Athena|Guarnitauto: 70 anni di eccellenza del brand Guarnitauto, celebrati con un nuovo look e una nuova strategia.
Athena, pioniera nella progettazione e produzione di componenti per motori endotermici, ha annunciato oggi un importante rebranding per uno dei suoi marchi storici: Guarnitauto. Questo passo segna una celebrazione dei 70 anni di eccellenza del brand e apre un nuovo capitolo per l'azienda, che guarda al futuro con rinnovato entusiasmo e determinazione.
Il nuovo co-branding, denominato Athena|Guarnitauto, rappresenta una fusione innovativa tra la tradizione consolidata di Guarnitauto e il know-how avanzato di Athena. Questo aggiornamento non solo rinforza la presenza del marchio nel mercato aftermarket, ma sottolinea anche un importante passo strategico dell'azienda: l'espansione del proprio raggio d'azione dal settore delle moto a quello delle automobili e delle competizioni racing.
Da oltre sette decenni, Guarnitauto ha costruito una reputazione solida e affidabile nel mercato aftermarket, offrendo una vasta gamma di prodotti altamente specializzati per ogni tipo di motore, dalle auto classiche a quelle d’epoca, fino a veicoli commerciali, industriali e macchine agricole.
Questo ampio assortimento di prodotti è il risultato di anni di esperienza e della robusta rete distributiva del gruppo Athena, che ha sempre puntato alla qualità e alla soddisfazione del cliente.
Con questo importante aggiornamento, dunque, Athena non solo celebra il brand Guarnitauto, ma si prepara anche a scrivere nuovi capitoli di successo, combinando il meglio della tradizione con l'innovazione e l'espansione futura.
La nota stampa ricorda infine che per garantire la massima visibilità dei nuovi prodotti, Athena|Guarnitauto è ora presente sui principali portali e database di ricambi. In particolare, le guarnizioni motore e l'intera gamma di prodotti possono essere facilmente ricercati su piattaforme di settore come TecDoc, Inforicambi.it e Kromeda.
Leggi anche
ARTICOLI | 09/09/2024Athena – Guarnitauto: un rebranding che sa di futuro. A colloquio con Paolo Ferrari