Siamo stati nel centro di formazione di Hella Gutmann per testare il nuovo CSC-Tool SE.
Cosa può esserci di nuovo in uno strumento che di fatto è semplicemente un bersaglio passivo dei sensori dell’auto e che ha la sola caratteristica di compromettere tutta la misurazione se non posizionato correttamente? Poco verrebbe da dire, ed effettivamente il nuovo CSC-Tool SE di Hella non è molto differente dal vecchio, almeno esteticamente.Ma se ci si sofferma a osservare con maggiore attenzione e soprattutto si ha la possibilità di farsi spiegare le novità da Stefano Vitelli, garage equipment technical coordinator di Hella Gutmnn Solutions, allora il discorso è differente.
Piccoli dettagli che fanno risparmiare tempo
Per comprendere come è nato questo nuovo tool, infatti, bisogna tenere a mente una cosa fondamentale: il modo migliore per capire cosa può essere ottimizzato è ascoltare le problematiche di chi, gli strumenti, li utilizza. E proprio dall’analisi degli utilizzatori, dalle manovre che eseguono e da quali problematiche incontrano che è nato il nuovo il CSC-Tool SE.
Chi ha la fortuna (o sfortuna a seconda dei casi) di effettuare delle calibrazioni, sa, infatti, quanto tempo è necessario impiegare per effettuare il “set up” della calibrazione.
Il rispetto delle distanze corrette, l’allineamento dei pannelli perfettamente ortogonale all’asse di spinta dell’auto, così come la regolazione delle altezze, rendono questo intervento un lavoro laborioso, che richiede molta precisione. Ci si muove continuamente dalle ruote della vettura ai bersagli, alzandosi e accovacciandosi più volte.
E allora ecco che alcune soluzioni che possono sembrare banali sono in grado di ridurre drasticamente il tempo dedicato a queste operazioni.
L’esempio migliore è rappresentato dai laser a traccia lineare che sono stati installati sui supporti ruota al posto dei vecchi laser puntuali. Il vecchio sistema, infatti, obbligava l’autoriparatore a controllare sul bersaglio l’allineamento, per poi tornare sulla ruota e controllare il ritorno del laser sulla scala graduata del supporto, dopo aver spostato il puntamento dalla scala graduata allo specchio.
Oggi, invece, una volta acceso il laser, non è più necessario spostare il fascio del raggio, perché già copre contemporaneamente la scala graduata e lo specchio presenti sulla barra orizzontale del CSC-Tool (foto 1).
Una soluzione particolarmente utile anche per l’allineamento del kit di calibrazione radar e telecamere posteriori che vedremo in seguito, dove le due guide devono essere perfettamente centrate e parallele all’asse delle ruote posteriori (foto 2).
Le migliorie basate sull’esperienza sono molte: il nuovo CSC-Tool, infatti, è equipaggiato con ruote più grandi, che ne rendono più fluido il posizionamento; gli specchi sono integrati nella barra orizzontale e la scala graduata è sempre visibile (nella versione precedente era necessario aprire degli sportelli); la scala graduata per regolare l’altezza della barra orizzontale unitamente ai nuovi supporti, permettono a una sola persona di poter effettuare tale regolazione, con un evidente risparmio di tempo e persone.
Radar e lidar per una calibrazione all-around
Ma il nuovo strumento porta con sé anche delle novità oggettive di prodotto. Se infatti già con la precedente versione di CSC-Tool era possibile calibrare anche i radar frontali oltre alle telecamere, la nuova versione SE amplia il campo di utilizzo.
Grazie al un nuovo Radar Kit I EVO è stato riprogettato completamente il sistema di fissaggio e oggi è possibile regolare agevolmente l’altezza del bersaglio, in modo che sia possibile calibrare radar e lidar anche di vetture particolari.
Ad esempio, in molti SUV il radar è posizionato in alto oppure su auto supersportive è posizionato molto in basso e spesso i sistemi tradizionali non permettono un’estensione tale da coprire il fascio del radar (per le supersportive è stato addirittura ricavato un incavo nei supporti per permettere il posizionamento della piastra angolare praticamente radente al suolo).
Il nuovo sistema, invece, può essere spostato in altezza con estrema semplicità, così come essere inclinato per simulare le azioni di frenata e accelerazione.
Il Radar Kit I EVO consente inoltre l’installazione del nuovo pannello di riferimento per la calibrazione di sensori laser (lidar). Tale pannello, che copre l’intera larghezza del veicolo, rende possibile la calibrazione dei lidar montati sui più recenti modelli Audi.
Altri due kit permettono invece la calibrazione dei sensori posteriori: uno dedicato ai modelli radar che vanno calibrati attivamente e uno su quelli che hanno bisogno di bersagli passivi. Rispettivamente Radar Kit III e Radar Reflector CSC 4-06
Calibrazione, quanta energia mi costi? Uno dei dettagli più trascurati durante le operazioni moderne è sicuramente il consumo di energia. Durante la prova che abbiamo effettuato l’auto è stata costantemente alimentata da un mantenitore di carica, ma perché è importante? Per capirlo proviamo a fornire qualche numero. Su un’auto moderna il numero delle centraline presenti è oramai quasi sempre un numero a doppia cifra. Sistemi elettronici che, come un normale computer o il nostro smartphone, vanno in standby quando non sono utilizzati, ma che assorbono energia una volta che vengono “risvegliati”, e non stiamo parlando di qualche Ampere. Per fare un esempio sulla VW Passat da noi esaminata la sola apertura di una porta comporta un assorbimento di quasi 50 Ampere (60W a 12 Volt) e se si accende il quadro strumenti facilmente si arriva a 100 Ampere. Anche durante la calibrazione, nel cui processo vengono attivate telecamera, radar e lidar l’assorbimento diventa ingente, al punto che, se non si ha una batteria nuova o ben performante il rischio è che la tensione non basti a far ripartire l’auto alla fine del procedimento. Per questa ragione il mantenitore di carica sarà sempre più un attrezzo obbligatorio per le officine, non solo per la calibrazione ma sempre più anche per una semplice autodiagnosi. |
Nella foto: Stefano Vitelli, garage equipment technical coordinator di Hella Gutmann Solutions.