Una fiera riproposta dopo 12 anni in una nuova veste per rilanciare il post-vendita spagnolo mettendo a contatto diretto le officine con i distributori.
Una “prima edizione” che in realtà è un ritorno: Expomóvil Comercial ritorna dopo 12 anni di assenza. L’ultima edizione, quando ancora era insieme all’International Motorshow e si chiamava Expomóvil, risale al 2000. Una scelta coraggiosa, considerando il mercato attuale. José Miguel García, direttore del salone, ci spiega: “In Spagna l’aftermarket ha vissuto la crisi diversamente rispetto ad altri paesi e agli altri settori di mercato nella stessa Spagna: a dispetto di un calo generale, nel 2010 il post-vendita iberico cresceva, seppure di poco (1 o 2%). Il 2011 è stato il primo anno negativo per il settore, che ha perso tra il 4 e il 7% in numero di operazioni effettuate nelle 48.500 officine spagnole (secondo Conepa). Abbiamo quindi rilanciato la fiera, per dare una spinta al mercato. Ovviamente lo facciamo con un prodotto rivisto, sia in base alla situazione economica sia in base all’evoluzione dell’AM in questi ultimi anni”. È stato dato un taglio più commerciale alla fiera: si è puntato più sui distributori che sui produttori, perché sono quelli che hanno un contatto diretto con gli autoriparatori.Gli espositori diretti che hanno aderito sono 102, un numero di cui García si dichiara soddisfatto, così come delle previsioni di affluenza (la nostra chiacchierata si è svolta alla vigilia dell’apertura delle porte ai visitatori): “Gli accrediti online sono stati numerosi: ci aspettiamo circa 9.000 visitatori professionali”. In totale, durante i tre giorni, la fiera ha totalizzato 8.535 ingressi.
L’Italia era presente con nove espositori. García ritiene l’Italia storicamente un ottimo partner per la Spagna, e i brand italiani sono molto apprezzati. Il mercato spagnolo non è chiuso: “C’è sempre spazio per aziende migliori, la competizione è positiva. Un consiglio: chi vuole avere una quota di mercato in Spagna, è bene che operi direttamente qui tramite una filiale”. Conclude dicendo che un’ottima opportunità per conoscere il mercato spagnolo è partecipare a Expomóvil Comercial: con seminari, lanci di nuovi prodotti e dati di mercato, la fiera ha tutte le carte per essere il termometro di come funziona il mercato aftermarket spagnolo.
Un mercato che vale oltre 9 miliardi di euro e che occupa 60.000 persone (stiamo parlando dei dati relativi ai ricambisti). Un mercato in cui l’accento è fortemente spostato a favore dello IAM: nel 2011 la vendita dei ricambi senza il marchio della casa auto ha totalizzato più di 6 miliardi di euro, contro i 3 miliardi dell’OES; inoltre il 70% dei 39 milioni di interventi di manutenzione e riparazione è stato effettuato in officine indipendenti. Queste ultime per la maggior parte sono associate a grandi nomi come Conepa e Cetraa e affiliate a network indipendenti di gruppi di distribuzione, come Group Auto Union (con Eurotaller e Top Truck) e Serca (con Ribot Recanvis). Da poco sono entrati nello scenario anche catene come Midas. Gli indipendenti singoli sono la netta minoranza, e contano tra le 5.000 e le 7.000 officine.