Il Parlamento Europeo ha dato il suo primo “sì”, ma l’iter non è terminato: ecco le riflessioni di A.D.I.R.A..
A.D.I.R.A., l'Associazione Distributori Indipendenti Ricambi Autoveicoli, ha diffuso oggi (10 giugno 2022 n.d.r.) un comunicato stampa ufficiale attraverso il quale commenta la decisione presa dal Parlamento Europeo lo scorso 8 giugno.
Questo mercoledì, infatti, a Strasburgo c’è stato il primo via libera del tanto discusso pacchetto “Fit for 55”, che punta a un blocco delle vendite delle auto termiche nell’UE entro il 2035. È doveroso precisare, però, che l’iter non è terminato e che la proposta approvata dal Parlamento Europeo deve ora iniziare il suo vero e proprio iter all’interno delle procedure legislative europee.
Ricordiamo che il Fit for 55 è il piano dell’UE per una transizione verde che ha l’obiettivo di tagliare le emissioni del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica per metà secolo.
L’Associazione guidata da Piergiorgio Beccari, A.D.I.R.A., il cui ruolo è quello di rappresentare e difendere gli interessi della categoria dei distributori indipendenti presso le istituzioni Italiane ed Europee, scende perciò in campo, promettendo che l’impegno di A.D.I.R.A. sarà quello di partecipare al processo decisionale in atto e di far sentire la propria voce.
Vediamo, dunque, qual è la posizione dell’associazione in merito a questa tematica: pubblichiamo qui di seguito il testo completo del comunicato stampa redatto da A.D.I.R.A..
Il Parlamento Europeo conferma l’interruzione della commercializzazione di veicoli a motore endotermico dal 2035
“Come comunicato da tutti i media, il Parlamento Europeo, approvando a maggioranza una specifica proposta della Commissione nel quadro della riduzione delle emissioni inquinanti, ha deciso che - nel 2035 - tutte le auto nuove saranno elettriche.
Di conseguenza, quelle a benzina, diesel, metano e perfino le ibride usciranno di produzione e verranno relegate al mercato dell'usato.
“È sicuramente una presa di posizione importante – afferma Piergiorgio Beccari, Presidente A.D.I.R.A. - ma che in ogni caso, almeno in questo momento, deve prestarsi a spunti di riflessione obiettivi e calibrati”.
Preliminarmente, la scelta del Parlamento Europeo conferma quanto A.D.I.R.A. ha sempre sostenuto tutte le volte in cui è intervenuta sull’argomento.
E cioè che il Green Deal (annunciato dalla presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen al momento del suo insediamento) è un cammino tracciato per portare l’Europa verso il futuro e dal quale – al momento – non si torna indietro.
Il segnale ricevuto è forte e chiaro nonostante qualche “spiffero di corridoio” di senso contrario (fino ad oggi privo di riscontro).
Di conseguenza, tutti – non solo chi direttamente coinvolto nel mondo automotive – farebbero bene a prendere reale coscienza dell’orientamento della UE.
Ancora, è errato – oggi come oggi – gridare ad una rivoluzione già conclusa e definita.
Infatti, la proposta approvata dal Parlamento Europeo deve ora iniziare il suo vero e proprio iter all’interno delle procedure legislative europee.
Da un lato, la stessa proposta andrà all’esame dei singoli governi degli Stati membri e in tale sede sicuramente emergeranno le consapevolezze già più volte dichiarate dai politici nazionali (e non) circa le difficoltà produttive, logistiche ed economiche conseguenti ad una decisione così profonda.
Dall’altro, si aprirà la concertazione tra Consiglio, Commissione e Parlamento (ossia i tre organi preposti alla formazione delle norme europee) che potrebbe anche apportare modifiche profonde.
Detto questo, è indiscutibile che la transizione all’elettrico (almeno così come fino ad ora disegnata) ponga problemi enormi da risolvere.
Dalle questioni strutturali (si pensi ad esempio alla produzione delle batterie elettriche oggi quasi del tutto concentrata in Asia) a quelle occupazionali (alto è il rischio di perdita di molti posti di lavoro nell’industria dell’auto) passando da quelle più propriamente commerciali (il mercato delle auto elettriche oggi è appannaggio di una minoranza di consumatori “alto spendenti”) fino a quelle di natura ambientale (oggi come oggi, dove le auto contribuiscono al 12% delle emissioni nocive, rinunciare alla benzina in favore di energia elettrica prodotta bruciando carbone, come ancora succede, non sembrerebbe la scelta migliore dal punto di vista ambientale).
Ad ogni modo – e come sempre in questi frangenti – sono i poteri pubblici quelli preposti a gestire le varie questioni.
E dovranno farlo con il tempismo necessario affinché il cambiamento non colga impreparati.
In altre parole, ogni Stato membro dell’Unione dovrà muoversi per fare in modo che la “svolta verde” possa in effetti rappresentare un’occasione da sfruttare e non una situazione di rammarico e rimpianto per ciò che è stato perso.
“Per quanto riguarda l’attività di A.D.I.R.A. – afferma ancora l’Avv. Beccari - queste brevi riflessioni chiariscono come, una volta di più, sarà fondamentale partecipare al processo decisionale in atto (ovviamente tanto a livello nazionale che comunitario) per fare in modo che la distribuzione di ricambi indipendente, e più in generale tutto l’automotive aftermarket indipendente, possa avanzare le proprie istanze ed avere in ogni momento le idee chiare e gli strumenti necessari per muoversi all’interno di questa fase di transizione in maniera proattiva”.
Ad avviso dell’associazione, come sempre affermato, la definizione di quale sia l’interesse della categoria sul tema (al pari degli altri grandi tavoli di discussione oggi aperti) non può passare dal rifiuto del cambiamento ma da una definizione possibilmente condivisa di come il cambiamento – inevitabile – dovrà e potrà essere gestito per assicurare sempre la competitività dei nostri operatori.
L’impegno di A.D.I.R.A. – anche in questo caso – sarà quello di dare ai propri associati ogni strumento utile per affrontare con il giusto tempismo l’adeguamento alla nuova realtà”.
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