Due poli produttivi, un ufficio commerciale e una sede logistica aggiuntiva, per proporre al mercato motori (ma non solo) completamente ricondizionati, sia per veicoli italiani sia multibrand; ecco come cambia il mondo della revisione motore secondo Luca Morini, direttore generale di G.P.S. Motori.
Per anni il settore della revisione motori ha subito un calo di numeri. Il motivo è presto detto: il valore assoluto dell’auto è sceso, il costo della rigenerazione è cresciuto. E se due più due fa quattro è facile capire come, per molti autoriparatori, proporre di sostituire il motore a un cliente è diventato sempre più complesso.
Negli ultimi anni, però, questa tendenza sembra essersi interrotta e i motivi sono differenti.
In primo luogo, la crisi del credito ha reso difficile per una famiglia l’idea di dover ricomprare un’auto nuova in caso di rottura del motore; poi ci sono le grandi flotte, per cui il rinnovo del parco auto a causa di un guasto al motore non conviene; infine le aziende che si occupano di rigenerazione, che in alcuni casi da realtà artigianali, sono diventate delle vere e proprie industrie, riuscendo quindi a ingegnerizzare il ripristino completo dei componenti e proporre un prezzo competitivo.
Si potrebbe citare anche l’animo sempre più “verde” dei consumatori, attenti alle tematiche ambientali: un motore revisionato ha un impatto sicuramente minore sull’ambiente rispetto alla produzione di uno nuovo, quando non addirittura di una vettura completa nuova, ma benché importante, oggi a comandare è il portafoglio, quindi la “rinascita” dei motori revisionati passa sicuramente più dalla competitività delle aziende del settore rispetto alla coscienza ambientale.
Per capire però perché i motori rigenerati (e così molti altri ricambi “complessi”) siano davvero un’occasione per autoriparatori e ricambisti, abbiamo incontrato Luca Morini, direttore generale di G.P.S. Motori, azienda che conta due poli di produzione e propulsori revisionati a magazzino anche di vetture con meno di tre anni.
Perché conviene il rigenerato
La prima domanda che poniamo al direttore generale di G.P.S. è quanto si risparmia con un motore rigenerato in termini reali, ma su questo fronte Morini è chiaro: “per avere un confronto reale è impossibile paragonare il rigenerato al nuovo”.
Questo sostanzialmente per due motivi. Innanzitutto, i grandi marchi automobilistici impiegano troppo tempo a procurare all’officina un motore nuovo, mentre hanno più semplicità a proporre anche loro un prodotto rigenerato. Quindi, arrivando alla questione, secondo Morini, la differenza di prezzo tra un propulsore rigenerato OE e uno IAM è generalmente del 35%.
Oltre al mero risparmio economico, poi, ci sono da considerare anche altri vantaggi per l’officina.
In primo luogo, G.P.S. Motori offre una garanzia di 24 mesi sul prodotto (cosa da non sottovalutare, perché poi l’autoriparatore dovrà comunque fornire una garanzia analoga all’automobilista, come da Codice del Consumo).
In secondo luogo, il meccanico ha la possibilità di avere a che fare con un’azienda che mette in campo sette tecnici sul territorio nazionale e una rete di 80 officine “autorizzate”, pronte a intervenire in caso di problemi seri per l’autoriparatore. “La nostra è un’azienda certificata ISO – spiega Morini – ma queste sigle dicono solo che sostanzialmente rispettiamo scrupolosamente delle procedure nelle operazioni di ripristino di un motore o di un qualsiasi ricambio. Quello che però significano è che riusciamo a proporre al mercato dei prodotti talmente sicuri che possiamo offrire 2 anni di garanzia sui nostri articoli, perché abbiamo la certezza che non avranno difetti”.
Se costa troppo poco è un rischio
Cercando però di affrontare il tema da un punto di vista dell’officina arriviamo a quello che realmente può essere un problema: che succede se il motore revisionato si rompe? “Ovviamente noi, tra garanzia di 24 mesi e assistenza sul territorio, abbiamo la certezza di non avere guasti dovuti alla rigenerazione, ma in ogni caso siamo sempre pronti a intervenire per far fronte alla garanzia”.
Diverso invece il discorso quando si tratta di scegliere un propulsore revisionato da fornitori poco noti.
La tendenza degli ultimi tempi, secondo Morini, è quella di trovare spesso sul mercato motori revisionati a prezzo di “bancarella”. Il rischio in questo caso è però tutto a carico dell’officina, in primis perché è lei a dover rispondere a un cliente in caso di problemi, il secondo è legato al fatto che, se un motore revisionato costa troppo poco, può capitare che non siano state sostituite tutte le parti necessarie. Il classico esempio è quello di un motore “rifatto” nella parte superiore, cui non viene toccato l’albero motore, con il rischio che dopo poche centinaia di km il cliente si ritrovi con il mezzo fermo avvolto in una nuvola azzurrina.
Flotte: un’ottima opportunità
C’è poi da considerare che i motori revisionati sono sempre più richiesti dalle flotte. Questo perché le aziende con grandi parchi auto basano i propri investimenti sulla base del risparmio economico e, sostituire un motore danneggiato è spesso più conveniente che cambiare tutta la vettura (magari quasi nuova). Proprio le auto del “rent” poi, hanno un problema aggiuntivo: gli utilizzatori di auto a noleggio, sia a breve sia a lungo termine, difficilmente guidano con la stessa cura e attenzione che pongono alla propria vettura, con il risultato che il motore rischia di andare in crisi molto prima del previsto.
Se a questo si aggiunge una manutenzione ordinaria approssimativa, ecco che il cerchio si chiude, o meglio: il motore si rompe.
“G.P.S. Motori ha accordi con praticamente tutte le flotte italiane – spiega Morini – e non è vero che questi grandi attori del mercato guardino solo al prezzo. Per lavorare con le flotte è necessario fornire dei servizi particolari, come ad esempio quello di ‘pre-autority’, che indaghi cioè su come si è generato il danno. Inoltre, è richiesta n’alta efficienza globale, perché, di fatto, le flotte di noleggio chiedono spesso motori che semplicemente ‘non ci sono’, e cioè sono montati su modelli talmente nuovi che ancora non se ne è ritirato alcuno”.
È bene ricordare, infatti, che per ogni motore revisionato acquistato bisogna riconsegnare quello smontato, ma allora come si trovano i motori delle ultime vetture revisionati?
“È piuttosto semplice – spiega Morini. In primo luogo abbiamo accordi con i demolitori, per cui recuperiamo molti motori da incidenti, negli altri casi compriamo stock di motori invenduti (che in ogni caso revisioniamo) o il singolo motore”.
E per i ricambisti?
G.P.S. è un’azienda che ha due tipologie di vendita: sia diretta all’officina sia attraverso il ricambista.
A questo punto abbiamo chiesto a Luca Morini che senso abbia un intermediario nella vendita di un motore, e sopratutto, perché a un ricambista dovrebbe convenire trattare i prodotti di G.P.S. Motori: “ci sono due vantaggi sostanziali. Il primo è che il ricambista conosce i propri clienti, e per noi questo è un ottimo modo per vendere i nostri prodotti; l’altro, a mio avviso ancora più importante, è che noi non siamo un semplice fornitore, ma un vero e proprio partner per il ricambista. Lo aiutiamo cioè nell’identificazione corretta del motore e curiamo tutti gli aspetti tecnici lasciando a lui solo la parte commerciale.