, veri decision maker del nostro mercato. Il circolante, anche se lentamente, sta cambiando e perciò l’autoriparatore è chiamato a investire in attrezzature all’avanguardia, convincendo l’automobilista a fidarsi di lui, dimostrando di avere le capacità e la possibilità di intervenire su qualsiasi veicolo. Le strutture più organizzate e quelle che uniranno le loro forze, creando una squadra forte, saranno quelle che ce la faranno: chi resta da solo e chi rifiuta le nuove tecnologie, secondo me, farà più fatica ed è destinato a fare solo un certo tipo di lavorazioni, più di nicchia.
Il numero di officine in Italia diminuirà, credo sia inevitabile, anche perché ricordiamoci che il nostro settore vive un grande problema: manca il ricambio generazionale, non ci sono giovani disposti a intraprendere questo lavoro. Tutti noi siamo chiamati in causa e se vogliamo invertire questa tendenza, dobbiamo essere ambiziosi e fare cultura: il mestiere del meccanico non è più quella di una volta, le cose sono cambiate, e l’autoriparatore non è più colui che si sporca solo le mani, ma un tecnico qualificato, che si specializza anche in elettronica viste le tecnologie installate sulle auto. Anche il nostro mestiere, quello del ricambista, sta evolvendo e anche noi dobbiamo essere bravi a rendere più attrattivo questo lavoro. Noi in FAEG stiamo iniziando a inserire in organico nuove risorse: siamo stati fortunati, perché stiamo trovando ragazzi con voglia di fare e pronti a imparare un mestiere. I giovani sono una risorsa in più, con loro ci si può confrontare e trovare nuove opportunità di business. Insomma, a mio avviso sono un importante valore aggiunto”.

 

40 anni da festeggiare

40 anni sono un traguardo molto importante, tanto nella vita quanto nel lavoro. Da questo concetto è voluta partire la FAEG, che nel corso del 2023 ha già organizzato diversi momenti di incontro con fornitori e officine per festeggiare le prime quattro decadi di attività.

“Grazie alla collaborazione di alcuni nostri partner siamo già partiti con i festeggiamenti e non intendiamo fermarci qui. A giugno e luglio, infatti, oltre a partecipare al Go Kart Championship di NGK-NTK (Niterra), tornerà in scena anche la terza edizione del FAEG Bike Rider 2023, per i nostri clienti appassionati di moto, e poi a settembre voleremo finalmente a Zanzibar. Ma c’è molto di più, perché da qui a fine organizzeremo tanti altri eventi”, conclude Federico Ferrari.
 

Una curiosità…

A gennaio 2020, poco prima della pandemia, FAEG insieme ad altri due ricambisti della zona, Automec di Valeggio sul Mincio e GR Ricambi di San Giovanni Lupatoto, ha fondato una nuova società: L’Autoricambi Srl a Caprino Veronese.

Parliamo di una realtà che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 1 milione di euro e che serve le officine del lago di Garda, della Val d’Adige e delle zone pedemontane della provincia di Verona. “L’idea è stata quella di aprire un negozio in una zona in cui nessuno di noi tre arrivava e abbiamo unito le forze per offrire un servizio in più alle officine del territorio. Ringrazio Tiziano Bonomi della Automec e Paolo Girelli di GR Ricambi, perché questa bellissima realtà ci fa pensare a una nuova avventura e non alla pensione”, conclude Federico Ferrari.

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Tags: ricambisti faeg cati

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