Lo scorso 20 marzo presso la sede di Roma dell'Autorità garante per la concorrenza vi è stata un'audizione delle parti interessate all'entrata in vigore della nuova direttiva per la vendita di autoveicoli, pezzi di ricambio e servizi di manutenzione e riparazione. Sono stati affrontati a viso aperto i temi fondamentali della Direttiva Monti.
Dall'inizio di quest'anno Notiziario Motoristico si è già soffermato alcune volte sugli argomenti di discussione e sulle prospettive offerte dalla riforma della legge europea "block exemption", che fino a oggi ha permesso di fatto al commercio delle auto d'essere escluso dalle normali leggi sulla libera concorrenza che regolamentano tutti gli altri settori merceologici. Un'importante tappa di questo lungo percorso (che sembra doversi concludere il prossimo settembre con la votazione al Parlamento europeo) si è svolta proprio in Italia, grazie alla disponibilità da parte del Garante per la concorrenza ad ascoltare in materia di libera concorrenza nel mercato dei ricambi alcuni rappresentanti significativi dell'Aftermarket:
· per i meccanici: Presidenza e Segreteria della CNA- AIRA;
· per i commercianti indipendenti di ricambi: Guglielmo Bruni Presidente AERO;
· come "voce" super partes ma con una profonda conoscenza del mercato: Philippe Livio, Presidente di Gipa Italia.
A essi si è unito su richiesta del Garante anche il signor Chiocchetti della ditta VAR di Torino, commerciante di ricambi per autocarro, che in questi ultimi anni ha presentato diversi esposti all'Autorità per ottenere il diritto di offrire pezzi d'Aftermarket anche ai committenti pubblici nelle gare di appalto.
Tale audizione è prevista dall'iter di valutazione e approvazione della direttiva, che deve concludersi entro il mese di luglio 2002, prima dell'entrata in vigore come detto a partire dal settembre 2002. Lo scopo dell'audizione è stato quello di portare il punto di vista degli operatori indipendenti e soprattutto di far conoscere la struttura del nostro mercato alla pubblica amministrazione. Non dobbiamo mai dimenticare che al di fuori degli addetti ai lavori, costituisce una novità il sapere che le case auto non fabbricano in proprio i componenti di meccanica e sta anche diminuendo la quota dei componenti di carrozzeria fabbricata direttamente (per esempio alluminio, parti in plastica, ecc.). Evidentemente questa considerazione di base vale anche per i ricambi cosiddetti "originali".
Ricambio di qualità originale
Altro elemento rilevante e non ben acquisito ancora dalla classe politica è quello dei valori e delle risorse umane in campo. I pochi ma rilevanti dati forniti da Gipa in quella sede, hanno rimarcato che l'Aftermarket indipendente occupa più di 230.000 addetti, esclusa la produzione di componenti; l'industria automobilistica non fornisce lo stesso contributo all'occupazione e alla ricchezza del Paese (Fiat Auto ha 95.000 addetti).
Una volta chiarito questo aspetto preliminare, è ovvia la nostra approvazione per i principi ispiratori della nuova direttiva, e in specifico laddove prevede l'equiparazione dei "prodotti originali" e dei "prodotti di qualità originale".
Si tratta di una novità assoluta in quanto la nuova normativa prevede esplicitamente che possano essere messi in commercio, rispettando i diritti dei consumatori e le norme sulla qualità dei beni e servizi, prodotti senza il marchio del fabbricante auto. Il concetto di "ricambio di qualità originale" quindi un riconoscimento giuridico di enorme importanza per il nostro mercato.
La prova della qualità
Un punto controverso sul quale abbiamo molto insistito per evitare pericolosissime ripercussioni protezionistiche è quello dell'onere della prova della qualità. Nella formulazione attuale, la direttiva sembra richiedere a chi mette in commercio un pezzo non marchiato dalla casa auto una prova della sua qualità costruttiva e funzionale. E' ovvio che questa clausola rappresenta una pillola avvelenata, inserita ad arte per rendere difficoltosa l'applicazione di un principio giusto qual'è quello di offrire al consumatore un'alternativa di qualità. Infatti, una certificazione pezzo per pezzo è inverosimile sia per i costi, sia per l'identificazione degli enti e delle modalità di certificazione. Senza contare che le case auto avrebbero buon gioco nel rendere perlomeno difficoltoso l'accesso alle specifiche funzionali e ai disegni dei componenti da usare come parametro per le certificazioni.
Per di più questa richiesta è completamente inutile, in quanto ridondante rispetto alle altre garanzie già offerte al consumatore dalle normative che stabiliscono le responsabilità oggettive del produttore, e la recente normativa sulla "garanzia consumatore" di cui alla direttiva europea nr.44/99.
La nostra posizione è stata quindi quella di considerare inutile e quindi di rimuovere l'onere della prova di qualità per i pezzi di Aftermarket indipendente, presumendo una qualità oggettiva da verificare, in caso di difettosità verificata, con le normali procedure di accertamento delle responsabilità e quantificazione dei danni, ivi incluso il ricorso alla magistratura ordinaria. Esattamente come ora, e come ha funzionato per decenni.
Un altro punto sul quale abbiamo appoggiato la posizione del CNA è stato quello della disponibilità delle informazioni tecniche per gli operatori aventi requisiti di qualità, così come previsto dalla nuova normativa. Occorre evitare che tali informazioni, essenziali per poter operare, siano fornite solo alle cosiddette " officine autorizzate" che ottengano tale qualifica solo apparentemente per il possesso di requisiti qualitativi che al momento non sono definiti, ma in realtà per l'assunzione di impegni commerciali di acquisto di prodotti "originali", stravolgendo in tal modo tutto il sistema di apertura del mercato e di offerta al consumatore di alternative di qualità, che è lo spirito costitutivo della nuova direttiva.
Per questo è necessario che anche la distribuzione indipendente abbia accesso a tali informazioni, e in tal senso è stata avanzata specifica richiesta di integrazione sia del testo della direttiva, sia parere all'Autorità italiana garante per la concorrenza.
E' comunque importante presidiare la politica a tutti i livelli, al fine di evitare che norme apparentemente ispirate a giusti principi siano stravolte in sede di applicazione. Ed è anche importante la collaborazione con le organizzazioni dei meccanici, sul piano dell'iniziativa politica, per far fronte comune verso le pressioni, anche denigratorie, rivolte al nostro settore, con lo scopo di allarmare i consumatori e spingerli a scelte di canale di fornitura non giustificate da fatti e riscontri oggettivi