I rettificatori svolgono un ruolo fondamentale nella filiera, perché intervengo su tutte quelle riparazioni complesse di difficile gestione per l’officina. FIR, insomma, mira a diventare il punto di riferimento per tutto ciò che è tecnicamente importante.
Un rinnovamento importante, che segna un cambio di passo nei rapporti con officine, fornitori e clienti, sempre più riferimento del mercato e sempre meno lobby. FIR insomma vuole diventare un fornitore di servizi, non solo nei confronti dei propri associati, ma anche del mercato: una svolta importante e apprezzata dagli operatori.
Vediamo in dettaglio come è andata la giornata e cosa si è detto.
FIR: uniti e attivi
Ad aprire i lavori è stato Luca Morini, consigliere FIR, che ha ringraziato pubblicamente Berco, produttore di macchine utensili per rettifiche che ha sponsorizzato l’evento.
A seguire, il presidente della Federazione, Renzo Biondi, che ha sottolineato come FIR abbia intrapreso una giusta via di sviluppo, come dimostrato anche dall’elevato numero di presenze, che “non si vedeva da anni”.
Ma il vero protagonista della giornata è stato Luca Morini, che ha aperto il suo intervento citando Roosvelt: “Fate quello che potete, con ciò che avete, dove siete”. Un monito a non farsi travolgere dal mercato, ma essere attivi e rilanciare le aziende dell’intero comparto: “FIR può essere il punto di riferimento in Italia per tutto quello che è tecnicamente complesso – sottolinea il consigliere -, operiamo su cambi, motori, testate e tutta la meccanica di un’auto; abbiamo gli spazi, abbiamo il know-how e siamo ovunque in Italia”.
L’asset dei rettificatori è insomma proprio nella loro capacità di risolvere problemi, con un vantaggio in più, come spiega lo stesso Morini: “abbiamo lo stesso format da Bolzano a Ragusa, solo che al momento siamo ancora disgregati”.
Per questo il consigliere punta sulla Federazione come aggregatore, per fare in modo che l’attività di rettifica sia riconosciuta sul mercato.
Per questo la nuova strategia FIR passa da una carta dei servizi, che agevoli i clienti e l’attività delle singole imprese, oltre che da una comunicazione mirata, per rilanciare la figura del comparto. E poi, condivisione dei dati, partnership con i fornitori, un sistema di garanzie che tuteli le aziende sulle problematiche legali e un sistema di fidelizzazione delle officine, grazie alla formazione e alla collaborazione.
FIR insomma passa da associazione a gruppo, con tutti i cambiamenti che ne conseguono.
“Il mondo sta cambiando – prosegue Morini – siamo obbligati a prendere decisioni coraggiose e dobbiamo supportare il mercato, perché è evidente che chi vende un motore all’anno non avrà mai le competenze di uno specialista”.
Condivisione dei dati: la base di partenza
Tocca ad Alice Celegato, vicepresidente FIR, introdurre la prima novità del nuovo assetto: la condivisione dei dati.
Il nuovo portale FIR, infatti, permette di condividere molte informazioni utili, dalle casistiche critiche a un sistema di rating dei fornitori, senza dimenticare la banca dati motori, che già oggi conta 3.880 veicoli con 1.000 codici motore caricati, ognuno con la propria scheda tecnica: dalle coppie di serraggio ai dati fondamentali per un corretto ripristino, come il manuale di distribuzione (per la messa in fase). Dati patrimonio di FIR, ma che ogni membro può anche condividere via mail con l’officina.
Partenrship: insieme si cresce
Fare gruppo significa anche ridisegnare i contorni dell’attività della Federazione. Così FIR ha siglato accordi verticali con aziende fornitrici per sviluppare maggiore business in maniera intelligente. Due le parternership al momento attive: con FTS e Motul.
Siglate entrambe la scorsa primavera, la riunione è stata l’occasione per un primo check-up di questa attività: così, se Mariangela Viglino di FTS ha sottolineato come la collaborazione abbia portato a una importante crescita di volumi nei confronti delle aziende FIR e di come il ragionare in gruppo permetta di avere condizioni migliori, Motul si è concentrata sul concept Motul Evo, un progetto che, partendo dal lubrificante propone un percorso formativo sulla manutenzione del cambio automatico, per la rettifica che vuole trattare questo prodotto, ma anche per le officine clienti.
Ed è proprio sulla formazione che si sposta ancora una volta l’attenzione di Morini: “in Italia circa 200 officine hanno fatto il corso di Motul sui cambi automatici, ma in Italia ci sono oltre 40.000 officine che avranno bisogno di fornitori per questa attività, senza contare che, anche qualora un meccanico facesse un corso, su quanti cambi opererà in un anno? Sicuramente quello del cambio è un business delle rettifiche”.
Certificati per essere credibili
Oltre alle singole lavorazioni, Morini ha sottolineato anche la necessità di una qualificazione delle aziende rettificatrici: “il mercato sta cambiando, flotte e altri stakeholder stanno aumentando il loro peso nel mondo della riparazione, hanno le auto o le canalizzano dove vogliono, ma richiedono standard elevati e la certificazione dei processi. Chi l’ha fatta sa bene che, al di là del pezzo di carta, una certificazione può portare anche a un aumento della redditività, senza contare che, chi tra cinque anni non sarà ancora certificato avrà dei problemi”.
Per questo FIR ha scelto una azienda di certificazione, Cersa (accreditata presso Accredia) che ha sviluppato un percorso di certificazione pensato proprio per le aziende di rettifica.
Garanzie: un formato condiviso per evitare problemi
L’altro grande scoglio da risolvere per essere competitivi è quello delle garanzie.
Ad essere incaricato di trovare una soluzione a questo problema, sentito da tutti i presenti, è Giulio Rossi, perito meccanico che svolge un’importante attività di consulenza presso FIR. Per questo il tecnico ha presentato un format unico per tutte le aziende confederate, che si basa sull’esperienza di tutti i soci.
Uno strumento, un contratto, a disposizione di tutti, e pubblicato sul sito dell’associazione e costantemente aggiornato secondo gli ultimi obblighi di legge. Perché, sottolinea Morini “i nostri prodotti sono spesso installati sulle vetture da altri, e dobbiamo evitare equivoci sulle responsabilità in caso di guasti”.
Qualora poi le responsabilità fossero della rettifica, ecco che FIR propone anche una soluzione aggiuntiva. Grazie a un accordo con MG Garantie, la Federazione offre una polizza post-vendita per tutti i prodotti di rettifica.
Un successo “certificato”
A corollario della giornata anche un momento di confronto con i partecipanti, che hanno sottolineato come molte delle soluzioni proposte da FIR siano ciò che le aziende si aspettano (De Prisco di RDP), mentre Lando, di Dinamica Motor, sottolinea come “si torna a casa con buone prospettive”. Ma la certificazione del successo la dà Gabriele Tranchiam, dell’officina Sebeni, che proprio per questo rinnovato vigore è tornato in FIR dopo esserne uscito nel 2008.
Tags: rettifica