Da uno studio sul mercato europeo delle autoattrezzature emerge chiaramente il ruolo fondamentale che l’Italia svolge in Europa e nel mondo (fonte: Leo-Impact Consulting). A sorpresa il mercato è ancora dominato dall’equipaggiamento tradizionale di un’officina: i ponti sollevatori.
Che il settore delle attrezzature per l’autoriparazione rappresentasse uno dei principali business per l’Italia non era un mistero per nessuno, ma scoprire che l’Italia produce quasi il 40% delle attrezzature (dagli utensili manuali agli strumenti di diagnosi fino ai ponti sollevatori) che si producono nei cinque principali “paesi dell’automotive” europeo, forse può sorprendere, soprattutto se si guarda ai volumi di vendita.Ma procediamo con ordine: un’importante società di ricerca tedesca, la Leo-Impact Consulting, ha realizzato un’analisi del mercato delle attrezzature e utensili per officina in Europa. Una indagine particolarmente approfondita e dettagliata, che ha preso in considerazione ben 377 aziende di 22 nazioni e 12 categorie di prodotto, per un volume d’affari di circa 3,7 miliardi di euro.
Lo studio, intitolato European Garage Equipment 2006, permette di individuare non solo dei macro-dati sul mercato europeo delle autoattrezzature (dal numero di officine per nazione ai dati dell’immatricolazione veicoli, dai dati sulla produzione a quelli sui volumi di mercato import ed export inclusi, ecc.), ma anche di avere a disposizione i profili dettagliati di ciascuna azienda, con indicazioni sull’organizzazione, i prodotti, le vendite e quant’altro.
I risultati completi dell’indagine sono ovviamente in vendita, ma possiamo anticipare qui una panoramica di quanto è emerso a livello di mercato europeo.
Produzione: Italia – Germania 4 a 3
I dati parlano chiaro, anzi chiarissimo: l’Italia può essere considerata il maggior produttore di autoattrezzature in Europa, ma - con i dovuti distinguo - anche a livello mondiale. Infatti, se ben il 72% delle industrie di produzione si trova nei cinque paesi più significativi a vari livelli per il settore automotive (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna), è l’Italia che con i suoi 62 produttori diretti fa la parte del leone.
Se poi si considera che il 37,5% delle attrezzature selezionate (vedi il box delle categorie) viene prodotto in Italia, allora non ci sono dubbi: l’Italia si aggiudica il titolo di produttore per antonomasia. Per contro, la Germania, che possiede il maggior parco circolante, produce “solo” il 28,4% delle attrezzature, anche se il numero totale di aziende che trattano attrezzature è superiore (49 produttori diretti e 34 tra imprese satellite e agenti).
Il mercato: un affare “tutto” tedesco
È proprio in nome del suo ampio parco circolante che la manutenzione ordinaria e straordinaria riveste un ruolo predominante in Germania. Ecco perché il mercato delle attrezzature per la riparazione tedesco (28,6%) è il più grande fra i “top five” europei (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna).
Francia e Italia, invece, si “accontentano” di un quinto del mercato, rispettivamente con una quota pari al 21,1% e al 19,7%; seguono Gran Bretagna (17,1%) e Spagna (13,5%).
Se si considerano questi dati insieme a quelli della produzione, è evidente come l’Italia esporti gran parte della sua produzione, mentre la Germania è in grado di assorbire tanto la produzione locale quanto quella estera, così come anche gli altri paesi nella rosa dei cinque maggiori esponenti del settore.
Attrezzature: sono i ponti che “sollevano” il fatturato
L’incalzare dell’elettronica di bordo ha dato negli ultimi anni un fortissimo impulso al mercato degli strumenti di autodiagnosi, la necessità di tenere sotto controllo le emissioni dei gas di scarico ha dato il via a un rilancio per analizzatori e opacimetri, la diffusione dei climatizzatori di serie ha aperto la strada al mercato delle stazioni per la manutenzione degli impianti A/C.
Eppure tutto ciò non è bastato a far sì che una di queste categorie di prodotto diventasse la numero 1 fra le attrezzature che producono maggior fatturato. Resistono al primo posto, infaticabili, i ponti sollevatori e gli utensili generici per la riparazione, cioè l’equipaggiamento di base per qualsiasi tipologia di officina, dalla generica alla carrozzeria.
Il secondo posto è detenuto dall’attrezzatura specifica per gommisti, l’insieme di smontagomme, bilanciatrici ed equilibratrici. Solo al terzo posto, dunque, le attrezzature diagnostiche e qui sicuramente la quota maggiore della categoria è detenuta dagli strumenti per l’autodiagnosi. Le stazioni per la manutenzione dell’aria condizionata, invece, sono ancora “in coda”, anche se in costante crescita.