Articoli | 03 June 2015 | Autore: Tommaso Caravani

La rivincita dell’elettrauto

I sensori saranno probabilmente il componente del futuro: aumentano la connettività dell’auto e i sistemi di rilevamento, due tematiche con cui tutti i riparatori dovranno fare i conti; ne è convinta Bosch, che sta focalizzando la propria attività proprio su questi due fronti per i prossimi anni.

 

Che la meccanica l’abbia fatta da padrona negli ultimi anni è un dato di fatto: gli specialisti elettrici sono diventati meccatronici e sempre più la diagnosi e la riparazione dell’impianto elettrico è stata affidata a strumenti di diagnosi e automazioni. Ma l’elettronica sta crescendo a dismisura e sempre più gli autoriparatori dovranno farci i conti. Per capirlo bastava fare un giro ad Autopromotec e in particolare allo stand Bosch, nel padiglione 14, una piccola “fiera nella fiera” per dimensioni, dove il gruppo era presente con i suoi brand: Bosch, OTC e Robinair. Gli altri marchi Sicam e Beissbarth si trovavano nel padiglione 19 e HC Cargo nel 16.
A farla da padrona i nuovi strumenti elettronici sempre più pensati per aiutare gli autoriparatori a “gestire” tutte le componenti elettroniche dell’auto, dai DAS (driver assistance sensors, che comprendono le videocamere e i radar) fino ai TPMS per i pneumatici, batterie Stop&Start e tutti quei sensori che sempre più sono presenti nell’auto. Ma non è tutto: il futuro dell’auto è “connesso”, si diceva un tempo, e tale affermazione non è mai stata più vera di oggi. “Come gruppo stiamo concentrando le forze proprio sulla connettività” spiega Alberto Bernini, che ricopre in Bosch il ruolo di Regional Director Automotive Aftermarket per il Sud Europa.

I sensori: il presente e il futuro
Ma di cosa stiamo parlando? Per permettere a un’auto di essere “connessa” è necessario che sia equipaggiata con sistemi in grado di trasmettere informazioni, in sostanza con dei sensori, ed è proprio questo il settore su cui l’azienda tedesca crede maggiormente.
“Già oggi Bosch vende circa 1,6 miliardi di sensori nel mondo”, afferma Bernini: un dato impressionante, ma destinato ad aumentare nei prossimi anni, anche perché l’auto è sempre più destinata a dialogare non solo con i tecnici del settore, ma anche con l’automobilista.
Si chiama “internet of things” ed è la capacità che sempre più oggetti comuni offrono agli utenti di conoscerne il funzionamento da remoto (dal telefono, al pc fino agli smartwatch e chi più ne ha più ne metta). Un cambio epocale che già oggi inizia a pervadere la vita quotidiana, non solo le auto, ma anche il forno di casa, il frigorifero, la lavatrice, il riscaldamento sono sempre più connessi e offrono funzioni sempre più gestibili da remoto tramite internet.
“Probabilmente, in futuro, tutti i device connessi a internet potranno dialogare tra loro, ma gli sviluppi sono talmente tanti che, ad oggi, è impossibile capire a fondo come cambierà la nostra vita” prosegue Bernini.
Di una cosa però il manager è certo: “tutti questi sistemi dovranno essere “open”, cioè aperti e con la possibilità per chiunque di implementarne funzionalità e servizi”.
Bosch si sta preparando a questo futuro ripensando la propria attività, ad esempio integrando tutti i mondi della galassia Bosch per sviluppare politiche comuni, così come creando Robert Bosch Software Innovations, una società del gruppo che si occupa proprio di studiare l’internet delle cose (IoT).

Officine: è già ora di prepararsi
Un cambiamento che, in un modo o nell’altro, coinvolgerà attivamente anche le officine, che dovranno abituarsi a pensare la riparazione auto anche in un’ottica di elettronica avanzata, in cui non sarà strano cambiare un radar (e resettarlo) o una videocamera intelligente (come quelle per il salto di corsia), perché molte delle vetture alto di gamma sono già equipaggiate con questi sistemi e la tecnologia sta evolvendo con una tale rapidità per cui non bisognerà aspettare anni prima di trovare tali soluzioni anche su vetture economiche.

Insomma, il futuro è già adesso, e il tempo per formarsi sarà poco. 

Alberto Bernini alla guida dell’Aftermarket Bosch
Da ottobre 2014, Alberto Bernini è il nuovo Regional Director Automotive Aftermarket South Europe di Bosch, con responsabilità dei mercati di Italia, Grecia, Cipro, Albania e Malta.
45 anni e in Bosch da dieci, Alberto Bernini ha inizialmente ricoperto il ruolo di Responsabile dell’ufficio marketing del settore Automotive Aftermarket South Europe; nell’ultimo anno si è occupato di un importante progetto per il coordinamento dei Country Sales Manager Europa e delle vendite per veicoli commerciali Europa.
Nel suo nuovo incarico, coordinerà le attività commerciali della divisione Automotive Aftermarket della Regione Sud Europa dalla sede Bosch di Milano.

La “realtà aumentata” a supporto del meccatronico
La job card elettronica trasmette tutte le informazioni sulle riparazioni alla postazione di lavoro del meccatronico che riceve anche i dati del veicolo necessari per eseguire la riparazione e quelli diagnostici. Queste informazioni vengono costantemente aggiornate tramite la connessione Internet. Il meccatronico può avvalersi dello strumento della “realtà aumentata” sul proprio tablet. Quando l’addetto punta la telecamera del tablet PC sul vano motore, le informazioni rilevanti, come l’attrezzatura necessaria e le istruzioni per la riparazione, vengono visualizzate in un’immagine reale (testi descrittivi, oggetti tridimensionali, foto o video). Il meccatronico può richiedere in remoto un ulteriore supporto da parte degli operatori del centro assistenza Bosch. Infatti, grazie ad un software specifico, gli specialisti Bosch sono in grado di controllare a distanza i dispositivi di prova, fornire supporto per la calibratura e guidare passo-passo l’operatore dell’officina. Le informazioni relative al processo di riparazione, oltre a essere inserite sulla job card elettronica, vengono trasmesse al centro dati dove sono elaborate utilizzando il software di analisi Bosch. Per gestire la grande quantità di dati necessari per la realizzazione di un’applicazione legata alla realtà aumentata, Bosch ha creato una piattaforma di sviluppo specifica. 

 

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