Articoli | 01 April 2015 | Autore: David Giardino

F.E.N.C.A.R.: da un modello regionale a un profilo nazionale

Abbiamo incontrato Ciro Capossela, presidente della federazione di ricambisti, per conoscere più da vicino le dinamiche del F.E.N.C.A.R., anche a seguito dell’annuncio dell’accordo strutturato con Novagroup, che di fatto proietta la federazione in un nuovo ruolo all’interno delle dinamiche della distribuzione internazionale.

 

Tutto nasce da un’idea di C.R.C., il Consorzio Ricambisti Campani, che con il suo presidente, Ciro Caposella, decide di guardare al mercato dell’aftermarket indipendente con occhi nuovi, per proporre una diversa strategia di unione: F.E.N.C.A.R., la Federazione Nazionale Consorzi Autoricambisti Regionali.
Le idee del F.E.N.C.A.R. sono chiare e il suo presidente, Ciro Capossela, è persona schietta e diretta per cui non è stato difficile conoscere i punti principali della strategia e degli investimenti che gli aderenti hanno deciso di fare per rafforzare la loro posizione nel mercato della distribuzione regionale.
Per capire meglio come funziona questa realtà è però necessario fare un passo indietro e conoscere il consorzio C.R.C.

In Campania nasce C.R.C.
Nel 2008, a Casoria (NA), Ciro Capossela, insieme ad altri imprenditori dell’aftermarket indipendente, dà vita al Consorzio Ricambisti Campani, C.R.C., una realtà che si distingue da altre associazioni di ricambisti per il tipo di rapporto esistente fra i soci e una scelta di base: la condivisione della logistica.
L’unione fra i soci (oggi 16) non si basa né su una omogeneità di struttura né di volumi di fatturato, quanto piuttosto sulla volontà di essere partecipi a un progetto che possa fare la differenza quando si va a operare sul mercato.

I singoli soci, infatti, decidono di entrare a far parte del Consorzio per condividere una piattaforma logistica e condividendone le spese di gestione in quota parte, così che tutti siano egualmente motivati a far fruttare al meglio la loro partecipazione.
Ciascun socio, infatti, contribuisce con una quota fissa alle spese, ma rimane indipendente nella scelta che riguarda lo sviluppo della sua attività. In questo modo, anche quelle che sono diversità fisiologiche fra i soci possono coesistere e anzi dar vita a nuove sinergie a vantaggio di tutti.
L’altra peculiarità è che il consorzio è “chiuso”: ciò significa che il numero dei soci è ormai stabilito e che acquisti e vendite dei prodotti sono riservati ai soli soci. In questo modo i vantaggi dati dall’unione, sia in termini di prezzi di compravendita, sia di approvvigionamento, vengono ripartiti esclusivamente fra i soci.

Ciascuno è poi libero di ampliare la propria offerta con altri prodotti (magari per coprire una esigenza di nicchia della sua zona), ma il grosso del lavoro si copre di fatto con la piattaforma logistica comune e l’assortimento prodotti del consorzio.
Una strategia che si è dimostrata vincente e i cui risultati sono stati talmente buoni da spingere i soci a fare un importante investimento e trasferire il magazzino all’interporto di Nola (NA), dove C.R.C. ha acquistato un capannone.

Logistica condivisa e molto altro
Il vero punto di eccellenza, dunque, e cuore della differenza con altre realtà, è la condivisione del magazzino centrale: di 2.400 mq di proprietà dei 16 soci C.R.C.
Gli acquisti sono diretti sui fornitori partner, allargabili a nuovi fornitori “premium” grazie all’accordo con Novagroup; il magazzino centrale, condiviso dai soci, con l’utilizzo di piattaforme distributive alternative di supporto. 

Il magazzino si caratterizza soprattutto per ricambi meccanici ed elettrici, cui i soci attingono per coprire al 95% il proprio fabbisogno. Inoltre, tra i ricambi, sono state inserite anche tre linee di prodotto a marchio proprio per dischi e pastiglie, giunti ruota e pompe acqua.
Fra i nuovi progetti l’apertura di punti vendita “a marchio”: i CRC Store, di proprietà del Consorzio. Il primo è già operativo a Benevento, ma presto sarà seguito da altri.

F.E.N.C.A.R.: la federazione per l’Italia
Il successo di tutta questa iniziativa ha spinto C.R.C. ad ampliare i propri orizzonti e cercare nuove possibilità per “esportare” questo modello di successo oltre la regione Campania.
Guardare oltre la propria regione significa andare a incontrare altre realtà consortili, con le quali condividere obiettivi e strutture. Nasce così F.E.N.C.A.R. la Federazione Nazionale Consorzi Autoricambisti Regionali, che al momento riunisce sotto un’unica bandiera 97 soci e circa 130 punti vendita. 

Oltre a C.R.C, infatti, hanno aderito alla federazione il C.R.T. della Toscana, il G.R.A. del Lazio, il Coopar di Puglia e Basilicata, il CO.RI.CAL. della Calabria e il C.R.S. della Sicilia: “l’espressione della miglior imprenditoria del settore” come ama definirli Ciro Capossela, presidente anche della Federazione.
Nell’accordo con Novagroup, F.E.N.C.A.R., che ha ormai raggiunto una dimensione proiettata verso un ambito nazionale e internazionale, diventa di fatto l’anima della Divisione Alliance di Novagroup che si occuperà delle realtà consortili.

Un passo che apre la via ad altri progetti, maturati dai singoli protagonisti di questa alleanza strategica. Pensiamo ad esempio al progetto officine del network oncar, che F.E.N.C.A.R. ha rilevato da Coopar e che beneficerà anche dell’esperienza dei soci di Novagroup. Gli aderenti a F.E.N.C.A.R. potranno fidelizzare le officine con corsi di aggiornamento, call center per risolvere eventuali difficoltà in tempo reale e supporto alla crescita professionale delle stesse.
Abbiamo chiesto a Ciro Capossela quali sono i prossimi obiettivi per F.E.N.C.A.R.: “la crescita e la diffusione del nostro modello su tutto il territorio nazionale; abbiamo già numerosi contatti con nostri colleghi di regioni non coperte, ma alla luce dei nuovi accordi, abbiamo aumentato le nostre attività che porteranno a breve buoni risultati”.

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