Il caso: una Alfa Romeo 147 1.9 JTD 16v con un iniettore che lavora “fuori tolleranza”.
Vediamo come fare per identificarlo.
Come fare a indagare sul problema? Troppo comodo fare affidamento sull’autodiagnosi per individuare uno o più iniettori che lavorano “fuori tolleranza”, e troppo comodo anche (forse non per le tasche) affidarsi a un banco prova iniettori.
Una via alternativa: il trasduttore
Qualora non si possa fare affidamento a una strumentazione diagnostica che dia indicazioni sui tempi di iniezione e sulle cosiddette “compensazioni”, risulta comodo procedere per vie parallele, una delle quali, piuttosto innovativa, è quella che andiamo a presentare.Un caso esemplare è rappresentato dalla problematica su Alfa Romeo 147 1.9 JTD 16v (cod. mot. 937A5000), con circa 300.000 chilometri percorsi.Il veicolo in questione presentava una leggera deviazione rispetto a un regime regolare, riscontrabile a livello uditivo.Visto il chilometraggio “importante”, è stato deciso di analizzare il lavoro degli iniettori da punto di vista della quantità di gasolio iniettata e della “qualità” dell’iniezione, nonché del recupero degli iniettori.
Si è quindi deciso di far uso di un trasduttore di pressione per uso automotive, mediante il quale è possibile misurare sia le pressioni di un gas, sia quelle di un fluido.
Gli iniettori recuperano in modi diversi
Il trasduttore, dopo essere stato settato per misurare un range di pressioni dell’ordine del bar, è stato collegato in parallelo (o “collegamento a T”, che dir si voglia).
Si ricorda che, a parte alcuni casi particolari, la pressione del circuito di ritorno gasolio è di qualche frazione di bar.Il collegamento è stato effettuato come raffigurato nella figura 1.
Il trasduttore è stato collegato in maniera tale da poter misurare l’andamento della pressione sul circuito di ritorno del gasolio, ma senza interferire (in parallelo).
Andando a effettuare la misura, notiamo fin da subito che gli andamenti dei recuperi sui quattro iniettori hanno caratteristiche ben differenti.
La schermata della figura 2 mostra in verde il comando in corrente dell’iniettore 1, prelevato con pinza amperometrica (assorbimento max circa 19A), e in blu l’andamento della pressione sul circuito di ritorno del gasolio. Il comando dell’iniettore è stato prelevato solamente per individuare il periodo di tempo che intercorre tra una iniezione e la successiva, all’interno del quale ci sono per forza di cose (non visibili sull’oscillogramma), anche le iniezioni degli altri tre iniettori.
La schermata precedente non è particolarmente interessante, ma se si effettua lo zoom su un periodo di tempo tra due iniezioni successive appare evidente l’utilità di questo test.
Infatti nella figura 3 è possibile vedere come la pressione sul circuito di ritorno si comporti differentemente al variare dell’iniettore comandato. In corrispondenza dell’iniettore 4 si ha un andamento fortemente instabile e altalenante della pressione, indice di un’incipiente problematica all’iniettore stesso.
Per quanto riguarda gli altri iniettori si può dire che il primo e il secondo lavorano piuttosto bilanciati, il terzo anche, ma con un comportamento meno pulito.