Articoli | 01 July 2006 | Autore: Tommaso Caravani

Tenneco - Filtro antiparticolato? Un business da aftermarket

Tenneco lancia il proprio filtro antiparticolato destinato al mercato aftersales; un’opportunità per il mercato indipendente da non lasciarsi sfuggire.

Rybnik è una cittadina nel sud della Polonia; in questa zona industriale a pochi chilometri da Cracovia si trova uno dei più imponenti stabilimenti Tenneco: oltre 35.000 metri quadrati tra reparti di ricerca e produzione.
È qui, in questa sede, che Tenneco produrrà i nuovi filtri antiparticolato destinati all’aftermarket. Secondo le stime della multinazionale americana, infatti, il mercato europeo è oramai maturo per un prodotto di filtrazione destinato esclusivamente al montaggio retrofit: grazie anche alla crescente presenza di veicoli Diesel e alle sempre più stringenti norme sull’emissione delle polveri sottili.

L’Europa che va a gasolio
Sono proprio le normative sulle emissioni la vera molla che ha consentito lo sviluppo di questo tipo di prodotto: la prospettiva di eco-incentivi per chi adottasse filtri antiparticolato, o il blocco della circolazione per i mezzi inquinanti, rappresentano qualcosa in più di un incentivo per il mercato.
In paesi come la Germania e l’Italia molte città possono bloccare la circolazione di veicoli Diesel non dotati di filtro antiparticolato; in particolare alcune iniziative stanno già facendo parlare di sè, come quella della provincia autonoma di Bolzano, che prevede un’esenzione dal pagamento della tassa di circolazione a chiunque acquisti un’autovettura dotata di filtro antiparticolato o lo installi successivamente all’acquisto.
Secondo le stime Tenneco il mercato dei filtri antiparticolato europeo ha contato nel 2005 oltre 1.7 milioni di pezzi; un numero destinato a crescere, se è vero, sempre secondo le stime della compagnia statunitense, che nel 2009 ben il 57% del circolante automotive sarà Diesel.
Un aftermarket destinato a crescere in volumi e fatturato in Europa nei prossimi anni con un ritmo incalzante: si parla di circa 4 punti percentuali l’anno, cui contribuiscono sempre di più l’aumento delle percorrenze e della vita media di ogni veicolo.

Aria pulita: il FAP ci riesce a metà
Rispetto a un filtro antiparticolato di primo equipaggiamento è bene, tuttavia, sfatare alcuni miti. Le principali differenze si caratterizzano nella difficoltà di installazione e nell’efficienza, l’una a vantaggio dell’OE, l’altra del prodotto AM.
L’installazione o la sostituzione di un filtro antiparticolato di primo equipaggiamento, infatti, necessitano di intervenire direttamente sulla gestione elettronica del motore. Questi filtri si rigenerano automaticamente, con una post-iniezione di carburante che fa bruciare i residui carboniosi accumulatisi nel tempo. Grazie a questo accorgimento, la vita utile di un filtro antiparticolato di primo equipaggiamento raggiunge oggi anche i 240.000 chilometri di percorrenza. I filtri aftermarket da istallare in retrofit sono invece privi di manutenzione e per la loro installazione non è richiesto alcun intervento sull’elettronica del veicolo. Ovviamente, a essere penalizzata, è l’efficienza del filtro: a fronte di un blocco del 99% di particelle, garantito dal filtro OE, quello aftermarket riesce a ridurre le emissioni di polveri “solo” del 30%. Nonostante questo risultato non eccezionale, il FAP aftermarket contribuisce in maniera rilevante alla riduzione del particolato, senza contare che l’istallazione di un filtro OE su una vettura che non ne è provvista all’origine avrebbe dei costi proibitivi: bisognerebbe, infatti, rimappare completamente la centralina di gestione motore (se non sostituirla) e installare vari sensori di controllo.
Il filtro antiparticolato AM si monta invece al posto del catalizzatore già esistente, senza aggravio di peso e senza interferire con le caratteristiche preesistenti del mezzo: rumore, vibrazioni eccetera.



Quattro domande ad Alex Gelbcke, vice-president sales and marketing Tenneco


Tenneco sta lanciando il filtro antiparticolato in aftermarket in tutta Europa: quanti clienti finali pensate possano installare questo tipo di dispositivo su un’auto vecchia?

In questo momento non ci sono ancora abbastanza parametri per dare una risposta esaustiva; teoricamente il potenziale è rappresentato da tutto il parco circolante Diesel, in realtà possiamo affermare che sicuramente le vendite dipenderanno dagli incentivi che ogni stato membro dell’Unione adotterà e dalle azioni delle singole città per la riduzione delle emissioni nocive, così come il blocco della circolazione alle auto senza filtro se il livello di inquinanti nell’atmosfera supera una certa soglia.

Il mercato indipendente in Italia e in Europa sta soffrendo l’aggressività delle case auto sul fronte service; come crede evolverà il mercato?
Solo il livello di professionalità dell’aftermarket indipendente determinerà il suo successo nel futuro. La professionalità è sicuramente più importante delle dimensioni; per questo Tenneco spinge molto sulla formazione dei propri clienti, con appositi corsi, per offrire un servizio qualificato ai clienti finali.

In Italia moti distributori stanno organizzandosi in gruppi di distribuzione, pensa che ci sia ancora spazio per i piccoli distributori e per i ricambisti?
L’OES (Original Equipment Service) e il mercato indipendente hanno entrambi un ruolo importante, nonostante offrano servizi diversi. Il mercato indipendente avrà sempre un ruolo fondamentale, almeno finché sarà in grado di offrire un servizio altamente professionale e di qualità.
Esiste un equilibrio in termini di “chi fa cosa” tra le due realtà della riparazione, raggiunto o in via di raggiungimento, nella maggior parte dei mercati europei.
Il fattore chiave, per il successo dell’aftermarket indipendente in questo contesto, è la specializzazione e la velocità, in particolare su quei veicoli che non sono più nel periodo di garanzia coperto dalla casa madre. Personalmente non prevedo grosse mutazioni della situazione attuale, anche se noto un consolidamento, nel mercato indipendente, di quei grandi gruppi che raggiungono alti livelli di specializzazione della propria rete e sanno reagire velocemente alle richieste degli utenti finali. I piccoli players del mercato, come distributori e ricambisti, avranno sempre un posto nel mercato, a patto che possano offrire un servizio professionale e specializzato.

Tenneco è nata come azienda aftermarket, ora, però, il primo equipaggiamento sembra essere divenuto il suo core business. Può spiegarci le ragioni di un tale cambiamento e le prospettive future?
Al momento la divisione tra i due mercati è del 76% per l’OE e del 24% per l’aftermarket. Le ragioni di questi numeri sono da ricercarsi nella veloce espansione dell’OE negli ultimi anni. In ogni caso, la struttura perfetta per un’azienda come la nostra è un mix del 60% di OE contro il 40% di aftermarket. Numeri che tengono conto delle nostre strutture di produzione e distribuzione, delle nostre conoscenze tecnologiche in OE, della professionalità delle nostre vendite aftermarket e della qualità del servizio.

Approfondimenti:

www.eu.tenneco-automotive.com

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