La ricarica del climatizzatore è soggetta a una normativa specifica. Per essere pronti a offrire il servizio vediamo quali sono gli adempimenti di legge e quale stazione di ricarica scegliere tra le tante disponibili sul mercato.
Si avvicina la stagione in cui gli automobilisti entrando in auto accenderanno subito l’aria condizionata e il momento in cui gli autoriparatori si troveranno a gestire il picco di lavoro per la manutenzione del circuito A/C.
Infatti, pur essendo vero che sono ormai molti coloro i quali utilizzano il sistema di climatizzazione durante tutto l’anno, è altrettanto vero che si pensa di dover ricaricare il sistema solo quando fuori comincia a fare davvero caldo.
Ecco dunque che il mese scorso abbiamo affrontato il tema dei filtri abitacolo, un elemento la cui sostituzione necessita di essere spiegata al cliente; questo mese ci occupiamo invece delle stazioni di ricarica A/C.
Nell’articolo precedente abbiamo fatto un po’ il punto della situazione sull’introduzione del nuovo gas refrigerante HFO-1234yf e rispetto al passato possiamo dire che la sensazione è quella che oggi questa “new entry” spaventi un po’ meno. Forse perché si sono tutti resi conto che questo passaggio è in realtà graduale, forse perché il parco circolante italiano è sufficientemente datato da non preoccupare chi offre il service A/C, fatto sta che i produttori hanno avuto tempo e modo di realizzare e proporre agli autoriparatori la varietà di soluzioni necessarie a coprire tutte le esigenze.
Una tematica invece che non può essere rimandata e che richiede un adeguamento immediato per chiunque voglia offrire il servizio di ricarica è la questione del “patentino”.
Cosa dice la legge
Le normative da tener presente sono due: la prima (Regolamento Comunitario CE 842/2006), stabilisce che per il trattamento dei gas fluorurati, come il refrigerante utilizzato negli impianti A/C, è necessario conseguire un’abilitazione superando un corso specifico che viene erogato da formatori certificati e poi iscriversi al registro telematico della Camera di Commercio.
La seconda normativa, n. 517/2014, che va a sostituire la precedente, prevede a partire dal gennaio 2015 un ulteriore passo verso un più severo controllo sui gas a effetto serra.
In particolare, per quanto ci riguarda, l’articolo 11, paragrafo 4, prevede: “Ai fini dell’esercizio dell’installazione, assistenza, manutenzione o riparazione delle apparecchiature che contengono gas fluorurati a effetto serra o il cui funzionamento dipende da tali gas per cui è richiesto un certificato o un attestato a norma dell’articolo 10, i gas fluorurati a effetto serra sono esclusivamente venduti a e acquistati da imprese in possesso dei certificati o degli attestati pertinenti a norma dell’articolo 10 o da imprese che impiegano persone in possesso di un certificato o di un attestato di formazione ai sensi dell’articolo 10, paragrafi 2 e 5. Il presente paragrafo non impedisce alle imprese non certificate che non svolgono le attività di cui alla prima frase del presente paragrafo, di raccogliere, trasportare o consegnare gas fluorurati a effetto serra.”
In altre parole, chi vuole lavorare con il refrigerante deve essere in possesso di certificato denominato “Attestato F-Gas” e iscriversi al registro Fgas, senza questa iscrizione non è possibile poi rilasciare l’attestato di abilitazione (il “patentino”) all’operatore.
Cosa bisogna fare
Le aziende produttrici di stazioni di ricarica A/C hanno di fatto praticamente tutte svolto le pratiche necessarie per essere abilitate all’erogazione dei corsi per l’ottenimento del patentino che permette agli operatori di proseguire o iniziare l’attività di ricarica A/C.
I corsi erogati dalle varie aziende o enti sono sufficienti a coprire le esigenze degli operatori, ma di fatto, a detta delle aziende, sono ancora in molti quelli che non sono a conoscenza dell’obbligatorietà di questi corsi.
Vero è che finora i controlli non sono stati molti, ma l’entrata in vigore della nuova normativa potrebbe produrre un giro di vite da parte delle autorità preposte. Per non incorrere in sanzioni, ma anche per maturare una maggior consapevolezza rispetto alla salvaguardia dell’ambiente e tutelare la propria professionalità, per chi ancora non l’avesse fatto, è bene attivarsi quanto prima per ottenere il patentino.