Sin dal 1972, UFI Filters si è sempre distinta nel mercato per capacità di innovare; un DNA che il suo fondatore Giorgio Girondi ha saputo trasmettere nel tempo e che rimane il maggiore fattore di successo dell’azienda nel mercato globale.
Una strategia sicuramente lungimirante, come ci spiega il CEO Rinaldo Facchini durante la Convention Aftermarket Italia (svoltasi dall’1 al 3 febbraio nella sede di Nogarole Rocca e poi all’Hotel Terme di Merano). Infatti, con 14 stabilimenti produttivi nel mondo, UFI è stata una delle prime aziende a investire in Cina, quando questa scelta era ancora fortemente criticata dal sentire comune. Una scelta che oggi, invece, si è trasformata in uno dei fattori chiave della crescita, visto che l’esplosione del circolante proprio in quel paese richiede una produzione crescente di filtri per quel mercato.
Stessa logica anche per i prossimi plant produttivi in Polonia, Cina, e Messico, che permetteranno a UFI di seguire i principali costruttori nei paesi di produzione.
Innovazione e tecnologia
Lo stabilimento di Nogarole Rocca, punto di partenza del successo di UFI Filters, è stato anche il posto scelto per aprire i lavori della tre giorni di convention. La visita al laboratorio e al reparto High Tech Division è stata l’occasione per i manager dell’azienda per parlare di tecnologia e innovazione.Sin dall’introduzione del common rail nel 1997, prima sulla Alfa Romeo 156 2,4 JTD e poi sulla Mercedes C220 CDI, la pulizia del carburante e soprattutto la separazione dall’acqua che comprometteva l’efficienza degli iniettori sono sempre stati temi caldi da parte dei costruttori auto. Così UFI, grazie all’utilizzo di tessuti sintetici di concezione e produzione propria, che permettono la separazione acqua-carburante (i DFM), hanno scalato la fiducia di tutti i principali costruttori auto e veicoli pesanti, determinando per l’azienda un successo da allora ininterrotto, grazie ai continui brevetti e soluzioni messi a punto per affrontare le sempre nuove sfide che l’introduzione di nuove tecnologie nel veicolo comportano.
Sempre più tecnologia, sempre più filtrazione
La tecnologia chiama la filtrazione in una equazione esponenziale; dal motore a scoppio all’elettrico e alle celle di idrogeno, vi è sempre una costante esigenza: avere aria pulita, carburanti puliti, lubrificanti efficienti. Filtrare senza far perdere prestazioni in termini di flusso nel tempo è una sfida complessa che non si improvvisa. Gli elementi di fluidodinamica in gioco sono molti, e non si può sottovalutare alcun aspetto della circolazione del raffreddamento, dell’aria, del lubrificante.L’esperienza nel mondo delle corse maturata in Formula 1 con Ferrari e con i principali team di Moto GP, permettono all’azienda di testare soluzioni estreme su motori estremi, in modo da anticipare soluzioni che potranno servire un giorno anche nel mondo della mobilità tradizionale.
Imperativo: inquinare meno
Le prossime scelte dei costruttori auto saranno determinate dall’esigenza di abbattere le emissioni di CO2 e di NOx nell’ambiente. La soluzione di questa esigenza non può che passare anche da una sempre maggiore purezza dei lubrificanti e dell’aria. I contaminati compromettono nel tempo l’efficienza dei motori, della trazione anche elettrica che, ricordiamo, ha una forte necessità di essere raffreddata, soprattutto nei suoi elementi di accumulazione di energia, le batterie.Crescere negli impianti OE per crescere in aftermaket
Gli investimenti continui in innovazione permettono a UFI Filters l’ingresso dalla porta principale dei più importanti costruttori di automobili al mondo. Così Luca Betti, direttore della Business Unit Aftermarket, spiega come l’azienda abbia potuto crescere e conquistare nuove forniture in primo equipaggiamento.Per l’azienda, ad esempio, è un segnale importante che sei su sette delle automobili prodotte in Germania abbiano almeno un filtro UFI montato in primo equipaggiamento.
Un’altra importante priorità per Betti è rendere disponibile l’articolo in aftermarket non appena il veicolo venga messo su strada; una contemporaneità che permette al mercato indipendente di competere con l’OES ad armi pari. Con i nuovi stabilimenti in Cina, Polonia e Brasile, l’azienda sarà sempre più in grado di dare servizio ai plant produttivi dei costruttori in quei mercati, e nel contempo di dare, attraverso nuove applicazioni, impulso al mercato della manutenzione postvendita. Grande attenzione anche al mercato della filtrazione dell’aria, che rappresenta un settore di sicuro sviluppo per l’azienda nel futuro.
Sempre più gamma in aftermarket
Con 2.849 codici di filtri (aria, olio, carburante), la gamma di UFI Filters si rafforza costantemente, crescendo dal 2016 ad oggi di più di 150 codici/anno. Come sottolineano Diego Buffoni, direttore marketing and sales Europa, e Flavia Tavella product marketing manager, questa crescita è la testimonianza concreta degli investimenti dell’azienda per il rafforzamento della gamma a disposizione dei propri clienti.La crescita dei codici per applicazione è eloquente e lo sono in modo particolare i 121 codici nuovi a catalogo per i filtri abitacolo negli ultimi tre anni, un segmento focus per la crescita del fatturato nel futuro. Anche il catalogo elettronico verrà arricchito con nuove fotografie 3D, in modo da poter migliorare l’esperienza di ricerca degli operatori su tutti i prodotti di marketing (catalogo cartaceo e elettronico, booklet).
Qualità dei prodotti, qualità nell’immagine
Irene Carraro, responsabile dei supporti di marketing, spiega il nuovo concept della visibilità della multinazionale, sempre meno “tascabile”, di Nogarole Rocca. Con un’immagine uguale in tutto il mondo, si vuole rafforzare la Brand Identity. Il pay-off “Chosen by the best” e il claim della nuova campagna pubblicitaria “Welcome to tomorrow”, faranno riconoscere il brand UFI a livello globale, uniformando la comunicazione e i supporti di marketing.“Lo sapevi che” è invece un supporto originale ed efficace per rappresentare in maniera sintetica i principali punti di forza dell’azienda. Sapere che otto su dieci scuderie di F1 usano i filtri UFI è, per esempio, una di quelle informazioni che immediatamente richiamano la qualità e l’innovazione in maniera più efficace di tante altre.
Anche nel 2018 UFI sarà “on the road”, con giornate tecniche dedicate ai meccanici, dove si potrà lavorare sulla nuova Alfa Romeo “Stelvio” e ricevere un certificato di partecipazione.
La comunicazione “Welcome to tomorrow”
Il 2018 per UFI sarà “Welcome to tomorrow”, un claim scelto per significare la propensione dell’azienda a pensare ai prodotti e al mercato del futuro. Che sia a propulsione termica o a batteria, la macchina del futuro avrà sempre più bisogno di filtrazione e UFI sarà sempre protagonista.È così che Ilenia Vicentini, Communication Specialist, spiega la campagna di comunicazione di quest’anno, con una copertura nazionale e internazionale sempre più forte. Far parlare dell’azienda in tutti gli strumenti di comunicazione rilevanti del mercato rafforza l’immagine di qualità dei prodotti UFI, trasferendo agli installatori e alla distribuzione gli argomenti necessari per una scelta consapevole e di valore.
Il buon lavoro porta buoni frutti
+ 260%: è la crescita del fatturato Aftermarket Italia di UFI Filters negli ultimi 15 anni. Valerio Livraghi, direttore vendite Italia, chiarisce che gli incrementi delle quote di mercato prese ad altri competitor sono stati possibili grazie alla migliore distribuzione possibile scelta per i marchi UFI e Sofima.È una crescita a tripla cifra difficilmente replicabile, dato l’ormai ragguardevole livello di penetrazione del marchio, ma che l’azienda comunque persegue grazie all’introduzione continua di nuovi codici e la crescita della gamma nel comparto Aria, sul quale ci sono importanti spazi da sottrarre alla concorrenza.
Un’altra analisi interessante è la penetrazione in Italia del marchio, che risulta performare meglio sui costruttori italiani al Sud e sui costruttori tedeschi nel Nord Italia. Una difformità sulla quale sarà possibile, una volta declinato il dato regionalmente, capire assieme al proprio partner distributivo gli eventuali spazi di crescita.
Attenzione ai fake
Quando un marchio diventa importante? Quando iniziano a falsificarlo. L’azienda coglie l’occasione dell’evento per allertare nuovamente i riparatori della presenza sul mercato anche italiano di copie contraffatte dei prodotti a marchio UFI. Sono copie ben confezionate esteticamente, spiega Luca Betti, ma a parte l’estetica esteriore, il contenuto è decisamente scadente.Agli importanti sforzi dell’azienda volti a inibire i falsificatori direttamente nei paesi di produzione (soprattutto Cina), si affiancano le raccomandazioni a tutti i professionisti della riparazione di rivolgersi sempre alle fonti ufficiali UFI di distribuzione.
Ricordiamo che un prodotto contraffatto, oltre a non garantire alcuna durata nel tempo, rischia di procurare danni alle parti più delicate e costose del motore, con conseguenze disastrose sia dal punto di vista meccanico sia economico per l’officina che dovesse farne uso. Nel dubbio, sempre meglio privilegiare i prodotti di qualità attraverso le fonti ufficiali.