Il mercato ha leggermente corretto la sua rotta: anziché cadere in un imbuto, la tendenza mostra adesso un andamento laterale all’interno di un tunnel lungo almeno quattro anni. Ma non festeggiamo: la crisi del mercato revisioni sarà lunga.
Ci aspettano ancora molti lunghi anni di tensione ma, almeno, le nuove previsioni di medio-lungo periodo mostrano che adesso il mercato ha iniziato a muoversi lateralmente e non punta più drammaticamente verso il basso.
Giusto per capirci meglio, vediamo il grafico delle previsioni 2016-2019 elaborato a fine 2015 (grafico 1).
Questa previsione confermava ciò che una serie pluriennale di analisi aveva mostrato più volte: dopo anni di crescita ininterrotta, all’interno di un imbuto rovesciato, dal 2016 il mercato avrebbe mostrato una brusca inversione di tendenza, entrando in un canale che puntava drammaticamente verso il basso.
Adesso, al termine del primo quadrimestre 2016, alcuni segnali fanno pensare che la situazione potrebbe leggermente migliorare, anche se resta comunque critica.
Quali sono questi segnali? Andiamo con ordine.
Ricordiamo innanzitutto che le revisioni di un dato anno sono la somma algebrica del revisionato di due anni prima, più l’immatricolato di quattro anni prima, meno le radiazioni dell’anno precedente e dello stesso anno in corso (dei veicoli che avrebbero dovuto andare in revisione in quell’anno), più (o meno) possibili anomalie non prevedibili anticipatamente.
Ora, i segnali forti riguardano proprio i due fattori più difficili da stimare: le anomalie e le radiazioni.
Delle prime ne abbiamo già parlato in passato: sono le cosiddette ”revisioni fantasma”, cioè le omesse revisioni di veicoli che, per anni, non si sono recati nei centri e, quindi, sono risultati invisibili alle serie storiche.
Da settembre 2015 hanno iniziato a comparire con sempre più frequenza, grazie alle implacabili videocamere mobili delle Polizie Locali.
Da sole, però, non bastano a spiegare le importanti variazioni positive che stiamo registrando nel 2016.
La spiegazione va quindi ricercata altrove e, cioè, nel secondo fattore chiave: le radiazioni.
Il futuro del mercato si gioca sotto quota 80
Questa tabella mostra le immatricolazioni e le radiazioni di autovetture dal 2000 a 2015 e il rapporto tra i due valori.
Dopo aver toccato picchi preoccupanti nel 2012 e 2013 (ogni 100 vetture nuove ne venivano radiate 103 e 109 rispettivamente), si era tornati verso valori più normali, scendendo a 85 nel 2015.
Chi segue il mercato dell’auto sa che, quest’anno, le vendite sono in forte crescita, oltre le previsioni di UNRAE e ANFIA. Per logica, le permute d’usato e le radiazioni dovrebbero crescere proporzionalmente.
Bene, il rapporto tra immatricolato e radiato del primo quadrimestre è invece precipitato al 73% e le proiezioni sull’anno indicano che questo valore resterà stabile.
Se dovessimo tornare agli anni 2000-2006, cioè attorno al 77%, l’impatto positivo sulle revisioni si sentirà certamente.
L’importante è che il rapporto resti sotto quota 80.
Ecco allora il nuovo grafico e il nuovo trend per i prossimi quattro anni (grafico 2).
Adesso la curva è all’interno di un tunnel (leggermente in pendenza) con oscillazioni più ampie che in passato tra anni pari e anni dispari.
Tutto bene, allora? Crisi finita?
Affatto. La drammaticità del momento resta assoluta.
Non smentiamo quindi quanto detto in passato: la crisi del mercato c’è e sarà più evidente in futuro.
Soprattutto perché non ci sono segnali di cambio di tendenza nella crescita dei centri: al massimo possiamo parlare di rallentamento.
Passare da una proiezione al 2019 di 9.872 centri (2015) a una di 9.346 (2016), in concreto ci dice che il revisionato medio procapite calerà nei prossimi anni “solo” del 15% anziché del 16%.
Basta un nulla e il tunnel crolla.
L’analisi completa dello studio di Osservatorio Autopromotec è su www.osservatoriorevisioneveicoli.com
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