Articoli | 01 July 2015 | Autore: Cristina Palumbo

Filter Experience: Sogefi spiega il mondo della filtrazione

Un piccolo workshop per conoscere il filtro: iniziamo a raccontare il mondo Sogefi partendo da qui, per capire cosa si cela dentro a un prodotto che nella maggior parte dei casi appare semplice.
 

L'occasione è quella di un incontro con la stampa, affinché le riviste specializzate possano fare da tramite con ricambisti e officine, ma per raccontare cosa? Non certo quanto fattura il gruppo Sogefi, non perché non sia un dato importante, ma perché, di fatto, è quel genere di informazione che può stupire (oltre 1,3 miliardi nel 2014), ma non aiuta i professionisti nel loro lavoro quotidiano.

Allora cosa siamo andati a fare nella splendida location dell’hotel Palazzo Parigi di Milano? A parlare di filtri: cosa sono, a cosa servono, come si fanno; insomma la “Filter Experience” di Sogefi è stata una full immersion nelle pieghe del filtro. 

Esperienza decisamente interessante, che ha permesso di mettere a fuoco alcuni elementi fondamentali per capire questo prodotto e chi lo progetta e realizza: tutte informazioni che possono davvero essere utili a chi i filtri li deve scegliere e montare.

L’esperienza OE: quanto conta davvero?
Tutti i componentisti che partecipano ai progetti di sviluppo con le case auto ne parlano come di un valore aggiunto per l’aftermarket. Perché succede questo? È solo un modo per dire che se sono stati scelti significa che sono bravi o c’è anche dell’altro?

Andrea Taschini, general manager della aftermarket business unit di Sogefi, ha parlato molto chiaro in proposito: “essere sviluppatori per il primo impianto significa acquisire una competenza specifica sul prodotto e ricevere un’infinità di stimoli che difficilmente possono essere acquisiti in altri modi”. 

“Le commesse per l’OE – ci spiega, Leonard Devito, product manager  dell’Aftermarket Business Unit di Sogefi - richiedono anche uno o due anni di lavoro, devono essere assolutamente precise e rispondere a tutti i requisiti; solo dopo numerosi test, collaudi, validazioni e modifiche i prototipi passano alla produzione”.

La progettazione di una soluzione richiede di far fronte a sfide molto estreme, perché un filtro deve essere in grado di superare dei test a situazioni anche molto gravose, che magari nella vita del mezzo non si troverà mai ad affrontare. 

“L’eccellenza nella produzione OE va dunque considerata lo standard. Chi poi, come Sogefi, produce anche per l’aftermarket, altro non fa se non utilizzare le stesse linee produttive, gli stessi materiali, le stesse specifiche” afferma Enrico Castellengo, IAM area manager dell’Aftermarket Business Unit di Sogefi. 

Il valore aggiunto dunque c’è e si vede. “Improponibile - dice Taschini - vendere sul mercato un filtro che non costa almeno una certa cifra, perché in un prezzo molto basso (e ce ne sono in giro) non possono essere compresi né i materiali, né le tecnologie necessarie affinché un filtro funzioni davvero secondo quanto richiesto dalle specifiche del motore.”

Un esempio? La famosa piega Chevron, brevetto Sogefi. Spiega Taschini: “Realizzare questa piega ha dei costi di produzione importanti, perché richiede una tecnologia molto sofisticata, perciò non può essere “improvvisata” da chiunque. Sogefi, che l’ha ideata a suo tempo per il primo impianto, oggi può dunque permettersi di portarla tale e quale in aftermarket”.

La plastica: la nuova regina del filtro
Anche nel caso dei materiali la competenza OE di un produttore si rivela fondamentale, soprattutto oggi, che la plastica sta diventando il materiale preferito in tanti moduli di filtrazione.

La plastica di cui stiamo parlando è un materiale molto speciale, realizzata per resistere a temperature di esercizio molto elevate, forti vibrazioni, garantire una resistenza ottimale alla pressione e, non da ultimo, avere una grande riciclabilità. Lo sviluppare il modulo filtro completo permette non solo di curare la funzione filtrante del filtro, ma di prestare attenzione a tutte le altre caratteristiche che compongono questo “micro sistema”. 

Se non sempre la plastica può essere la soluzione ideale per la casa auto, risolve però numerosi problemi. L’occhio che il produttore di primo impianto ha anche verso il service aftersales, permette di trovare soluzioni più idonee anche per l’autoriparatore, proprio utilizzando in maniera “diversa” i materiali.

Per esempio, dotare il filtro di una struttura in plastica pieghevole, che facilita l’inserimento in sede del filtro, così come aggiungere un dettaglio che possa aiutare a estrarre il filtro dal suo alloggiamento sono cose che facilitano il lavoro dell’autoriparatore e che possono essere realizzate senza aggravio di peso, riuscendo così a tenere insieme le esigenze del costruttore auto e dell’autoriparatore.

Tendenze: il ricambio che scompare
Oltre a ciò che l’autoriparatore vede quotidianamente, c’è anche il futuro: e qui essere partecipe della progettazione in partnership con le case auto è quel quid che fa la differenza. 

Semplificando potremmo dire che un’azienda come Sogefi, che oggi produce un filtro benzina per l’aftermarket, già sa che questo filtro è destinato a morire. Le case auto, infatti, chiedono di equipaggiare le vetture con filtri sempre più longevi, capaci di durare anche il doppio di quanto richiesto in precedenza, quando addirittura non vengono realizzati per durare tutta la vita del motore. La tendenza è quella di avere, per esempio, un filtro olio in grado di durare per 20/25.000 chilometri; un filtro benzina “long life”, che accompagni la vettura a fine vita o quasi.

A parte il caso di incidente, dunque, la normale usura del filtro porterà a intervalli di sostituzione sempre più lunghi, cambiando un po’ le regole del gioco nel traffico da tagliando per l’officina. Allo stesso tempo, l’incremento delle auto ibride, farà sì che il filtro si mantenga intatto per un tempo decisamente molto più lungo e al momento non prevedibile, in quanto non si può prevedere quanto quella specifica vettura andrà a motore o in modalità elettrica.

Insomma, il mercato cambierà e sta già cambiando e chi partecipa di questo progetto può già organizzarsi e gestire le forniture di conseguenza. 

L’occasione è quella di un incontro con la stampa, affinché le riviste specializzate possano fare da tramite con ricambisti e officine, ma per raccontare cosa? Non certo quanto fattura il gruppo Sogefi, non perché non sia un dato importante, ma perché, di fatto, è quel genere di informazione che può stupire (oltre 1,3 miliardi nel 2014), ma non aiuta i professionisti nel loro lavoro quotidiano. 

Allora cosa siamo andati a fare nella splendida location dell’hotel Palazzo Parigi di Milano? A parlare di filtri: cosa sono, a cosa servono, come si fanno; insomma la “Filter Experience” di Sogefi è stata una full immersion nelle pieghe del filtro. 

Esperienza decisamente interessante, che ha permesso di mettere a fuoco alcuni elementi fondamentali per capire questo prodotto e chi lo progetta e realizza: tutte informazioni che possono davvero essere utili a chi i filtri li deve scegliere e montare.

L’esperienza OE: quanto conta davvero?
Tutti i componentisti che partecipano ai progetti di sviluppo con le case auto ne parlano come di un valore aggiunto per l’aftermarket. Perché succede questo? È solo un modo per dire che se sono stati scelti significa che sono bravi o c’è anche dell’altro?

Andrea Taschini, general manager della aftermarket business unit di Sogefi, ha parlato molto chiaro in proposito: “essere sviluppatori per il primo impianto significa acquisire una competenza specifica sul prodotto e ricevere un’infinità di stimoli che difficilmente possono essere acquisiti in altri modi”. 

“Le commesse per l’OE – ci spiega, Leonard Devito, product manager  dell’Aftermarket Business Unit di Sogefi - richiedono anche uno o due anni di lavoro, devono essere assolutamente precise e rispondere a tutti i requisiti; solo dopo numerosi test, collaudi, validazioni e modifiche i prototipi passano alla produzione”.

La progettazione di una soluzione richiede di far fronte a sfide molto estreme, perché un filtro deve essere in grado di superare dei test a situazioni anche molto gravose, che magari nella vita del mezzo non si troverà mai ad affrontare. 

“L’eccellenza nella produzione OE va dunque considerata lo standard. Chi poi, come Sogefi, produce anche per l’aftermarket, altro non fa se non utilizzare le stesse linee produttive, gli stessi materiali, le stesse specifiche” afferma Enrico Castellengo, IAM area manager dell’Aftermarket Business Unit di Sogefi. 

Il valore aggiunto dunque c’è e si vede. “Improponibile - dice Taschini - vendere sul mercato un filtro che non costa almeno una certa cifra, perché in un prezzo molto basso (e ce ne sono in giro) non possono essere compresi né i materiali, né le tecnologie necessarie affinché un filtro funzioni davvero secondo quanto richiesto dalle specifiche del motore.”

Un esempio? La famosa piega Chevron, brevetto Sogefi. Spiega Taschini: “Realizzare questa piega ha dei costi di produzione importanti, perché richiede una tecnologia molto sofisticata, perciò non può essere “improvvisata” da chiunque. Sogefi, che l’ha ideata a suo tempo per il primo impianto, oggi può dunque permettersi di portarla tale e quale in aftermarket”.

La plastica: la nuova regina del filtro
Anche nel caso dei materiali la competenza OE di un produttore si rivela fondamentale, soprattutto oggi, che la plastica sta diventando il materiale preferito in tanti moduli di filtrazione.

La plastica di cui stiamo parlando è un materiale molto speciale, realizzata per resistere a temperature di esercizio molto elevate, forti vibrazioni, garantire una resistenza ottimale alla pressione e, non da ultimo, avere una grande riciclabilità. Lo sviluppare il modulo filtro completo permette non solo di curare la funzione filtrante del filtro, ma di prestare attenzione a tutte le altre caratteristiche che compongono questo “micro sistema”. 

Se non sempre la plastica può essere la soluzione ideale per la casa auto, risolve però numerosi problemi. L’occhio che il produttore di primo impianto ha anche verso il service aftersales, permette di trovare soluzioni più idonee anche per l’autoriparatore, proprio utilizzando in maniera “diversa” i materiali.

Per esempio, dotare il filtro di una struttura in plastica pieghevole, che facilita l’inserimento in sede del filtro, così come aggiungere un dettaglio che possa aiutare a estrarre il filtro dal suo alloggiamento sono cose che facilitano il lavoro dell’autoriparatore e che possono essere realizzate senza aggravio di peso, riuscendo così a tenere insieme le esigenze del costruttore auto e dell’autoriparatore.

Tendenze: il ricambio che scompare
Oltre a ciò che l’autoriparatore vede quotidianamente, c’è anche il futuro: e qui essere partecipe della progettazione in partnership con le case auto è quel quid che fa la differenza. 

Semplificando potremmo dire che un’azienda come Sogefi, che oggi produce un filtro benzina per l’aftermarket, già sa che questo filtro è destinato a morire. Le case auto, infatti, chiedono di equipaggiare le vetture con filtri sempre più longevi, capaci di durare anche il doppio di quanto richiesto in precedenza, quando addirittura non vengono realizzati per durare tutta la vita del motore. La tendenza è quella di avere, per esempio, un filtro olio in grado di durare per 20/25.000 chilometri; un filtro benzina “long life”, che accompagni la vettura a fine vita o quasi.

A parte il caso di incidente, dunque, la normale usura del filtro porterà a intervalli di sostituzione sempre più lunghi, cambiando un po’ le regole del gioco nel traffico da tagliando per l’officina. Allo stesso tempo, l’incremento delle auto ibride, farà sì che il filtro si mantenga intatto per un tempo decisamente molto più lungo e al momento non prevedibile, in quanto non si può prevedere quanto quella specifica vettura andrà a motore o in modalità elettrica.

Insomma, il mercato cambierà e sta già cambiando e chi partecipa di questo progetto può già organizzarsi e gestire le forniture di conseguenza.

Chevron: tutta un’altra piega
La pieghettatura Chevron, brevettata da Sogefi, offre prestazioni elevate: ripiegando vari strati molto sottili di media filtrante intorno a un asse centrale posto all’interno di un cilindro, il filtro mantiene la propria resistenza meccanica e garantisce fino al 20% di superficie filtrante in più rispetto alla tecnologia con pieghettatura tradizionale. Oltre a un miglioramento del sistema di filtrazione, la dimensione compatta dei filtri con pieghettatura Chevron permette loro di occupare uno spazio minore nel vano motore, pur garantendo le stesse prestazioni delle unità più grandi.

È in arrivo il manuale
Una piccola anticipazione, sicuramente molto gradita: Sogefi sta preparando un manuale completo dedicato alla filtrazione. Sarà presentato ufficialmente in occasione di Equip Auto e permetterà a ogni autoriparatore di conoscere a fondo il filtro, le differenze fra le diverse tipologie di prodotto, consigli e suggerimenti per la sostituzione e tutto ciò che riguarda il mondo della filtrazione. 

 
 

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Tags: Sogefi

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