Resistere ai numerosi avviamenti e cicli
di carica e scarica richiesti dai nuovi dispositivi
di contenimento delle emissioni è la missione delle batterie di ultima generazione. A sopportare
il peso delle vendite, però, sono ancora gli accumulatori tradizionali.
Vediamo cosa offre il mercato.
Vediamo cosa offre il mercato.
Con il gravoso compito di fornire l'energia necessaria per l'avviamento del veicolo e il mantenimento in funzione dell'elettronica di bordo, talvolta anche a motore spento (si pensi ai sistemi di allarme antifurto), gli accumulatori sono sottoposti a un notevole stress, soprattutto quando ci si mette lo Start&Stop, con la sua richiesta di elevata capacità di ciclaggio.
Meno stressato il mercato delle batterie, che si presenta sostanzialmente stabile. L’invecchiamento del parco circolante e un tasso di sostituzione pressoché invariato contribuiscono a tenere i volumi di vendita su livelli costanti, anche se negli ultimi anni si è registrato comunque un leggero calo di mercato, dovuto principalmente ai fattori della crisi economica e alla generale tendenza degli automobilisti a posticipare il più possibile la sostituzione della batteria.
In crescita, nella percentuale di batterie vendute, è la quota relativa alle batterie di ultima generazione: i primi modelli di auto dotati di Start&Stop (entrati a far parte del circolante italiano circa 4 anni fa) stanno iniziando ad avere necessità di sostituire la batteria.
Suddivisione del mercato
Ma quali sono le batterie che dominano il mercato?
Le risposte dei produttori che abbiamo interpellato si sono divise tra Piombo/Calcio e Calcio/Calcio. In ogni caso batterie tradizionali.
Le batterie per auto ibride e microibride rappresentano ancora una minima percentuale sul totale vendite. Sebbene tra gli attori del mercato qualcuno abbia indicato valori prossimi al 10%, la maggioranza delle risposte ha indicato percentuali comprese tra l'1 e il 3%.
Sebbene al momento i volumi di vendita di tali batterie siano ancora limitati, comunque, l’evoluzione delle normative europee sulle emissioni di CO2 sta obbligando gradualmente i costruttori ad adeguarsi a soluzioni di tipo AGM. Si prevede infatti che entro il 2015 circa il 70% dei veicoli prodotti in Europa sarà dotato di sistema Start&Stop: il mercato del post-vendita non potrà che seguire questa evoluzione.
Sono varie le tecnologie proposte dai produttori per immagazzinare in modo sempre più efficiente l'energia elettrica: sali idruri, fibre di vetro, litio, per nominare le principali. Perchè queste tecnologie arrivino a coprire quote importanti nel mercato aftermarket, facendo “concorrenza” a quelle tradizionali, si deve però aspettare ancora.
In Italia gli accumulatori vengono veicolati principalmente da elettrauto e officine, per la maggior parte (oltre il 60%) appartenenti al canale indipendente, mentre all'OES spetta una quota di circa il 15%. I ricambisti si ritagliano una fetta pari circa al 10-15%. Alla GDO viene attribuita una percentuale che varia tra il 5 e il 10%, mentre le stazioni di servizio hanno un ruolo marginale, intorno all'1%.
Qualche consiglio
Posto che è buona norma controllare sempre la carica della batteria di ogni veicolo che entri in officina, ogni quanto andrebbe sostituita una batteria? In realtà non esiste una risposta standard, perchè la vita della batteria dipende dalla tecnologia utilizzata, dai sistemi di sicurezza e dall'elettronica di bordo che equipaggiano la vettura del caso e richiedono quantità maggiori o minori di energia sottoponendo la batteria a minore o maggiore stress, dalla specifica applicazione e dall'età della vettura, nonché – fattore fondamentale – da come l'auto viene utilizzata. Generalizzando, possiamo dire che la sostituzione deve avvenire all'incirca ogni 3 anni.
La sostituzione della batteria è una operazione che, per quanto semplice dal punto di vista pratico (fatto salvo per alcuni alloggiamenti di difficile accesso), richiede in ogni caso attenzione in quanto si sta maneggiando un prodotto pericoloso e che contiene acidi. Bisogna fare attenzione a non invertire le polarità, ed evitare il contatto tra i poli per non provocare sbalzi di tensione e danni eventuali nella vettura.
Prima di procedere (rigorosamente secondo le indicazioni delle case produttrici), è buona norma accertarsi che non ci siano difetti di impianto elettrico, controllare lo stato di usura dei terminali e le condizioni dell’alternatore.
Fondamentale verificare sempre la corrispondenza tra la tecnologia della batteria che si vuole montare e il tipo di batteria che può essere installata sul mezzo. Per esempio non si può sostituire una batteria AGM con una identica Pb/Ca o Ca/Ca. Basilare verificare la tensione e installare sempre una batteria adeguata al tipo di impianto elettrico.
Nelle vetture più recenti, inoltre, l'operazione dovrebbe essere effettuata con l’ausilio degli strumenti di diagnosi. Soprattutto nei modelli di alta gamma e nelle auto microibride è necessario far riconoscere la batteria che si sta installando dalla centralina dell’auto e codificarla. Alcuni produttori e distributori propongono alle proprie officine corsi di formazione appositi.
La maggiore difficoltà si ha quando, scollegando la batteria al montaggio, si rischia di perdere la memoria della centralina con conseguente possibilità di anomalia del sistema di controllo. Quindi è opportuno durante la fase di sostituzione provvedere a un sistema di continuità.