News | 07 March 2022 | Autore: redazione

Data Act: la proposta europea per l’accesso e la gestione dei dati

La Commissione europea propone nuove regole per gestire l’uso e l’accesso di tutti i dati generati in Europa.


Il 23 febbraio scorso la Commissione ha proposto nuove regole sull’accesso e utilizzo dei dati generati in Europa: nasce così il cosiddetto Data Act, che traccia la strategia in materia di dati della Commissione europea e svolgerà un ruolo chiave nella trasformazione digitale, in linea con gli obiettivi fissati per il 2030.

Il nuovo documento fa seguito a un’iniziativa partita a febbraio 2020 per regolamentare la strategia europea sulla gestione dei dati, che mira a rendere l'UE un leader nella nostra società basata sui dati. A questa ha fatto seguito il Data Governance Act presentato a novembre del 2020 e approvato dai legislatori l’anno successivo, che serviva a creare i processi e le strutture per facilitare la condivisione dei dati da parte di aziende, privati e settore pubblico. Il Data Act appena redatto, invece, punta a chiarire chi può creare valore dai dati e sotto quali condizioni.

Per capire meglio di cosa stiamo parlando è bene definire un ambito: la Commissione sta cercando di delimitare il perimetro delle informazioni che dovrebbero essere disponibili sul mercato per facilitare la creazione di nuovi servizi a prezzi sempre più competitivi per tutti i servizi dedicati all’aftermarket e la riparazione di oggetti connessi.
Il Data Act, in sintesi, si propone di garantire le pari opportunità nell'ambiente digitale, stimolare un mercato dei dati competitivo, aprire un’opportunità di innovazione basata sui dati e rendere i dati più accessibili a tutti.
 
Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo per il progetto “un’Europa pronta per l’era digitale” ha affermato che l’Europa “vuole dare ai consumatori e alle aziende ancora più controllo riguardo a cosa può essere fatto con i propri dati, chiarendo chi può avere accesso ai dati e in che termini. Questa è la chiave di quei principi digitali che contribuiranno a creare una solida ed equa economia basata sui dati e di guidare anche la trasformazione digitale entro li 2030".
 
Thierry Breton, commissario per il mercato interno, ha aggiunto: “Quello di oggi è un passo importante per sbloccare una grande quantità di dati industriali in Europa, a vantaggio delle imprese, dei consumatori, dei servizi pubblici e della società nel suo insieme. Finora viene utilizzata solo una piccola parte dei dati industriali e il potenziale di crescita e innovazione è enorme. Il Data Act garantirà che i dati industriali siano condivisi, archiviati ed elaborati nel pieno rispetto delle norme europee. Costituirà la pietra angolare di un'economia digitale europea forte, innovativa e sovrana”.
 
I dati sono un bene “non rivale” (cioè pubblico), allo stesso modo dei lampioni o di una vista panoramica: molte persone possono accedervi contemporaneamente e possono essere goduti più e più volte senza intaccare la loro qualità o correre il rischio che l'offerta venga esaurita. Il volume dei dati è in continua crescita, dai 33 zettabyte generati nel 2018 ai 175 zettabyte previsti nel 2025. È un potenziale non sfruttato, l'80% dei dati industriali non viene mai utilizzato. Il Data Act affronta le questioni legali, economiche e tecniche che portano a un sottoutilizzo dei dati. Le nuove regole renderanno disponibili più dati per il riutilizzo e si prevede creeranno 270 miliardi di euro di PIL in più entro il 2028.
 
La proposta di Data Act comprende:

*) Misure per consentire agli utenti di dispositivi connessi di accedere ai dati da essi generati, che spesso vengono raccolti esclusivamente dai produttori; e di condividere tali dati con terze parti per fornirli al settore aftermarket o per implementare altri servizi innovativi basati sui dati. Include incentivi per i produttori affinché continuino a investire nella generazione di dati di alta qualità, coprendo i costi relativi al trasferimento dei dati ed escludendo l'uso di dati condivisi in concorrenza diretta con il loro prodotto.

*) Misure per riequilibrare il potere negoziale per le PMI prevenendo l'abuso degli squilibri contrattuali nei contratti di condivisione dei dati. Il Data Act li proteggerà da clausole contrattuali inique imposte dalla parte che ha una posizione contrattuale significativamente più forte. La Commissione svilupperà anche condizioni contrattuali standardizzate per aiutare tali società a redigere e negoziare contratti di condivisione dei dati equi.

*) Strumenti per gli enti del settore pubblico per accedere e utilizzare i dati detenuti dal settore privato che sono necessari in circostanze eccezionali, in particolare in caso di situazioni di emergenze pubbliche, come inondazioni e incendi, o per attuare un mandato legale se i dati non sono altrimenti disponibili. Le informazioni dettagliate sui dati sono necessarie per rispondere in modo rapido e sicuro, riducendo al minimo l'onere per le aziende.

*) Nuove regole che consentono effettivamente ai clienti di passare in modo efficace tra diversi fornitori di servizi di elaborazione dati in cloud e di mettere in atto misure di salvaguardia contro il trasferimento illegale di dati.

Inoltre, il Data Act rivede alcuni aspetti della Direttiva sui database, creata negli anni 90 per proteggere gli investimenti nella presentazione strutturata dei dati. In particolare, chiarisce che i database contenenti dati generati da dispositivi e oggetti Internet-of-Things (IoT) non dovrebbero essere soggetti a una protezione legale separata. Ciò garantirà che sia possibile accedervi e utilizzarli.
I consumatori e le aziende potranno accedere ai dati del proprio dispositivo e utilizzarli per servizi aftermarket e a valore aggiunto, come la manutenzione predittiva. Avendo maggiori informazioni a disposizione, consumatori e utenti come agricoltori, compagnie aeree o imprese di costruzione saranno in grado di prendere decisioni migliori come ad esempio acquistare prodotti e servizi di qualità superiore o più sostenibili, contribuendo agli obiettivi del Green Deal.
 
Gli operatori economici e industriali avranno a disposizione più dati e trarranno vantaggio da un mercato dei dati competitivo. I fornitori di servizi aftermarket saranno in grado di offrire servizi più personalizzati e competere su un piano di parità con servizi comparabili offerti dai produttori, mentre i dati potranno essere combinati per sviluppare anche servizi digitali completamente nuovi.
 
A sostegno della strategia europea per i dati, la Commissione ha anche pubblicato una panoramica sugli spazi di stoccaggio dei dati europei che si stanno sviluppando in vari settori e domini.

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