News | 14 June 2024 | Autore: redazione

​UE VS Cina: è scontro sulle auto elettriche

Dopo gli Stati Uniti, anche la Commissione Europea intende battere cassa e imporre nuovi dazi sui veicoli elettrici cinesi per “sussidi sleali”; l’Italia accoglie con soddisfazione questa decisione.


Aumentano i dazi dell’Unione Europea sulle importazioni di auto elettriche cinesi: mercoledì 12 giugno, infatti, la Commissione Europea ha annunciato l'intenzione di imporre, a partire dal 4 luglio, dazi fino al 38,1% sui veicoli elettrici importati dalla Cina, che di fatto è il paese più coinvolto nello sviluppo di veicoli BEV.

Nello specifico questa decisione è basata sulla conclusione che i produttori cinesi, oltre a distorcere la concorrenza, beneficiano di sussidi statali, che conferiscono loro un vantaggio "sleale" nei confronti dei produttori occidentali.

Questa decisione segue quella degli Stati Uniti, che lo scorso mese hanno deciso di alzare i dazi del 100% sui veicoli elettrici cinesi, perché la Casa Bianca e Joe Biden vogliono evitare che la Cina inondi il loro mercato, rendendo impossibile ai produttori di auto americani di competere in modo equo. Anche Bruxelles, dunque, che vuole tutelare la produzione europea e le sue imprese, punta il dito contro la Terra del Dragone, che anche in questo caso ha già replicato di essere pronta a difendersi, adottando delle contromisure (nonostante già da tempo la Cina imponga dazi e balzelli burocratici verso le importazioni dall’estero e in particolare da Europa e Stati Uniti).

La Commissione Europea indaga

È bene ricordare che la Commissione Europea lo scorso 13 settembre aveva annunciato l’apertura di una indagine anti-sussidi sulle importazioni di auto elettriche cinesi. L’inchiesta, stando a quanto si legge da un comunicato ufficiale pubblicato dalla Commissione, è ancora in corso, ma le ricerche starebbero dimostrando l’effettiva esistenza di un grosso danno per le imprese del Vecchio Continente a causa della concorrenza sleale.

Bruxelles dice però di aver avviato un dialogo con le autorità cinesi per discutere di questi risultati e cercare possibili soluzioni compatibili con le norme dell'Organizzazione Mondiale del Commercio.
Se con questo dialogo le parti non dovessero trovare una soluzione dal 4 luglio scatteranno i dazi per le importazioni di auto cinesi.

Stando a quanto annunciato dalla Commissione Europea, però, i nuovi dazi, che si aggiungeranno a quelli già esistenti del 10%, varieranno a seconda dei produttori. I principali costruttori colpiti dai dazi secondo lo schema della Commissione sarebbero al momento tre, BYD, Geely e SAIC, che vedrebbero aumentare quindi la propria quota rispettivamente del 17,4%, 20% e 38,1%. Ma non è tutto, perché la nota ufficiale di Bruxelles precisa che ci saranno poi aumenti del 21% per tutte le altre società che hanno collaborato all’indagine della Commissione, e del 38,1% per quelle che non lo hanno fatto.

L’obiettivo della Commissione con questi dazi è perciò quello di “aggiustare il tiro” e correggere lo squilibrio, anche se molti analisti ritengono che questi dazi possano non bastare.
Anche su questo tema dei dazi, però, l’Europa si trova divisa…

L’Europa: favorevoli e contrari

Questa misura ha generato opinioni contrastanti tra gli Stati membri dell'Unione Europea. Paesi come la Germania, che è particolarmente legata all’industria automobilistica cinese, l’Ungheria e la Svezia sono più cauti e temono le possibili ripercussioni di una guerra commerciale con la Cina.

Il “no” di Berlino è stato molto chiaro: "I dazi punitivi della Commissione Europea si ripercuotono sulle nostre imprese tedesche e sui loro prodotti di punta. I veicoli devono diventare più economici attraverso una maggiore concorrenza, mercati aperti e condizioni di localizzazione significativamente migliori nell'Ue, non attraverso guerre commerciali e preclusioni di mercato", ha scritto su X il ministro tedesco dei Trasporti, Volker Wissing

Tra chi è contrario e si oppone ai dazi sui veicoli cinesi c’è anche Stellantis, che crede invece nella concorrenza libera e leale e non intende sostenere misure che contribuiscano alla frammentazione del mondo. Una posizione probabilmente influenzata anche dai recenti accordi di importazione di veicoli proprio dalla Cina della stessa casa automobilistica.

Ci sono poi paesi come l’Italia, la Spagna e la Francia, che sono d’accordo con la decisione della Commissione di introdurre i dazi.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che è intervenuto sul tema durante l’Assemblea Generale di Confcommercio, ha dichiarato di aver “accolto con soddisfazione l'annuncio della Commissione europea che mette dei dazi sull'ingresso delle auto elettriche cinesi in Europa per tutelare la produzione europea”.

La posizione della Cina

La Cina ha avvertito Bruxelles che questa misura danneggerà i suoi interessi e accusa l’Europa di protezionismo, minacciando anche ritorsioni sull’agroalimentare. Lo ha confermato anche il portavoce del Ministero degli Esteri, Lin Jian, che ha dichiarato: “L’'indagine antisovvenzioni avviata in autunno dall'Unione Europea è un tipico caso di protezionismo, ma anche una scusa per imporre dei dazi doganali sui veicoli elettrici importati dalla Cina".

Il Ministero del Commercio di Pechino ha perciò contestato le conclusioni dell’Unione Europea, definendole "prive di fondamento fattuale e giuridico". La Cina, dunque, esorta Bruxelles a “correggere immediatamente le sue pratiche sbagliate” e assicura che monitorerà attentamente le mosse successive dell'UE. “Adotteremo con determinazione tutte le misure necessarie per difendere con fermezza i diritti e gli interessi delle aziende cinesi", ha aggiunto Pechino.

Sarà cruciale, dunque, monitorare gli sviluppi e valutare attentamente quali saranno gli impatti a lungo termine di questa misura.

Photogallery

Tags: auto elettriche Unione Europea veicoli elettrici

Leggi anche