Si chiama OBD2, acronimo di on-board diagnostics, ed è il sistema di autodiagnosi dell’auto, ecco come funziona.
Da quando l’elettronica è presente in maniera massiccia sulle auto, la semplice diagnosi fatta dall’autoriparatore non basta più. Oggi le auto sono tutte (chi più chi meno) in grado di autodiagnosticare i propri problemi di funzionamento e lo fa tramite l’OBD.
Il sistema ovviamente non è perfetto e, anche se uno strumento può dare un codice errore, capire da cosa sia creato l’errore è un altro paio di maniche.
Per capire meglio cosa c’è dietro a questo sistema approfondiamo l’argomento e cerchiamo di rispondere a una domanda: che cosa è esattamente l’OBD (on-board diagnostics)?
Come funziona l’OBD2?
Ogni auto ha differenti centraline che governano i diversi sistemi con i quali è equipaggiato il veicolo.
In particolare, ad essere chiamata in causa è l’ECU (engine control unit, cioè la centralina motore, detta anche ECM engine control module) o in alternativa la PCM (powertrain control module), che monitorano costantemente il motore per capire se ci sono cause che possono interferire sul livello di emissioni.
Se l’ECM o la PCM trovano un parametro fuori norma, che può causare un problema al motore, attivano la luce del cruscotto (chiamata MIL o malfunction indicator light) che generalmente altri non è che un pittogramma del motore o la scritta check engine (o check e basta); in ogni caso questa spia indica che bisogna fermarsi.
Dall’errore alla diagnosi
Ovviamente il sistema non si ferma qui, l’ECM o la PCM, infatti, salvano il codice errore che ha generato il problema (si chiama DTC o diagnostic trouble code) in memoria.
Il vantaggio di questo sistema è che gli errori vengono salvati e per l’autoriparatore è possibile, proprio tramite il protocollo OBD, leggerli. A quel punto il meccanico può procedere con la diagnosi vera e propria.
Il protocollo OBD2, in aggiunta al precedente OBD, prevede che a comunicare e salvare gli errori non siano solo le centraline del motore e della trasmissione (cioè quelle che impattano sull’ambiente, motivo per cui è nata la necessità di questo tipo di “autocontrollo”), ma anche le centraline accessorie e quelle legate alla sicurezza.