Siamo stati alla convention di Bergamaschi, uno dei maggiori distributori di ricambi per moto e scooter in Italia, un settore complesso cui si stanno affacciando in molti.
Bergamaschi è una delle poche realtà italiane che ci riesce e, complice un piccolo rimbalzo del mercato (che dopo anni di depressione nella vendita del nuovo sembra iniziare a rialzare la testa) è pronto ad affrontare nuove sfide per rimanere un protagonista di questo settore.
Ma cosa succede nel mondo dei ricambi e delle officine per le due ruote? Molto poco e molto allo stesso tempo.
Come funziona il mercato del service moto
Da sempre questo mercato è ben diviso tra assistenza originale e assistenza indipendente, con i primi che si dividono la fetta delle moto più nuove e costose (e una larga parte di affezionati al brand, specie per quelli premium) e i secondi che si occupano prevalentemente degli scooter (in molte città accumunati alle vetture per la propria funzione di mezzi di spostamento) e il mercato delle moto datate. Senza dimenticare che il mondo delle motociclette vive anche di una larga parte di fai da te.I problemi per il mondo moto sono quindi differenti da quelli dell’auto e complessi: da una parte, infatti, il mondo del fai da te, è sempre più aggredito dal canale dell’online, dall’altra alcuni grandi player del mondo dell’auto hanno iniziato a interessarsi, nel nostro paese al mondo delle due ruote (prima in ordine di tempo Rhiag con l’acquisto del distributore Motorparts).
Nasce il network BProgram
A fronte di questa situazione, Bergamaschi inizia a pensare di emulare ciò che è oramai prassi nel mondo automotive: creare un network a valle del distributore in grado di essere riconoscibile dal motociclista.Il progetto ideato da Bergamaschi si chiama BProgram e a un anno dal suo lancio può contare diversi ricambisti sul territorio nazionale aderenti al network, che stanno iniziando a targare anche le officine.
Sono infatti le officine il vero cuore pulsante del progetto. Negli ultimi anni, infatti, il numero di concessionari e officine autorizzate si è drasticamente ridotto, con una tendenza che secondo Bergamaschi non è destinata a cambiare nel breve. Questo scenario crea quindi un vuoto di assistenza per il service delle moto nuove e, al momento, non esistono altri brand conosciuti oltre a quello del produttore.
Bergamaschi, insomma, punta a creare il primo network di riparazione moto indipendente.
BProgram: da dove si comincia?
Arrivando dopo anni di sperimentazione del mondo automotive, il programma messo a punto da Bergamaschi punta su molte leve note: dalla fidelizzazione dei clienti attraverso un programma loyalty con premi sul fatturato fino a una serie di convenzioni con diverse società di servizi, passando per gli incentive e gli strumenti di marketing e visibilità a favore di tutta la rete.Eppure, per chi pensasse che sia semplice approcciare questo settore, ci sono da considerare alcuni aspetti su cui anche il distributore milanese pone la sua attenzione: in primo luogo il mondo del motociclo manca completamente di alcune caratteristiche che oramai vengono date per assodate nel mondo automotive, a partire dalle banche dati ricambi.
Risalire al corretto modello e quindi al ricambio alternativo necessario è un’impresa da pochi.
In generale, poi, la cultura media del riparatore moto indipendente è molto indietro rispetto a temi orami fondamentali come l’elettronica di bordo e i sistemi di sicurezza, senza contare che, a differenza del prodotto auto, le moto sono spesso realizzate in maniera semiartigianale, per cui non sempre gli strumenti di autodiagnosi (che comunque hanno iniziato a coprire anche questo settore) sono affidabili.
Si tratta di un mondo complesso, dunque, ma di sicuro interesse date le potenzialità del mercato. Un mondo che Bergamaschi conosce bene e per questo ha deciso di lanciare questa sfida e puntare a un nuovo modo di approcciare il settore, arrivando a coinvolgere in maniera diretta i professionisti della riparazione moto.
Bergamaschi: dal 1919 a oggi
La storia di Bergamaschi inizia nel 1919, quando il signor Enrico decide di lanciarsi in una attività imprenditoriale: la produzione di bobine e magneti per l’industria.Nel 1927, il figlio Bruno decide di aprire un negozio dove si vendono anche ricambi per le moto.
Nel 1952 entra in azienda il nipoti, oggi presidente dell’azienda, Enrico Bergamaschi. Appassionato di moto, tanto da iniziare anche a frequentare il mondo delle corse.
Negli anni 60 Enrico si dedica completamente all’azienda, che sigla due importanti accordi commerciale che saranno alla base della futura crescita: la distribuzione nazionale del catalogo CEV – Costruzioni Elettromeccaniche Venegonesi (il maggior produttori di ricambi d’Europa) e la commercializzazione esclusiva delle candele NGK, all’epoca ancora poco conosciute, tanto che si può dire che Bergamaschi è stato il primo importatore in Europa del brand.
Tra la fine degli anni 60 e la metà degli anni 70, con l’arrivo dei primi ricambi asiatici, Bergamaschi decide di chiudere definitivamente la parte produttiva e dedicarsi solo alla distribuzione.
Da quel momento in poi, l’ascesa di Bergamaschi sarà inarrestabile.
Nel 1994 fa il suo ingresso in azienda Bruno, figlio di Enrico, che negli anni ricoprirà diversi incarichi e oggi è l’amministratore delegato della Bergamaschi e Figli.
L’azienda oggi propone un programma di ricambi e accessori che conta circa 23.000 codici ed è presente in modo capillare su tutto il territorio italiano e distribuisce i suoi prodotti anche in Europa; conta circa 2.200 clienti attivi e gestisce 40.000 spedizioni annuali.
Dispone di circa 4.500 metri quadrati di magazzini coperti, 9.200 posti pallets, oltre che di tre poli logistici in outsourcing per stoccaggi voluminosi.
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