Accesso alle informazioni tecniche dei veicoli: la Corte di Giustizia Europea scende in campo a favore dell’aftermarket indipendente.
La questione dell’accessibilità ai dati riguarda trasversalmente tutto il mondo della riparazione indipendente; tanto che le diverse associazioni di categoria, nazionali e internazionali, hanno preso parte ai tavoli di discussione creati ad hoc dalle istituzioni.
Nello specifico il riferimento è oggi alle battaglie portate avanti dai professionisti del settore e dagli enti di riferimento (per l’Italia citiamo A.D.I.R.A.) che accolgono con soddisfazione quanto la corte di giustizia europea ha sentenziato lo scorso ottobre in materia di accesso alle informazioni tecniche di riparazione.
Il contesto è quello più volte segnalato dal mondo della riparazione indipendente che lamenta una crescente difficoltà nell’accedere ai dati tecnici sui veicoli a causa degli ostacoli creati dalle case auto.
Ricordiamo ad esempio la causa intentata in Germania da ATU e Carglass contro FCA per l’eccessivo aumento dei costi per accedere alle informazioni protette dal cosiddetto “Secure Gateway” della casa auto. Un aumento tale da non permettere la libera concorrenza fra mercato indipendente e servizio post-vendita del costruttore auto (per leggere la notizia clicca qui).
Sulla stessa linea anche l’azione intrapresa da ADPA (Automotive Data Publisher Association) a più riprese negli scorsi anni e che oggi ha trovato ascolto presso la Corte di Giustizia.
Il riferimento è alla a causa avviata da ADPA, a cui si è unita GVA (Gesamtverband Autoteile-Handel e.V), l’associazione tedesca dei distributori di ricambi, poiché alcuni produttori di veicoli hanno aumentato drasticamente negli ultimi anni le tariffe che addebitano agli editori di dati indipendenti come ADPA per poter accedere al loro database contenente informazioni cruciali su riparazione e manutenzione.
La normativa che regola la questione è il regolamento europeo sull'omologazione 2018/858, e in particolare gli articoli 61 e 63.
La corte europea si è dunque espressa a favore di un contenimento delle tariffe applicabili dalle case auto per garantire la libera concorrenza fra le parti (riparazione ufficiale di casa auto e indipendente).
Come dichiarato da ADPA nel comunicato stampa del 27 ottobre scorso “si prevede che questa importante decisione avrà un impatto ampio e positivo sul più vasto mercato indipendente dell'aftermarket automotive, consentendogli in definitiva di proporre ai consumatori soluzioni più innovative, più convenienti e, tutto sommato, più competitive”.
“Questa decisione, riconoscendo il loro ruolo specifico nell'ecosistema automobilistico, consentirà agli editori di dati di beneficiare di una maggiore certezza del diritto e dovrebbe aiutarli a continuare a offrire soluzioni indipendenti, multimarca e convenienti alle officine di tutta l'Unione Europea. Il legislatore dell'UE potrebbe prendere in considerazione alcuni chiarimenti aggiuntivi, ma questo è già un passo cruciale nella giusta direzione per una concorrenza leale nella fornitura di servizi di aftermarket automobilistico”.
In particolare le questioni poste da ADPA riguardavano diversi punti che proviamo a riassumere qui di seguito.
1) L'ambito di applicazione del regolamento di omologazione 2018/858. La Corte ha dunque stabilito una volta per tutte che le disposizioni sull'accesso alle informazioni di riparazione e manutenzione si applicano anche ai veicoli che sono stati omologati per la prima volta prima del 1 settembre 2020.
2) Il costo delle informazioni. La Corte sancisce che gli operatori indipendenti, compresi gli editori di dati, non necessitano di una licenza separata per l'uso effettivo delle informazioni sulla riparazione e la manutenzione ottenute dai database dei produttori di veicoli nei propri prodotti. Inoltre, le tariffe devono essere basate su un sistema tariffario generale e devono tenere conto solo del tempo o della durata dell'accesso, o del volume o del numero di transazioni.
3) In merito al sistema tariffario applicabile, poi, se da un lato si stabilisce che possono esserci canoni diversi in base alla tipologia di informazioni richieste, dall’altro però non vengono date indicazioni specifiche a riguardo, parlando di un generico “costo ragionevole e proporzionale”. Su questa questione ADPA spera che la Corte vorrà tornare con maggiori dettagli e linee guida.
Pierre Thibaudat, direttore generale di ADPA, ha così commentato: “Si tratta di un passo importante contro le attuali tendenze alla monopolizzazione da parte dei produttori di veicoli dei servizi aftermarket e contro i tentativi di tenere prigionieri i consumatori una volta acquistato un veicolo. È un ottimo esempio di come l'Unione Europea protegga con successo sia i consumatori che la concorrenza".
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