Sulla base di inchieste mensili condotte su campioni rappresentativi di officine di autoriparazione, infatti, la maggioranza degli autoriparatori (70%) dichiara che l’attività si è mantenuta su livelli normali, ma coloro che segnalano un alto livello di attività sono di più di coloro che segnalano un basso livello di attività (17% contro 13%).
Secondo l’Osservatorio Autopromotec, il dato positivo sull’attività di officina registrato in maggio può essere letto come un segnale di fiducia per il settore dell’autoriparazione, specialmente se inquadrato all’interno di un incerto quadro economico, caratterizzato in questi ultimi mesi da una preoccupante situazione di stagnazione.
Il dato di maggio, tra l’altro, presenta anche un netto miglioramento rispetto al mese di aprile, mese in cui gli autoriparatori avevano giudicato basso il volume delle attività di officina per il 27% dei casi, contro appena l’8% di chi riteneva vi fosse stato un aumento. Ma in aprile sulle valutazioni degli autoriparatori avevano certamente influito le particolarità del calendario del mese. Le festività pasquali e le numerosissime possibilità di “ponti” avevano infatti ripetutamente interrotto il ritmo delle attività produttive e tra queste anche il livello di attività delle officine di autoriparazione.
Interpellati sulle previsioni a 3/4 mesi, gli autoriparatori a maggio esprimono giudizi improntati prevalentemente alla stabilità del livello di attività di officina (69%). Tra gli altri prevalgono ancora una volta i giudizi di coloro che si aspettano un aumento del volume di attività (17%) rispetto a chi ritiene che vi possa essere un calo (14%).
Il Barometro sul sentiment dell’assistenza auto ha analizzato poi anche la situazione per quanto riguarda i prezzi praticati dalle officine di autoriparazione. Nel mese di maggio, sempre secondo i giudizi degli autoriparatori, la maggioranza degli interpellati (86%) indica una situazione di normalità dei prezzi di officina, mentre le indicazioni di diminuzione (9%) superano di poco quelle di aumento (5%). Anche per le previsioni a 3/4 mesi vi è una prevalenza di giudizi tra coloro che si attendono un basso livello dei prezzi (8%) rispetto a coloro che ritengono vi possa essere un aumento (3%), in un contesto che è comunque prevalentemente orientato a giudizi di stabilità (89%).