Sono tre le tipologie di catene oggi disponibili sul mercato. Vediamo in cosa si differenziano e a chi sono destinate con un occhio alle normetive.
La stagione della neve è alle porte e già con il mese di novembre è scattato in più parti d'Italia l'obbligo di catene a bordo su molte strade (ma anche in alcuni comuni e province). L'occasione, allora, è ideale per fare il punto sulle catene da neve guardando, per una volta, a cosa offre il mercato e a quali potenziali clienti si può vendere un prodotto piuttosto che un altro. Sì, perché le catene da neve si differenziano per molti particolari, a partire dalla tipologia di auto su cui è possibile montarle fino a dettagli tecnici più specifici, mentre un ruolo fondamentale lo giocano le normative.
Ingombro o non ingombro?
La prima grande differenza tra le catene disponibili oggi sul mercato è quella tra le catene senza ingombro interno e quelle a cavo. Le prime hanno il vantaggio di poter essere montate su vetture non catenabili e, di fatto, rappresentano l'unica alternativa ai proprietari di queste auto rispetto al montare degli pneumatici da neve. Per ingombro interno, si intende lo spazio tra lo pneumatico e il passaruota. Più l'auto è sportiva, più questo spazio si riduce, con la conseguenza che delle catene da “allacciare” all'interno della ruota interferirebbero con le parti metalliche del passaruota.
Chiaramente catene come la Trak® (proposta di Maggi Catene delle catene senza ingombro interno, una tecnologia brevettata per la prima volta da questa azienda) sono del tipo più costoso, ma il prezzo risulta molto competitivo se si fanno i giusti paragoni. Chi possiede un'auto non catenabile, infatti, non ha alternative ad acquistare degli pneumatici da neve, quindi queste catene hanno come referente proprio un treno di gomme nuove e non le catene più economiche o di fascia bassa.
Oltre al vantaggio della catenabilità, però, catene come la Trak® offrono anche un altro vantaggio, non facilmente misurabile da un punto di vista economico, ma diciamo così, “emotivo”. Queste catene si montano senza sforzo, in poco tempo e in totale sicurezza. Tutte le soluzioni di catene a cavo, infatti, prevedono che l'automobilista allacci un cavo di acciaio nella parte posteriore dello pneumatico, quella cioè che guarda il passaruota. Un'operazione semplice da fare su una ruota smontata, ma che risulta, quasi sempre, assai ardua nel momento in cui è necessario montare le catene: cioè con la neve sulla strada e la ruota montata. Senza contare il fatto che l'automobilista si sporcherà. Infatti, il problema diventa sbrogliare le catene prima di montarle, capire cosa va agganciato a cosa e poi, finalmente, risolvere il problema. Sempre che le catene siano del tipo autotensionante...
La giusta tensione
Le catene a cavo, infatti, si distinguono a loro volta in due grandi categorie: quelle normali e quelle autotensionanti. Le prime richiedono che, una volta montate, l'automobilista si fermi dopo qualche chilometro per effettuare di nuovo la messa in tensione della catena, pena il danneggiamento dello pneumatico, della catena stessa e l'inguidabilità del mezzo. Si tratta della soluzione più economica ma sono in generale da sconsigliare a qualsiasi automobilista, a meno che non voglia avere a bordo delle catene solo per mostrarle in caso di controllo. Nel mondo delle catene autotensionanti, invece, esistono varie soluzioni per fare in modo che, una volta montata, la catena non necessiti di ulteriori regolazioni. Tale possibilità è garantita grazie all'utilizzo di parti elastiche o in gomma, che provvedono a regolare la tensione della catena durante in movimento della ruota.
Omologazioni: un problema internazionale
Scegliere catena richiede quindi la conoscenza di queste caratteristiche tecniche, un problema a se stante riguarda invece le omologazioni. In Europa esistono, infatti, differenti tipi di omologazione tra le catene e, se in Italia si accettano anche quelle degli altri paesi, qualora si debba viaggiare all'estero si possono incontrare delle difficoltà o incorrere in delle sanzioni.
A regolare l'omologazione delle catene in Italia è il Cuna, un organo che ha dettato delle specifiche tecniche che indicano come deve essere costruita la catena. I produttori di catene si affidano quindi a dei certificatori, come il TÜV, che dichiarano che il prodotto in questione risponde alle normative date dal Cuna. In molti paesi europei, tuttavia, le omologazioni Cuna non sono riconosciute e si fa riferimento alle caratteristiche specificate dall'Onorm, un ente austriaco che ha dettato altri parametri costruttivi.
Quando si vuole viaggiare all'estero, allora, diventa fondamentale scegliere prodotti che rispecchino entrambe le omologazioni, altrimenti si rischia una sanzione appena fuori confine.
Approfondimenti
Il sito della Trak, la catena citata nell'articolo
Catene da neve: quali scegliere? Occhio alla normativa UNI 11313