Si parla tanto di auto ibride o elettriche, ma per capire se si tratta solo di “chiacchiere da ecologisti” che sperano in una trasformazione del parco auto o di un trend reale e non “futuristico”, abbiamo interpellato direttamente le case auto. Perché la possibile trasformazione del circolante dipende soprattutto da chi queste vetture le deve costruire.
Sono in molti a credere nel futuro della mobilità elettrica, si organizzano convegni e si fanno ipotesi sul numero di vetture ibride o elettriche che circoleranno sulle nostre strade nei prossimi anni, ma davvero queste auto ci sono? E quanto tempo ancora deve passare prima che diventino una routine per l’autoriparatore come è successo con il Diesel prima e le bi-fuel oggi?
Elettrica piace, ma a chi?
I sostenitori dell’auto ibrida e/o elettrica sono numerosi, tanto che esistono ricerche che indicano attorno al 70% la percentuale degli italiani interessati ad acquistarne una (ricerca effettuata da SWG per conto di FederUtility, federazione che riunisce le aziende locali dell’acqua del gas e dell’energia), sesolo costassero meno.
In ogni caso, secondo le stime degli analisti della società J.D. Power, se per quest’anno le vendite (a livello mondiale) di auto a emissioni zero si attesteranno a poco meno di un milione, da qui al 2015 si prevede che ci saranno circa tre milioni di veicoli con alimentazione elettrica in circolazione.
Un passo significativo nel nostro paese è stato fatto lo scorso mese con la costituzione della prima Piattaforma Tecnologica per la mobilità elettrica nazionale, che coinvolge nomi di eccellenza del settore automotive (dai produttori ai componentisti alle associazioni di categoria e ai ricercatori) ed è supportata dai ministeri dell’Ambiente, dell’Università e della Ricerca e dello Sviluppo Economico. L’obiettivo fondamentale di questacollaborazione è fare del nostro Paese una nazione leader nel mercato della mobilità elettrica entro il 2015 e sviluppare in maniera coordinata tutto il comparto: dalla produzione dei veicoli alla ricerca tecnologica, per arrivare alla realizzazione di una rete di ricarica su tutto il territorio nazionale.
In teoria, dunque, tutti d’accordo, ma le case auto cosa ne pensano? Certo, stanno sicuramente investendo in ricerca e sviluppo per realizzare nuovi modelli di auto ibride e/o elettriche più economiche e prestazionali, ma quanto? Al di là delle cifre, infatti, bisogna capire quanto l’impegno coinvolga i produttori. Parafrasando un vecchio adagio, infatti, l’atteggiamento sembra essere molto prudente, perché “chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa cosa lascia ma non sa cosa trova”. In altre parole, le case auto stanno procedendo con cautela nello sviluppo dei progetti, perché in realtà non sono ancora sicure di quanto gradimento avranno presso il pubblico questi veicoli.
Se l’abbattimento delle emissioni nocive riguarda tutti, le case auto, da parte loro, stanno continuando a investire un po’ in tutte le direzioni e non solo nei Volt; dal ridimensionamento dei motori ai materiali, dalla riduzione dei consumi alle prestazioni, senza dimenticare il“parente più stretto” dell’auto elettrica: le alimentazioni a metano e GPL.
L’auto ZE (Zero Emission) è dunque ancora una delle possibilità, ma se guardiamo al numero dei modelli sul mercato, considerando anche quelli già annunciati per i prossimi due anni, pur se si nota un considerevole aumento nelle proposte, le case auto dichiarano che non si aspettano un alto volume di vendite e la produzione di ciascun modello sarà contenuta. A frenare ulteriormente i produttori, oltre all’incertezza del gradimento, sono alcuni fattori esterni. Esistono, infatti, a tutt’oggi alcune problematiche oggettive legate alle infrastrutture e allo sviluppo di un componente fondamentale per l’auto elettrica: la batteria.
Dove faccio la ricarica?
Un problema reale per i fan dell’auto ibrida e/o elettrica è quellodella ricarica. Anche se qualcosa sta cominciando a muoversi in questo senso, vedi i progetti di mobilità sostenibile, frutto della collaborazione tra il fornitore di energia elettrica e i comuni italiani o le stesse case auto. Uno per tutti il progetto E-moving, che vede Milano protagonista di un importante esperimento: in collaborazione con la società A2A e il comune di Brescia saranno attivati sul territorio milanese entro fine anno 200 punti di ricarica elettrica, di cui 64 su suolo pubblico e 136 su suolo privato (box, parcheggi aziendali, parcheggi condominiali), mentre a Brescia ne saranno realizzati 70; per assicurare il successo del progetto, inoltre, A2A e Renault-Nissan hanno siglato un accordo per la fornitura di 60 auto elettriche. Diversamente da altre iniziative “occasionali”, già portate avanti da alcuni comuni per realizzare una formula di car sharing e/o noleggio di vetture elettriche da utilizzare in centro città, questo progetto sembra destinato a “resistere” nel tempo e portare ulteriori investimenti, perché una volta creata l’infrastruttura non avrebbe senso non utilizzarla.
In ogni caso, si tratta sicuramente di un segnale di buona volontà da parte di tutti, ma è ancora un progetto pilota e la diffusione di colonnine per la ricarica deve ancora crescere molto prima di poter dare agli automobilisti la certezza di avere un posto (comodo) dove ricaricare la propria vettura. D’altronde abbiamo già visto succedere tutto ciò con le stazioni di rifornimento per le vetture a gas: sicuramente il problema era più complesso, ma finché le vendite di auto bi-fuel non hanno avuto un incremento, la diffusione delle stazioni di servizio era davvero minima; oggi, anche se ancora con fatica, si sta però assistendo a uno sviluppo della rete per i rifornimenti a gas.
Tra le ipotesi al vaglio per la ricarica delle batterie, c’è la possibilità di sviluppare un servizio di “sostituzione lampo”: si lascia la batteria scarica e se ne prende una nuova per esempio dal benzinaio o presso una stazione automatica; ma anche questa soluzione richiede infrastrutture particolari e, per quanto veloce possa essere la sostituzione, i costi per realizzare un simile sistema capillarmente diffuso sono alti.
Un discorso a parte è il tempo della ricarica (parliamo di ore), ma se ci fossero adeguate infrastrutture, si potrebbe tranquillamente ipotizzare di mettere in carica la propria auto come si fa con il telefonino, per esempio la sera o quando si è al lavoro e l’auto è parcheggiata.
Le batterie
La batteria è il componente più interessato nello sviluppo dell’autoibrida o elettrica. Poiché le richieste di energia sono ovviamente massicce, l’opzione che fino a ieri è stata considerata come la migliore è quella delle batterie al litio, una soluzione che sembra rispondere in maniera adeguata alle prestazioni richieste.
Le incognite che riguardano questa tecnologia sono però due e non da poco: il Litio non è così abbondante in natura e “fa gola” a molti, perché utilizzato per diverse applicazioni (dai telefonini ai personal computer, fino ai fari allo Xeno); la sostituzione delle batterie al Litio è “carica” di problematiche.
Molti produttori di accumulatori hanno investito in questa tecnologia e sicuramente oggi le batterie al Litio sono meno costose rispetto al passato; i costi di produzione sono calati, anche grazie al fatto che le case auto hanno “sposato”questa opzione. Però siamo ancora lontani, e di molto, dal costo di una tradizionale batteria al piombo.
Altri problemi riguardano la durata della batteria stessa: a seconda della tecnologia adottata, infatti, lavita della batteria può essere più o meno lunga, a causa di un “decadimento” fisiologico di questo tipo di accumulatori.
Queste problematiche stanno orientando i produttori verso la ricerca di nuove soluzioni: ecco perché la tecnologia al Litio oggi non è più considerata come l’unica opzione valida. In particolare, considerando il costo di un accumulatore in relazione alprezzo di una vettura di piccole e medie dimensioni, alcuni componentisti hanno deciso di “rispolverare” la tecnologia al piombo ed esplorare nuove possibilità in questa direzione. In pratica si cerca di aumentare le prestazioni e trovare soluzioni che permettano di sopportare un ciclaggio più elevato, così da renderle idonee all’uso su una vettura ibrida o elettrica. Questa alternativa risolverebbe il problema dei costi di produzione, mentre per il riciclaggio degli accumulatori ci si potrebbe avvalere delle strutture già esistenti.
Tra le tecnologie più all’avanguardia troviamo una alternativa particolare: Zebra, la batteria “al sale” (sodio- cloruri di Nickel) di FZ Sonik, frutto di una joint-venture fra il gruppo FIAMM e MESDEA, azienda elvetica specializzata in questa tecnologia (vedi Notiziario Motoristico n.2/2010 pag. 18).
Più si andrà avanti dunque, più numerose saranno le opzioni che iproduttori di batterie proporranno al mercato, anche perché tra i compiti degli accumulatori non ci sarà solo quello di fornire l’energia necessaria per far muovere l’auto, ma anche quella necessaria agli impianti audio, ai sensori, ai sistemi di controllo, agli impianti di aria condizionata, per esempio.
L’ibrido in auto si chiama Stop&Start
Prima di procedere con una breve rassegna dell’offerta delle case auto, bisogna ricordare che il sistema ibrido ad oggi più diffuso è il sistema Stop&Start, noto anche come “micro-ibrido”, che equipaggia praticamente tutte le vetture di nuova generazione e si prevede sarà installato sul 50% delle auto nuove entro il 2012.
La funzione Stop&Start permette lospegnimento in automatico del motore endotermico in caso di soste anche brevi (al semaforo rosso, in coda, ecc.) e la ripartenza automatica quando si premono l’acceleratore o il pedale della frizione. Il sistema è gestito dalla normale batteria da 12 Volt al piombo e dal motorino di avviamento e permette una notevole riduzione delle emissioni. Inoltre, si ha il vantaggio di una ricarica parziale della batteria tramite l’alternatore sfruttando l’energia dispersa in fase di ogni decelerazione e un consumo ridotto del 5%, che può aumentare sensibilmente con uso prevalentemente cittadino.
Le auto che Volt...eggiano
Se finora per le strade abbiamo visto girare, tra taxi e auto private, ungran numero di Toyota Prius, che potremmo definire la pioniera delle auto ibride, nel giro di un paio di anni il parco auto si arricchirà di un’ampia varietà di modelli, dall’alto al basso di gamma. Vediamo quali sono i modelli attuali e dell’immediato futuro lanciati dalle case auto, pur sapendo che passerà un po’ di tempo prima che entrino in officina per la manutenzione ordinaria.
La rassegna non vuole essere esaustiva, anche perché non tutte le case hanno dato informazioni complete rispetto ai progetti futuri. Unica segnalazione importante: l’assenza di Fiat nella nostra panoramica non è una dimenticanza; semplicemente la casa auto nazionali non ha, per ora, investito in progetti di auto ibride e/o elettriche.
Audi: Q5 hybrid e A8 hybrid
Tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, Audi lancerà la Q5 hybrid, la prima Audi di serie a offrire un motore benzina in combinazione a uno elettrico.
Alla fine del 2011, invece, si potrà ordinare la A8 hybrid, una full hybrid, che può cioè essere alimentata esclusivamente dal motore benzina o dal solo elettrico oppure combinare la forza di entrambi.
Ford: C-MAX
Disponibili in Europa a partire dal 2013 i due modelli C-MAX a cinque posti prodotti in Spagna: un ibrido elettrico (con un sistema di ricarica interno) e un elettrico ricaricabile (da fonte esterna).
Ford ha dato il via a un progetto di “elettrificazione” globale dei veicoli che conterà cinque modelli, tra cui la Ford Focus e il Transit Connect, tutti in arrivo a breve.
Honda: Civic Hybrid, Insight, CR-Z
I tre modelli proposti da Honda, Civic Hybrid, Insight, CR-Z, sono tutti già disponibili sul mercato.
Lexus: CT 200h
Con il nuovo modello CT 200h Lexus entra nel settore elettrico con un modello full hybrid per il segmento delle compatte premium, che sarà disponibile all’inizio del 2011.
Altro modello della casa giapponese è l’RX 450h, sempre full hybrid.
Mercedes-Benz: S 400 HYBRID
Una berlina di lusso per la casa tedesca Merceds-Benz, la nuova S 400 HYBRID già disponibile sul mercato, e un progetto concreto, la Vision S 500 Plug-in HYBRID.
La nuova S 400 HYBRID è dotata di un sistema di guida ibrido con batteria agli ioni di litio.
Opel: Ampera
In produzione dal 2011, la Opel Ampera è una vettura elettrica ad autonomia estesa (tecnologia Voltec) pensata per la famiglia. Il sistema Voltec utilizza l’elettricità come fonte di energia primaria; mentre un motore-generatore a benzina funge da fonte secondaria, generando energia elettrica quando la batteria è scarica.
Quando il livello di energia residuo è basso, interviene il motoregeneratore di bordo alimentato a benzina oppure E85 (85% bioetanolo, 15% benzina), per fornire l’energia elettrica necessaria all’avanzamento e al tempo stesso ricaricare la batteria, estendendo l’autonomia di marcia ad oltre 500 km.
Peugeot: 3008 HYbrid 4
Arriva a primavera 2001 la versione ibrida del cross-over di Peugeot: la 3008 HYbrid4, un Diesel ibrido equipaggiato con un motore Hdi che muove le ruote anteriori, e un motore elettrico per le posteriori, per garantire una vettura 4WD. La combinazione delle tecnologie può essere variata a seconda delle esigenze solo Diesel, solo elettrico o entrambi i motori in contemporanea. Il passaggio dal motore termico al motore elettrico avviene automaticamente, grazie al sistema Stop&Start.
Dopo l’esperienza della vettura elettrica 106 Electric, commercializzata dal 1995 al 2003, Opel ha deciso di investire nella tecnologia HYbrid4, che sarà estesa agli altri modelli del gruppo; nel 2012 verrà lanciata la 3008 HYbrid 4 “plug-in” ricaricabile.
Renault: gamma Zero Emission
A partire dal 2011, Renault lancerà un’intera gamma Z.E., costituita da quattro modelli: il piccolo veicolo urbano Twizy Z.E., la berlina compatta Zoe Z.E., la berlina familiare Fluence Z.E. e la furgonetta Kangoo Z.E.
Un’attenzione particolare ai costi, non solo per il veicolo: la batteria agli ioni di Litio (frutto della collaborazione con Nissan) sarà proposta anche in leasing.
Suzuki: Swift Plug-In Hybrid
Suzuki propone al mercato una vettura ibrida a configurazione “in serie”: la Swift Plug-In Hybrid.
È dotata di un motore elettrico, una batteria a ioni di litio ricaricabile attraverso una normale presa di corrente domestica, e un generatore mosso da un piccolo motore a combustione. Nel caso di bassa carica della batteria, il propulsore attiva il generatore che ricarica la batteria. È pensata per brevi spostamenti quotidiani: se il guidatore non supera un percorso di 20 km al giorno, il motore a combustione non si attiva e si viaggia in modalità solo elettrica.
Toyota: Prius
È giunta alla terza generazione il modello ormai noto di Toyota: la Prius. Questa vettura propone una tecnologia Hybrid Synergy Drive®/ Full Hybrid (sistema serie / parallelo) completamente ridisegnata rispetto alle versioni precedenti, per ottenere un sistema più compatto, leggero e potente con emissioni ridotte e prestazioni migliorate. Può funzionare in tre modalità: EV, cioè solo elettrica, ECO, che consente la massima efficienza e consumi ridotti, POWER, per incrementare le prestazioni dell’intero sistema. Una particolarità: la Prius è dotata di pannelli solari fotovoltaici per l’alimentazione del sistema A/C.
Per il 2020, l’obiettivo di Toyota è quello di equipaggiare tutti i modelli con la tecnologia Hybrid Synergy Drive® / Full Hybrid, una tecnologia che potrà in futuro essere adattata anche a veicoli interamente elettrici e Fuel Cell.
Volkswagen: Touareg Hybrid
Per il primo lancio in versione ibrida VolksWagen punta sulla Touareg Hybrid, che sarà seguita nel 2012 dalla Jetta e nel 2013 dalla Golf elettrica.
È interessante notare come la casa tedesca si presenti al mondo dell’ibrido con un modello SUV, tanto demonizzato in passato come “inutile inquinatore dei centri urbani”.
Volkswagen sembra intendere l’ibrido più che come un’opzione destinata a durare, come una fase di passaggio verso l’obiettivo del 100% elettrico, tanto che la Golf, vero e proprio simbolo per la casa tedesca, sarà presentato in versione Z.E.