Articoli | 02 February 2015 | Autore: Cristina Palumbo

Japanparts: l’asiatico sempre più vicino al cliente

Tre marchi, Japanparts, Ashika e Japko, 80.000 articoli e milioni di ricambi che entrano e escono dai magazzini: come riesce l’azienda veronese a gestire tutto questo traffico? Alessandro Piazza, general manager di Japanparts, ci racconta degli ultimi sviluppi di questa importante realtà specializzata in ricambi asiatici.

 

Il mercato cambia e le aziende reagiscono in maniere molto diverse, a seconda degli obiettivi che si pongono. Un’impresa che da oltre un quarto di secolo si occupa di ricambi per veicoli asiatici e fuori strada come ha reagito quando il suo mercato si è trasformato da settore di nicchia a mercato di massa? Ne abbiamo parlato con Alessandro Piazza, da due anni general manager di Japanparts, che ci racconta delle trasformazioni e dei progetti di questo protagonista dell’aftermarket.
 

Gli ultimi due anni sono stati segnati da una serie di cambiamenti, sia del mercato, sia della vostra società. Partiamo da Japanparts: quali sono stati i cambiamenti e gli investimenti in azienda e quali le motivazioni?
In effetti la nostra è una storia molto dinamica e i cambiamenti e le trasformazioni (passate e attuali) sono numerose. L’organigramma aziendale è snello e dinamico; ogni giorno varcano i cancelli di Japanparts circa 20 persone, che curano i cinque uffici in cui è divisa l’azienda: commerciale Italia, commerciale export, marketing, acquisti, amministrazione. La logistica è completamente terziarizzata e dal 2010 è affidata a una cooperativa esterna che lavora su due turni giornalieri.
Nostra caratteristica è il costante allargamento di gamma, che ci ha portato negli anni ad ampliare anche la nostra struttura. Oggi abbiamo due magazzini, uno di 20.000 mq e l’altro, di poco decentrato, di 5.000 mq, che ospitano oltre 80.000 articoli (circa 27.000 per ogni marchio, dato verificabile in real time sui nostri siti).
Nell’ultimo anno, oltre a potenziare la gamma esistente con l’inserimento di circa 1.000 nuovi articoli per le vetture di ultima produzione, sono state introdotte nuove linee di prodotto quali i cavi freno, le bobine accensione, le valvole EGR e una gamma completa (europea e asiatica) di ammortizzatori e molto altro.

Un importante cambiamento ha riguardato anche l’allargamento della rete distributiva. Per essere sempre più vicina all’automobilista, l’azienda veronese ha aggiunto alla propria famiglia nuove società di primissimo piano nel panorama distributivo italiano. Tra il 2014 e l’inizio del 2015 sono infatti entrati a far parte della famiglia Japanparts sette nuovi distributori: Autocom, Az Car, Bcr, Cati, Drai, Elie Sasson, Fast Service, che hanno affiancato i già noti collaboratori nella distribuzione dei prodotti per i tre marchi.
Un grande lavoro è stato fatto per offrire un maggiore supporto alle vendite. Un costante monitoraggio degli ordini ai fornitori e delle giacenze ci consente di garantire una copertura di circa 6 mesi di vendite e un’evadibilità media superiore al 90%. 

Infine, un accenno merita anche il tema delle garanzie, che rappresenta un importante investimento per la nostra azienda. Tutti i prodotti Japanparts, infatti, sono garantiti 24 mesi, mentre i kit frizione hanno 36 mesi di garanzia o 80.000 km di percorrenza. Per gestire questo servizio abbiamo informatizzato le procedure di garanzia e adottato una serie di sistemi di controllo che assicurano sempre una chiusura in tempi rapidissimi delle pratiche. Riusciamo così a garantire risposte chiare e trasparenti al cliente, a prescindere dall’esito delle verifiche. 

A proposito di investimenti, ne avete fatti di particolarmente importanti anche nel web e nel catalogo: quali sono i risultati e le aspettative su questi progetti?
I tre siti, di libero accesso, che contano circa 5.000 accessi quotidiani, dal prossimo mese di marzo usciranno con una veste grafica completamente rinnovata e con tante novità interessanti. Saranno molto più intuitivi e di facile navigazione.
Innanzitutto, la ricerca degli articoli è stata potenziata, affiancando alla ricerca per codice (Japanparts / OEM / competitor) e a quella per veicolo anche la ricerca per numero di telaio (VIN). Quest’ultimo permette di trovare correttamente il veicolo, avendo così la certezza che il particolare trovato sia esattamente quello montato sulla propria vettura.  Entro l’anno verrà poi implementata la ricerca per numero di targa, che faciliterà ulteriormente l’individuazione del ricambio corretto.
Infine, è stata potenziata l’area riservata ai distributori, con l’ampliamento di alcune sezioni e il miglioramento della fruibilità delle informazioni e documenti. 

Ai due “storici” marchi Japanparts e Ashika, l’azienda ne ha aggiunto un terzo: Japko. Come nasce questa scelta e cosa comporta a livello di offerta prodotti?
Japanparts nasce alla fine degli anni 80, quando i modelli asiatici circolanti in Italia non erano più di una decina, esclusivamente fuoristrada. Da allora il mercato è cresciuto in maniera esponenziale, evolvendosi in più direzioni. Il nuovo millennio ha visto la nascita del secondo marchio, Ashika, creato per venire incontro alle sempre maggiori richieste di prodotti.
Oggi i veicoli asiatici sono arrivati a occupare percentuali considerevoli sul parco circolante. Da qui la scelta commerciale di affiancare un terzo marchio, Japko, che nasce dall’esigenza di capillarizzare sempre più la distribuzione, e offrire all’automobilista un servizio in grado di soddisfare le esigenze di richiesta e celerità nella reperibilità del prodotto cercato.

Facendo un bilancio dei risultati raggiunti nel 2014, vi dichiarate soddisfatti? Quali sono i punti di forza di Japanparts e le cose che si possono migliorare?
Siamo estremamente soddisfatti: nonostante la situazione di crisi generalizzata, infatti, il fatturato si è chiuso per il venticinquesimo anno consecutivo con un progresso significativo rispetto all’anno precedente. Japanparts ha saputo incrementare i risultati di fatturato e fidelizzazione del cliente raggiungendo risultati più che positivi rispetto agli anni precedenti. Le prospettive per il 2015 sono buone, sia per quanto riguarda l’estero, dove si prevede ancora una costante crescita, sia per l’Italia, dove il 2014 è stato segnato da un aumento che sfiora il 20%.
La forza di Japanparts è la flessibilità, la rapidità nel riadattarsi in un mercato cosi dinamico e veloce, lo stock sempre più importante e i costi contenuti. Migliorare queste qualità è l’obiettivo principale che ci proponiamo per il futuro.

Torniamo al mercato: cosa ne pensa dei cambiamenti in atto nel settore della distribuzione e quale ipotizza possa essere lo scenario che andrà delineandosi?
I mercati, a qualsiasi categoria essi appartengano, sono sempre in costante evoluzione. È ciò che ne rinnova e accresce gli interessi e fa sì che si generino strategie adatte di volta in volta a superare i momenti di crisi o a cavalcare l’onda del successo. In questo momento lo scenario è tutto da decifrare, esiste una situazione in cui le grandi realtà stanno cercando una loro propria collocazione che sia sempre più determinata e determinante. È un momento in cui esiste spazio per tutti, a patto di trovare le giuste formule. Per questo molto più spesso si vedono nascere coalizioni strategiche.

Quando Japanparts ha iniziato la sua attività era uno dei pochi player specializzato in asiatico; oggi molte aziende propongono un assortimento specifico per il circolante orientale: ci può dire se e come questo “affollamento” ha cambiato il vostro approccio al mercato?
Sicuramente ci ha spinti a migliorarci e metterci in discussione, ci ha fornito il termine di paragone che prima non avevamo e che ha messo in mostra i nostri punti deboli dandoci modo di migliorare e diventare più performanti.
Abbiamo migliorato la gestione informatica, allargato il magazzino con un ampliamento di 4.000 mq della sede principale nel 2010 e un recupero della vecchia sede (a poche centinaia di metri) con altri 5.000mq.
È stata capillarizzata la rete distributiva, che non ha penalizzato i player storici, ma che ha generato una dispersione del marchio e una domanda generale maggiore.

Sono stati attentamente selezionati i fornitori, con una particolare attenzione alla qualità e alla velocità produttiva. L’aumento dei volumi, che nel 2014 è stato circa del 25%, ha reso necessaria una gestione ormai estremizzata della logistica per la merce in entrata e in uscita, che allo stato attuale è riassumibile in più di 1.300 container/anno in entrata e circa 10 MIL di pezzi/anno in uscita, che vengono gestiti da circa 40 operatori distribuiti su due turni.

Non ci resta che chiederle quali siano i progetti e le aspettative per il 2015...
Il costante aggiornamento dell’offerta, con l’inserimento di nuove gamme di prodotti è il nostro obiettivo principale, ma non mancheremo anche di cogliere le opportunità che il mercato offre, assicurare solidità e sostegno ai nostri partner, garantire la soddisfazione dei nostri clienti.
 

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